Pop art
Assieme ai due capifila Rauschenberg e Johns, Dine, Oldenburg, Segal, Rosenquist, Lichtenstein e Warhol tengono le posizioni chiave nel nuovo
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, Agostini, Dine, Indiana, Lichtenstein, Moskowitz, Oldenburg, Rosenquist, Segal, Stevenson, Thiebaud, Warhol e Wessel mann. Tuttavia, se l’interesse
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politica in altri, gli odierni dadaisti, Rauschenberg, Johns, lo stesso Dine, operano nell’accettazione. Un chiaro indizio di ciò si riscontra proprio
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Johns, fino a toccare in Dine note di grottesco inquieto.
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oggetti trovati, come Rauschenberg, Stankiewicz, Chamberlain, fino a coinvolgere anche Dine e i nouveaux réalistes francesi. «Art News» del gennaio 1958
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Per la concentrata attenzione rivolta da Johns ai dettagli de mondo e da Dine agli utensili casalinghi si è parlato anche d metafisica: un termine
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popolari, la vistosità dei capi di vestiario esposti nelle vetrine e il richiamo dei dolciumi delle cafeterias. Mentre Jim Dine ha esplorato un tema
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dati in fondamentali edizioni negli anni fra il 1958 il 1960. L’apporto dei nuovi artisti, di Oldenburg e di Dine, risa soprattutto a dopo il 1960. Allo
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Art che è Dine; ma in genere la temperie dove risulta ora impiegata, è meno ingombra di spessori soggettivi; appare più diretta, impersonale e
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appartiene alla serie; in questa verità banale trovano aggancio la moltiplicazione degli attrezzi dozzinali di Dine, il messaggio ridondante di Warhol
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Per Jim Dine tutto comincia con l’oggetto ed interrogando l’oggetto, e seppure se ne allontana ad esso ritorna come ad una condizione obbligata. L
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Dine riprende la questione a questo punto, ma l’accordo si muta ora in distacco, così acuto è in lui il senso della specificità ed indipendenza di
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Attorno al 1961 Dine mette a punto la sua ricerca e vi si getta dentro con una ricchezza sparpagliata e non di meno mai dispersa, tanto che lo stesso
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ritrovarci al come, cioè a quel problema assorbente per un artista e dispoticamente estetico che è di come fare un quadro. Ora l’originalità di Dine si
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Dine si preoccupa di facilitare al massimo l’esibizione dell’oggetto curando attorno lo spazio e l’illuminazione: la falce, la pala ed il coltello
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ci si può sbarazzare impunemente del mondo, per cui Dine l’oggetto se lo porta dietro, lo mette in mostra, ne fa la vera molla della sua ricerca. Se l
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’oggetto è quello di moltiplicarsi, e Dine è pronto a seguirne la serialità, il suo ordinarsi in sequenza. Prima ha presentato la pala singola ed ora
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Dine affronta esplicitamente questo tema, ritagliando sezioni di camere da letto e di stanze da bagno con tutto il repertorio di oggetti quotidiani ed
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Dine si richiama alla precisa esperienza della estraneità notturna (e la luce artificiale cui sovente fa ricorso ne è una sicura spia), allorquando
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altro, di affermare la nostra preminenza mentale su di lui: è per tutti questi motivi che gli abbiamo affibbiato un nome. Dine ripete pedissequamente
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allo scopo di soddisfare delle necessità essenziali. Dine trasferisce sulla tela questa elementare certezza moltiplicando i calchi e i profili dello
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in particolare; tuttavia, mentre Rauschenberg ricalca le foto per ottenere lo stampo invertito, l’imprimitura, Dine impiega il ricalco per ricavare il
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L’oggetto appare sorpreso dal pennello di Dine in uno stato di passività, senza che un’eccentrica o solo particolare cura dell’artista sia
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Tuttavia Dine è soprattutto pittore, vale a dire esperto in linee ed in colori, ed è pittorica la facoltà che mette più volentieri in gioco. Per
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In tal modo il modello e la copia, la parola e l’indicazione dell’utilità trovano libero accesso nell’arte di Dine e concorrono a definirla: il
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Sempre più palesemente Dine introduce nella sua opera lo spessore dei suoi personalissimi umori, si abbandona a fare dei commenti attorno allo stato
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Il senso posseduto da Dine di uno spettacolo domestico trova ora un tema congeniale per esprimersi nel motivo del capo di vestiario, che costituisce
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apertamente tale finzione (da Tavolozza turchese del 1963 a Due tavolozze nere del 1964). Come Rauschenberg, Oldenburg, Johns perfino, così Dine potrebbe
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guarda con nostalgia alla felicità sgombra di Matisse e del postimpressionismo, ma alla fine la visione s’intorbida. La pittura non basta a Dine, il cui
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Attraverso l’astuzia l’ultimo Dine cerca di aggirare l’assillo problematico, di batterlo sia simulando una disinvoltura che non possiede in
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rovescio, in debito nei suoi confronti, come l’Arte concettuale si dimostra debitrice del lavoro di Johns, di Dine e pure di Manzoni, e l’Arte povera nei
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presente orizzontale, artisti quali Lichtenstein o Dine o Warhol si trovano a loro agio solo nella seconda polarità. La Pop Art è un’avanguardia
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Espressionismo astratto e di Pittura d’azione. Allo stesso modo Rauschenberg, Johns, Dine, Oldenburg, Segal, Lichtenstein e Warhol, nell’arte americana
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