Pop art
L’abbandono, infine, dello sfondo e l’autonomia raggiunta nel modellare l’immagine significano voltare le spalle all’ambiguità della rappresentazione
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cibi), durante il quale l’artista modella nel gesso e sostiene nei confronti della realtà la parte del pasticciere o del garzone di un delicatessen
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A questo proposito si presentano significative in modo diverso le due versioni della macchina da scrivere che esegue nel corso del 1963. In Macchina
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accorgimenti vengono messi in campo per ributtarci sempre nel nostro spazio di spettatori, mentre al di là si allarga lo spazio non raggiungibile che
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Tuttavia, se il proposito è diverso, il metodo per realizzarlo è in fondo lo stesso, e si concreta in un intervento nel quadro visivo in modo da
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a cedere il passo a quella di anonimo. L’anonimo definisce la condizione dell’individuo nella folla e nel tessuto della metropoli, uno strato denso
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accorgimenti diversi, è comunemente impiegato dagli artisti americani. Nel suo caso le bende di tela imbevute di gesso impresse sopra dei modelli
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Tuttavia in Rosenquist le figure non valgono tanto in sé quanto soprattutto per il posto che occupano nel montaggio (nella situazione globale
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Per far funzionare i protagonisti dei comics, Lichtenstein incontra una più grande resistenza, specie nel loro alto quoziente narrativo e mitologico
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Nelle immagini di Lichtenstein non interessa più, come nel cartoon, la direzione del gesto, il senso dell’azione, chi si beccherà la raffica oppure
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Così, l’immagine espone, proprio nel senso che questo verbo ha acquistato in fotografia, l’elementare tracciato delle sue linee rifilate e circolanti
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: tuttavia il pointillisme dell’americano non nasce dall’analisi del dato della coscienza «sorpresa nel momento attivo del suo incontro col fenomeno» 47, ma
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Un’ipotesi dello stesso Lichtenstein può funzionare da epigrafe per la serie dei paesaggi iniziata nel 1964: «Penso che la parte formale della mia
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lettera, giocando con la tautologia (era già la regola difficile del Jasper Johns della bandiera americana), Lichtenstein è riuscito a mutare nel
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quelli conseguiti, nel corso dei tre anni successivi, col silk screen nei volti di Liz Taylor, nelle sequenze dedicate alla morte e nelle immagini dei
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si è congelato in uno stereotipo. Occhi, guance, capelli, labbra, a forza di dare enfasi ai loro particolari pregi, sono caduti nel falso universale
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stesso appiattimento. Iniziati per di più nel 1964, subito dopo la serie della «morte americana», sembrano bagnarsi nella stessa aria letale. Il
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maschera di difesa. Tuttavia, nella sua constatazione cinica e veritiera, accade che in qualche punto si scopra maggiormente. Forse, nel blu virulento
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ricezione. L’immagine viene ripetuta, è vero, dall’industria della cultura, ma sono anche i nostri successivi incontri che la ripetono nel corso della
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John Wesley non sembrano andare oltre la tentazione del soggetto, del puro dato iconografico: pornografico, da marine in libera uscita nel primo
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gusto, esorcizzando nel contempo la propria interna ossessione. Allo scopo di far perdere all’oggetto comune la sua grigia identità e di fargli
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Anche lo scultore César è transitato nel gruppo dei nouveaux réalistes nel periodo delle sue «compressioni». Queste compressioni di auto in disuso
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trasferito il suo gesto di «impaccaggio» su scala monumentale, a partire dall'«impaccamento» nel 1969 di una intera spiaggia, comprese le grandi scogliere
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Un immediato riscontro lo si ritrova nel lavoro concomitante nel tempo, ma diversissimo nei risultati, di Peter Blake e di Richard Smith. Quanto
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Nel Centro e nel Nord Europa la corrente oggettuale degli anni Sessanta incontra numerose difficoltà per una sua piena espansione, dato che l
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. Giosetta Fioroni avverte la suggestione del linguaggio fotografico, il fascino freddo della pellicola d’argento e le sorprese nel taglio dell
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. Volendo, si potrebbe storicizzare l’evoluzione dei rapporti istituitisi fra l’arte e il mondò cittadino, nel qual caso il punto risolutivo risulterebbe
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di Rauschenberg su tale data, i due artisti aprono verso il futuro, nel momento stesso che fanno da ponte col passato immediato: passato e futuro
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arte e di ciò che sia invece realtà, imbrogliando le carte, degradando l’arte alla realtà, nel momento stesso che innalza la realtà al livello dell
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dadaista, e ne dispongono, non già per sostenere un paradosso intellettuale, ma come di uno strumento di presa diretta e ravvicinata sul mondo. Nel privare
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occasione della sua prima personale alla galleria Leo Castelli di New York nel gennaio 1958, ed esteso in seguito ad altri artisti che lavoravano con
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Dopo questa splendida apertura, Johns procede nel lavoro attraverso modifiche e successivi arricchimenti, conservando però sempre due costanti
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possono tenere in pugno. Io cerco di agire nel vuoto esistente tra le due» 26. Così i suoi combine-paintings spingono l’oggetto dallo spazio dell’arte
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e neanche è un falso, un anti-valore. Nel momento stesso che registra la forza d’impatto del fenomeno che, bloccando l’orizzonte visivo, non ammette
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’immaginazione, comunque sempre nel moto di una esperienza orientata dal visivo, dal quantitativo, dall’anonimo, dall’artificiale.
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quella singola, ma sulla molteplice esperienza pùbblica. L’approccio per penetrare nel mondo oggi non può essere che sociale e collettivo. Ogni singolo
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Sembra non esistere più una comunicazione e un’esperienza unica e privilegiata, ma sempre scambiabile e quantitativa. Puntualmente nel nostro ambito
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. Non a caso la Pop Art è nata nel più industrializzato paese del mondo, come un tentativo di adeguare il linguaggio artistico alla nuova situazione
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’arte è un mezzo per interrogare il mondo, quando non lo sia per catturarlo, la sua essenza si esprime anche nel gesto di appendere una pala da
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perché confluisce immancabilmente nel come; l’indagine problematica mette capo ad una serie di quadri e l’immancabile scacco cui va incontro ogni
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Il senso posseduto da Dine di uno spettacolo domestico trova ora un tema congeniale per esprimersi nel motivo del capo di vestiario, che costituisce
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Di fronte ad una costrizione come quella dell’utilità, l’infanzia e il sogno di Oldenburg si accordano prima di tutto nel privare di serietà le cose
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facilità può scivolare dal soffice femminile e sempre materno al vischioso e al lubrico. Così, nel suo risultato ultimo l’opera di Oldenburg, lontana dal
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è collocato dallo scultore molto il basso, nel tubo digerente, ed in una sensualità immatura e non ancor; localizzata, di origine chiaramente orale
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Una cosa è certa: è stata nel suo insieme e nelle sue diramazioni, Neo-Dada, Pop Art, happening, musica di John Cage, coreografia di Merce Cunningham
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in circolazione dentro il sistema centrale ed imparagonabilmente più potente. In tempi e in gironi diversi la stessa immagine transita due volte nel
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lucida, spesso cinica e quasi sempre costatativa, coinvolta nel presente. Se nel 1968 l’avanguardia nella sua ultima, patetica sortita politica si
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Proprio quell’avanguardia che non ha mai inteso chiudersi nel cerchio autonomo, splendido ma irrespirabile dell’arte, ma che si è proposta sempre di
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Nel suo nucleo fondamentale questo libro rappresenta la riedizione del volume Pop Art in USA, edito da Lerici nel lontano 1967. Ma presenta al tempo
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nelle intense immagini scattate da Ugo Mulas e poi raccolte, nel 1968, dal grande fotografo nel suo volume New York: arte e persone. Con una leggera
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