Pop art
La Pop Art, non meno del Neo-Dada, fa ormai parte del corpo vivo dell’arte del XX secolo, come ne fanno parte l’Espressionismo, il Cubismo, la
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di oggetti per la sua metodica ricreazione della realtà: su quegli oggetti tecnologici che fanno ormai parte dello scenario quotidiano come la
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si slargano, troppo bianchi ed irreali, in contrasto col nero lucido delle altre sezioni, i tasti grandi come piastre. Nella compagine architettonica
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Talvolta Segal ricorre ad un supplemento di luce. Come accade sul palcoscenico, dove il regista può manovrare tutto il parco lampade così da ricavare
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Nelle rozze figure di Segal la massa tende, invece, a debordare dai contorni, e lo stile appare come la versione moderna e congelata della tradizione
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; fra l’interno e l’esterno, il mondo onirico e la natura artificiale si è composta una sorta di equilibrio. Ma si presenta come un equilibrio
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La tela come specchio dilatato della coscienza
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quanto tale gli spetta il compito di verificare quale valore di forma possa sussistere nei processi della comunicazione per immagini, come pure se una
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cartoon a scapito di quelli narrativi. Quale prima mossa l’americano interrompe la continuità temporale del fumetto e ne preleva un dettaglio, come se
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Nelle scene di avventura l’energia poggia sullo scorcio di un elemento essenziale che guida l’occhio dello spettatore, come una canna di
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Nelle immagini di Lichtenstein non interessa più, come nel cartoon, la direzione del gesto, il senso dell’azione, chi si beccherà la raffica oppure
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più sull’immaginazione, ma sulla vista. All’enfasi espressiva è subentrato ciò che è definibile come enfasi visiva, ed imponendo la vista quale unica
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. Come l’arabesco si rivela essere l’approdo della linea, che risolve pure l’ombra in un segno nettissimo, così personaggi ed oggetti concludono nel
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grandi cartoonists come Al Capp o Johnny Hart. Se c’è reportage, attualità in Warhol, essi si presentano come innalzati alla seconda potenza, al pari
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. Giustamente, poiché sulle pagine di un magazine e sul teleschermo l’incidente non viene reso come un evento, una rottura dell’ordine, ma come una conferma
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Quanto è accaduto con i giovani americani potrebbe essere definito come una costante rivalutazione delle forme e dei contenuti dell’esperienza
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fantastico, assumendola sia come indice della realtà sia come metafora riassuntiva dell’universo contemporaneo. Se la vita e l’uomo, subendo il condizionamento
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semplice profilo vale come riferimento, come segno della corrispondente immagine totale. L’atteggiamento di Hamilton si dimostra intellettuale e
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, come le figure pittoresche del musichall, del catch e dei lunapark. In altre parole, l’ambito di origine delle immagini presenta uno spessore storico
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l’influenza di Bacon, che si traduce ancora, come già in Blake, nell’impegno di restituire risonanza umana ed esistenziale alle immagini correnti. Di
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’unico protagonista delle sue affollate composizioni. Lungo le coordinate temporali nascono infatti gli attriti, le attrazioni o i conflitti, come è
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indirettamente è l’attenzione che Alberto Burri ha sempre rivolto alla materia e all’oggetto ad orientare il lavoro degli artisti italiani, come il suo
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Una linea Neo-Dada è rintracciabile nella sperimentazione di Gianfranco Baruchello (come in Gianni Emilio Simonetti), specie nei suoi montaggi di
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Il gioco e l’ironia ritornano in Lucio del Pezzo per esorcizzare e per profanare un’eredità storica rivissuta come un ingombro della memoria. Simile
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, la falce e il martello, la stella americana, come i simboli tipicamente romani, quali la lupa e l’aquila capitolina. Sulla tela un velo di copertura
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conformismo e del luogo comune, per ritrovare un luogo ideale ed utopico, che si ponga come possibile terreno d’incontro e di formazione di una comunità nuova
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dadaista, e ne dispongono, non già per sostenere un paradosso intellettuale, ma come di uno strumento di presa diretta e ravvicinata sul mondo. Nel privare
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’assemblage prima e del silk screen dopo, l’opera ammassa ogni volta un buon numero di dettagli, come li ammassano la cronaca gremita e viva, le pagine di
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La struttura dell’opera, come quel presente con cui aspira ad identificarsi, non ha centro: l’ordine è sempre il risultato di una selezione e come
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Accettando in numerosi quadri una rigida iconografia (la bandiera, il bersaglio, i numeri e le lettere dell’alfabeto, come più tardi la carta
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, evidenziando la sua presenza attraverso la violazione dei comuni schemi percettivi e di comportamento, come attraverso l’allestimento di un’inedita mise en
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che eleggono a modelli per i loro rifacimenti mimetici, fanno convergere un’inedita esperienza e sensibilità. È come se l’occhio accentrasse in sé
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ottica. Così la stessa partecipazione emotiva come qualsiasi altra reazione che vada oltre l’evidenza visiva, è costretta sempre a passare attraverso
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che ricopre con la stessa immagine l’intero spazio della tela; come il fatto d’imprimere alla propria opera, come avanti alla propria condotta
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percepire come quantitativo anche ciò che di per sé è unico come il capolavoro artistico: è questa la sorprendente rivelazione contenuta nella Gioconda
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Come condiziona la nostra visione del mondo, l’esperienza della quantità, che si presenta solidale solo con l’astrazione della mente e che
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Per questo avviato rapporto, l’arte e la società del consumo, come lo sperimentalismo estetico e la cultura di massa, non si voltano più con
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Per Jim Dine tutto comincia con l’oggetto ed interrogando l’oggetto, e seppure se ne allontana ad esso ritorna come ad una condizione obbligata. L
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ogni ordine, della realtà e dell’arte, delle parole, delle cose e dei segni 30. Per quanto confonda gli ordini, sa bene come sia arbitrario un simile
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ritrovarci al come, cioè a quel problema assorbente per un artista e dispoticamente estetico che è di come fare un quadro. Ora l’originalità di Dine si
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In Pala e Falciatrice del 1961, come in Una falce e Coltello rosso del 1962, la presentazione dell’utensile è sempre frontale: noi, come l’artista
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raccoglie le cose e le getta contro il nostro sguardo in modo inatteso e non coordinato; come qui le due fasce diversamente tinteggiate dell’intonaco, il
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intervenuta nella sua disposizione, ma anzi come la cosa ricade una volta che sia lasciata a se stessa. Quell’assillo presente nella cultura e nella sensibilità
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apertamente tale finzione (da Tavolozza turchese del 1963 a Due tavolozze nere del 1964). Come Rauschenberg, Oldenburg, Johns perfino, così Dine potrebbe
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paradossale in cui gli oggetti e le immagini vengono a trovarsi sulla tela, come attorno alla grande libertà, ma anche debolezza, che possiede l’arte
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, suzioni, palpeggiamenti. Più che nella stessa presenza, la qualità dell’oggetto sta nella sua sostanza, come il punto di incontro fra l’uomo e il mondo
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delinearsi come una sicura compensazione, quale era nel progetto iniziale, si delinea come una complessa esperienza del corpo. Esperienza, più ancora
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grande circuito metropolitano. In questa presente generalizzazione la Pop Art ritorna, meno però come linguaggio, e più come dato di fatto, «natura
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della periferia — reale o metaforica — nei suoi confronti si configura anche come un’insurrezione politica. Ma nella sua impazienza e nella sua
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’immagine e dall’oggetto, che escono fuori al termine di un processo di rifacimento al tempo stesso complesso come un’indagine ed elementare come un
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