Pop art
Ogni artista provvede la sua opera di un certo numero di agganci per attirare lo spettatore, come la creazione di un linguaggio porta sempre con sé
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Tuttavia, se il proposito è diverso, il metodo per realizzarlo è in fondo lo stesso, e si concreta in un intervento nel quadro visivo in modo da
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L’anonimo che è accumulo, quantità, sempre eguale, privo, non dico di speranza, ma anche solo di effettivo mutamento, lo portano sempre con loro: la
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Nelle rozze figure di Segal la massa tende, invece, a debordare dai contorni, e lo stile appare come la versione moderna e congelata della tradizione
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Rosenquist ritrova il fantastico nel panorama della città (il suo spazio d’elezione è compreso fra Time Square e la 42° strada), e poi lo proietta in
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guardare, il reale contenuto dell’immagine è solo la tessitura del retino tipografico, come le frequenze lo sono dello schermo televisivo, tutte e due
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In questo stadio finale gioca un ruolo determinante lo scheletro meccanico del fumetto, che, ridotto al suo grado zero, s’identifica con l’estensione
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gesto. Divisa fra la suspense e lo spreco dei colpi di scena, la continuità del fumetto traccia un crescendo di tensione; mentre qui è indispensabile che
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Pur conducendo fin qui una sorta di esercitazione su un materiale trovato (anche quella del fumetto è un’image trouvée), Lichtenstein va oltre lo
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Che cosa diventi poi un capolavoro che ha subito simile mediazione, lo dimostrano sempre empiricamente le brillanti copie di Lichtenstein. Uomo a
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di Jackson Pollock si slargava su tutto lo spazio disponibile; questo esigeva furore e sforzo personali, tesi verso la singolarità come lo sono le
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andato a schiantarsi contro il palo telegrafico (il lato teatrale della morte violenta), lo scontro con fiamme e morte, la donna riversa sopra i
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dominio dell’arte, i cui recinti si aprivano privilegiata mente solo alle avventure dell’eccezionale. Ma in verità tutto lo spazio ne era già ben stivato
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; coerentemente lo scultore conduce questa dispersione di energia fino al punto in cui essa intacca, distrugge l’oggetto medesi mo. L’inutilità come la
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rifacimento di materiali di eguale provenienza, e quindi il collage si accompagna alla «rifigurazione» pittorica. Lo spazio di organizzazione dell
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Laddove in Kitaj il gioco delle molteplici metamorfosi a cui vengono sottoposte le immagini, presenta un accento intellettuale, in Alien Jones lo
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stesso e dai rapporti che in quanto artista lo collegano alla società. Prima di tutto il corpo diventa un mezzo di espressione e utilizzando i
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attutisce l’evidenza assieme visiva e significativa dell’immagine; frapponendosi lo schermo filtra la violenza del simbolo, lo esorcizza, sfocandolo
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, cerca di allargare la presenza materiale dell’opera, ponendola in stretta relazione con lo spazio reale dove si muove lo spettatore. È soprattutto
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di grandi superfici di metallo riflettenti come di semplici catalizzatori per fissare la vita, lo spazio e le cose che ci circondano. L’esperienza
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materia fondamentale — rappresenta il modulo di base, già spaziale, delle costruzioni di Mario Ceroli. Mediante questa silhouette lo scultore può
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Il disegno d’invadere e di occupare lo spazio si precisa in Pino Pascali nel progetto ambizioso di ricreare il mondo, e a tale fine dispiega una
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Il suo significato ultimo si trova diviso fra l’altezza dell’espansione conseguita dalle energie interne dell’individuo, lo splendore delle opere cui
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prospettiva dell’Espressionismo astratto, ha provocato lo scacco dei campioni della pittura di gesto, ma ne ha alimentato anche per contraccolpo lo
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, così che non già una perfetta fusione si può realizzare fra le cose e lo spazio ma una tensione, una sorta di reciproca rincorsa dove l’uno tenta di
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’attualità in Rauschenberg; che si risolve, invece, in modi perplessi ed ironici, in equilibrio fra la reticenza poetica e lo scandaglio intellettuale in
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incrociato di questa attualità viene meno lo schermo che divide ancora l’esperienza privata da quella pubblica, la vita della propria stanza da quella
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acquee, gli insetti imprigionati dentro parallelepipedi, saremmo propensi a trovare una decifrazione a livello simbolico (tale sospetto simbolico lo
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Diametralmente opposto è lo stile insegnato da Rauschenberg che, lontano dall’imporre con presunzione un personale giudizio e discorso sulle cose, si
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interferire con la ricerca teatrale. Il teatro possiede grossi mezzi per tradurre una simile intenzione: lo spettacolo nella sua massima forzatura non
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cinque o lo zero. L’insieme cui si riferisce un’opera pop costituisce sempre una serie: è la successione narrativa dei comics di Lichtenstein; è l
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I popular artists portano l’attenzione su questo environment cittadino, lo percorrono con lo sguardo, e nelle immagini e negli oggetti che isolano e
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’universo artificiale occupa il nostro campo visivo, si stampa in esso, potremmo precisare, è una diversa e forse più esatta maniera di formulare lo
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manifesti, dei fumetti, dei prodotti di serie, e lo giustificano, e non dopo; e l’intento ultimo è di trarre da questa mutata realtà una nuova esperienza
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dell’occhio si organizza oggi, non già su schemi naturali, ma meccanici e automatici: non è lo svariare delle luci sugli alberi e sulle acque a formare
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Per questo avviato rapporto, l’arte e la società del consumo, come lo sperimentalismo estetico e la cultura di massa, non si voltano più con
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Attorno al 1961 Dine mette a punto la sua ricerca e vi si getta dentro con una ricchezza sparpagliata e non di meno mai dispersa, tanto che lo stesso
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Dine si preoccupa di facilitare al massimo l’esibizione dell’oggetto curando attorno lo spazio e l’illuminazione: la falce, la pala ed il coltello
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ci si può sbarazzare impunemente del mondo, per cui Dine l’oggetto se lo porta dietro, lo mette in mostra, ne fa la vera molla della sua ricerca. Se l
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Ma può intervenire anche la nostra facoltà pratica. Da uomini positivi maneggiamo l’oggetto, lo impieghiamo a fini costruttivi, e così implicitamente
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del nostro secolo — lo rintracciamo già in Luigi Pirandello — di come fare per cogliere le cose al di fuori della cerchia dell’uomo e della sua
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Lo spettacolo dell’oggetto
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Sempre più palesemente Dine introduce nella sua opera lo spessore dei suoi personalissimi umori, si abbandona a fare dei commenti attorno allo stato
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. Dopotutto lo spazio della tela non è che lo spazio di una finzione, così che il pittore vi può tracciare sopra una, due, tre tavolozze proclamando
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profondità sia abbandonandosi al gusto dello spettacolo che possiede invece vivissimo. Si sforza di credere che lo spettacolo dell’oggetto e dell’immagine
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’autentico bisogno che lo spinge a riempire di oggetti lo spazio, passa senza soluzione di continuità nella sfera del gratuito. Tuttavia il gioco, oltre a
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lo sguardo di Oldenburg serve conoscere solo in modo surrettizio, bensì principalmente a fissare un coagulo di sensazioni, proprio nella misura in
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sembrerebbe avviata a chiudersi con esito favorevole per lo scultore, se poi nell’organico non riaffiorassero, per quanto mutate di segno, le stesse
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Ora, laddove l’abitudine percettiva incontrava come dei vuoti incapaci di trattenere lo sguardo, oppure uno scenario così risaputo ed uniforme da non
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cinema, lo spettacolo musicale, la pubblicità televisiva, la grafica. Così, migrando di nuovo dal sistema secondario e collaterale dell’arte, dove aveva
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