Pop art
La Pop Art, non meno del Neo-Dada, fa ormai parte del corpo vivo dell’arte del XX secolo, come ne fanno parte l’Espressionismo, il Cubismo, la
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suggerisce irresistibilmente la sensazione della crema, della cioccolata, della mostarda, e fa luccicare le masse, toglie loro imponenza, contesta, assieme ai
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Dopo i commestibili, o almeno in concomitanza con questa serie che resta sempre aperta, Oldenburg, a cominciare dal 1963, fa perno su un altro genere
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nel celebre racconto di Edgar A. Poe, fa velo al nostro sguardo, e al pari gli si sottrae per la scena che pone innanzi, amorfa, continua, che non
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piedi possiamo dare con tranquillità la definizione di mise en scène, e alla sua attività collegare un aspetto di regia con cui fa opera di
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di noia afosa che fa arenare qualsiasi progetto. Queste figure restano pur sempre un frammento ritagliato nel mare dell’anonimo.
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Si apre qui la questione del realismo, della tranche de vie, di tutto quanto fa pensare ad uno scrupolo di verità realistico. Ma Segal sa che il
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mitragliatrice, l’ala di un jet o la fusoliera; ma si fa strada anche qui l’ellittica propensione a chiudere l’immagine in un unico particolare. Idealmente da
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: divengono efficaci solo a patto che scatti in loro il senso dell’arresto che li fa sembrare come sospesi e che nel loro comportamento inceppa il
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, possono apparire anche assolutamente diversi. Ma l’identità stabilita fa capire che ciò che interessa a Warhol non è tanto il contenuto specifico dell
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per gruppi di quattro li proietta contro un ritaglio di prato con fili d’erba carbonizzati e metallici. Poi l’implacabile ingranaggio li fa apparire
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reciproche: la macchina si fa antropomorfa proprio nella misura in cui l’uomo si trasforma in una macchina. La «métamatic» di Tinguely, al di là e al di
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finisce per conferire una presenza enigmatica all’oggetto, dove l’esterno, il rivestimento, fa opera di negazione dell’interno.
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intensificando la massima concentrazione del volume del rottame medesimo. Nei montaggi oggettuali di Daniel Spoerri si fa luce la scissione che sta alla base
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. Bernard Rancillac e Hervé Télémaque dal canto loro rielaborano con procedi menti pittorici immagini ricavate dai mass media; ma mentre Télémaque fa
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, satirici, a volte di abbandonato divertissement. Si fa luce talvolta anche un gusto naif, ma cittadino e perciò ricco di uno scaltrito candore, così diverso
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spaesamento, sia per la leggera alterazione ottica che subisce, sia perché l’artista fa intervenire un nuovo elemento di tensione e di disturbo: degli
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rendono possibile l’esistenza dei suoi dinamici e stilizzati personaggi. Ciascun luogo spaziale congiunge strettamente architettura e figurazione, e fa da
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’arco di queste esperienze americane ed europee, è l’iconografia del mondo esterno ad imporsi all’artista, in Pascali si fa strada un opposto
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disarmante (in apparenza) intelligibilità, che fa scandalo, di un montaggio di oggetti dozzinali di Rauschenberg o di una bionda con balloon di Lichtenstein
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luce da Maurizio Calvesi. La difficile unità, una volta spezzatasi, come fa risalire ad oggetto o ad immagine, legati alla loro nozione quotidiana, il
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come una realtà totalizzante, che fa il vuoto accanto a sé. Nel caso dell’Espressionismo astratto la città non era altro che un supporto capace di
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di Rauschenberg fa riscontro la regia insinuante e sofisticata di Johns; e tutta la tensione si dimostra accentrata nel fa combaciare, ponendoli di
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’Espressionismo astratto cui fa ora più aperto ricorso, risulta adoperata in modo impersonale. Nelle composizioni dove introduce un certo numero di figure provvede
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contaminato degli happenings fa riscontro quello di molte opere plastiche sconfinanti ad un tempo nella scultura e nella pittura; a esempio, il ritaglio
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fa parte del quadro e che pertanto era destinata non solo all’uso ma anche alla contemplazione.
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Ogni senso, quoziente di esperienza varia da artista ad artista; e nondimeno esiste uno strato di sensibilità e d’esperienza che fa da sfondo a tutte
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’oggetto accaparra su di sé ogni forma d’attenzione; un fatto che fa scartare immediatamente al pittore la soluzione equivoca ma perfetta di Jasper Johns
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sopra la base di un monumento. Variamente ridotto al semplice supporto che fa da sostegno all’oggetto, lo spazio è diventato unicamente il luogo di
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ci si può sbarazzare impunemente del mondo, per cui Dine l’oggetto se lo porta dietro, lo mette in mostra, ne fa la vera molla della sua ricerca. Se l
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Accanto alla sequenza del medesimo oggetto si pone l’aggregato di oggetti disparati: esso costruisce, fa il mondo, una stanza, una parete. Poiché il
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Dine si richiama alla precisa esperienza della estraneità notturna (e la luce artificiale cui sovente fa ricorso ne è una sicura spia), allorquando
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una donna con quello di compilare la sua schedina segnaletica. Per la prima volta il ricalco fa la sua comparsa in Dine in certi particolari di Cinque
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non liberarsene del tutto, tentare almeno i primi passi sulla strada del gratuito. L’arbitrarietà fa appello alle doti di pittore che sono in lui. L
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sopra le assi di un palcoscenico, «succeda qualsiasi cosa» 33; l’artista vi libera i suoi sentimenti, ostenta le capricciose trasformazioni che fa
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appartenuti, quali il gesto e il comportamento; identificando la politica con l’esercizio dell’eversione e dell’insurrezione, si fa dunque politica. Non
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