Pop art
anni Sessanta. Poi nell’arte, ma non solo in essa, ma pure nella cultura, nell’ideologia e nella politica, si è verificata un’impetuosa deviazione
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di attrazione e di disgusto. Ma ci muoviamo soprattutto nell’ambito della complicità, giacché mangiare è possedere, fare nostre le cose, facendole
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elementi portanti, restituiti sempre con precisione esemplare sia nell’insieme che nei singoli dettagli. Con la perizia di uno specialista Oldenburg smonta
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dove si è immersi e si scorre fino a trovarsi quasi nell’impossibilità di averne un’esatta percezione. Da un punto di vista figurativo, l’attributo di
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Segal dunque si insinua nell’estensione dell’anonimo e vi circoscrive una situazione, alcuni personaggi un intreccio di gesti; compie in una parola
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realismo che sta a cuore all’artista. Simile realismo gli consente di sfociare consapevolmente e senza contraddirsi nell’artificialità illusionistica
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nocturnes dei surrealisti. Le fantasie che si ricercavano nell’inconscio, sono messe ora a disposizione anche del più scialbo impiegato della middle class
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questa pubblicità che ha una tale carica e una tale eccitazione nel suo repertorio di immagini» 40. Nell’immaginazione pubblicitaria viene qui
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, il ruolo tradizionalmente assegnato all’artista, centrale e totalizzante nei confronti del mondo. Nell’Espressionismo astratto, la nozione abnorme
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quanto insomma nell’immagine minaccia d’indebolire la struttura di base e la sua gelida logica; ridistribuire, se vogliamo, la materia seguendo criteri
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riguarda le qualità percettive dell’immagine. La promozione del visivo, mentre circoscrive la vita dell’immagine nell’ambito della sua esistenza esterna
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geroglifico una tendenza decorativa che si riscontra già nel fumetto. L’arabesco può colorarsi anche di esotismo come nell’orientaleggiante fregio
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dalle figure di Steve Canyon o di Johnny Hazard e ritrovare nei loro linguaggi Seurat e Matisse: l’ottica analitica del primo nell’ordinata frequenza
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ineccepibili, e nell’aver spinto il linguaggio del cartoon in presa diretta su immagini di tipo diverso dai comics circolanti nella nostra società. I due
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trasformano nell’inchiostro tipografico, nel retino e nella semplificazione delle linee. Una materia singolare e quintessenziata, connessa al
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misura la distanza che separa la negazione di una posizione neo-dada dalla fredda positività di una posizione pop. Giacché non deve sfuggire che nell
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del pittore, divenuto epicamente parossistico ed eccentrico nell’Espressionismo astratto, dal cliché tipografico. Queste immagini di Lichtenstein ci
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parlare di una «scuola di New York». Quanto di più profondo unisce i maestri ai lori successori è un evidente radicalismo nell’affrontare le questioni
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l’influenza di Bacon, che si traduce ancora, come già in Blake, nell’impegno di restituire risonanza umana ed esistenziale alle immagini correnti. Di
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brillantissima di rilievi in legno, dove nella semplificazione dei profili, nella festosa felicità dei colori, nell’evidenza visiva e frammentaria
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stesso lavoro non è rimasto senza influenze nell’impostazione di un artista centrale come Rauschenberg, che ha trascorso in Europa alcuni anni decisivi per
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’incontro del gesto col bianco della tela, come accadeva nell’Espressionismo astratto, ma l’incontro effettivo, tattile oppure percettivo dell’artista col
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oggetti, già così intenzionati nell’ordine dei significati da porsi in stretto parallelismo con le sue tavole pittografiche, dove il segno grafico ed il
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. Ricadendo, nell’Espressionismo astratto, la tensione dell’artista solitario si vede costretta a riprendere contatto con l’esperienza ordinaria, la
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sempre confessato, dell’intera avanguardia. Dopo aver raccolto tutte le sue forze, l’artista si getta nell’ignoto, guidato dall’«impossibile speranza
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Kooning non arriva sempre a dissolvere nell’azione le sembianze del mondo, e la sua rabbiosa compattezza gestuale frana allora di fronte ad un residuo
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di emozione; ed è proprio la ripresa incontrata da questa tecnica nell’ambiente americano, che ne ha reso possibile una prima storicizzazione, nella
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politica in altri, gli odierni dadaisti, Rauschenberg, Johns, lo stesso Dine, operano nell’accettazione. Un chiaro indizio di ciò si riscontra proprio
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’oggetto stesso, palesa il risvolto polemico dell’intera manovra: per questo l’orinatoio per uomini soli diventa Fountain nell’ormai lontano 1917. Basta una
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percezione. Ma anche nell’attività percettiva non è mai assente una componente fisica, tattile, sostenuta egualmente dal gesto. L’opera del neodadaista
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straordinario, a spalancare le porte su una prospettiva totalmente altra, ma ad immetterci anzi nell’avventura, per l’artista giustamente eccitante, del
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il compito consiste proprio nell’aggiungere, nell'accumulare realtà e vita su quel piano che è già concretamente vivo. Per successive sovrapposizioni
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non vuol dire affatto cedergli. La regola del giuoco consiste nell’adattarsi, ed il risultato, per il fervore intellettuale che vi pone, porta
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solo invadono tranquillamente la platea, ma si propagano attraverso l’atrio fin nell’animazione delle strade.
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verso quello della realtà per poi riportarlo immediatamente indietro: e la sedia di Pilgrim (1960), su cui ci siamo seduti nell’atelier, scopriamo che
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’intervento dell’artista continua ad avere luogo, non già nella fase del progetto ma nell’opposta fase, quando il prodotto interamente confezionato si pone
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squalificarsi nell’insignificante senza rimedio. Invece, è proprio la tautologia (apparente) a consentire all’artista di lavorare a livello linguistico e critico
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ricostruzione linguistica, la messa in luce del significato riposto nell’immagine o nella cosa, del quoziente di esperienza ad essi legato. In tal modo al termine
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Ciò che preme sottolineare, nell’intero arco sventagliato della ricerca pop, è che le immagini pubblicitarie, gli eroi dei fumetti, gli oggetti della
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L’esperienza e l’inedita sensibilità elaboratesi nell’uomo attraverso i suoi rapporti con l’universo cittadino vengono prima del rifacimento dei
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happenings, Dine mira adesso a chiudere lo spettacolo-rivelazione degli oggetti, contenuti già nell’azione teatrale, in una cornice statica
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carbonaio ad un nudo sostegno e nell’attenzione con cui viene guardata: identificandosi l’arte con un modo particolare d’indicare e di vedere. Per Dine come
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: torch ad esempio a fianco della torcia elettrica nell’opera omonima del 1962. Ma a volte accade pure che l’immagine venga tallonata dal suo nome, ed
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In tal modo il modello e la copia, la parola e l’indicazione dell’utilità trovano libero accesso nell’arte di Dine e concorrono a definirla: il
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sembrerebbe avviata a chiudersi con esito favorevole per lo scultore, se poi nell’organico non riaffiorassero, per quanto mutate di segno, le stesse
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Anche la Pop Art, come il suo precedente immediato, il Neo-Dada, rientrano nell’avanguardia, ma in un episodio che oggi sappiamo ultimo, quello che è
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uno scultore: nell’universo metropolitano l’artista ha cessato da tempo di detenere il monopolio della produzione dell’immagine-immaginario
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spaesati e duplicati, lo siamo «naturalmente», ovviamente. Anche questa trasformazione segna la fine-del-moderno ed il nostro ingresso nell’odierno
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Espressionismo astratto e di Pittura d’azione. Allo stesso modo Rauschenberg, Johns, Dine, Oldenburg, Segal, Lichtenstein e Warhol, nell’arte americana
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Pop Art in USA era nato da un viaggio a New York nell’autunno del 1964 e da una frequentazione diretta dell’ambiente artistico attorno alle gallerie
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