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accorgimenti vengono messi in campo per ributtarci sempre nel nostro spazio di spettatori, mentre al di là si allarga lo spazio non raggiungibile che
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apprestato è pronta a funzionare, a far saltare il quadro delle abitudini percettive, rovesciando contro il nostro campo focale con l’immediatezza di un
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rimboccati sotto il ginocchio. Di questo omaccione corpulento sappiamo solo quanto riempie il nostro campo visivo, ed ogni tratto interno, un tempo riserva
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invade l’intero orizzonte, esso supera al tempo stesso il campo visuale dello spettatore: al di là delle zone dell’immagine che è arrivato a mettere a
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potenzialmente significativo dal punto di vista della forma. Lo spazio del quadro viene trattato come un campo sperimentale, su cui proiettare il
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contesto narrativo del cartoon a quello emblematico della tela provoca una fondamentale correzione nel campo visivo: angolato ora con un’inquadratura
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visiva dei due profili che, riempiendo il campo focale, vogliono alla lettera toccare i nostri occhi. Il pittore pone la più sottile cura nel trattenere
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delle mani. Dal campo americano di Ragazza con palla e di Mr. Bellamy del 1961 alle prime grandi figure del 1962, quali Piccola Aloha e Spugna II
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restituiscono una volta di più il senso di un’ispezione, dove è la stessa pennellata dell’artista ad essere scrutata in quel campo d’indagine che resta
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non determina la sua qualità. Qui entrano ovviamente in campo i mezzi di comunicazione di massa; ed è a questo punto che interviene anche Warhol.
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materiali e di linguaggi già codificati che si pongono come realtà ben condizionante. Operando all’interno dei linguaggi industriali prescelti quale suo campo
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avvertibile negli achromes, che segnano fra il 1956 e il 1957, il suo ingresso nel campo sperimentale.
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lavori successivi. Dietro questo schermo l’artista inquadra frammenti d’immagine che entrano all’interno del suo campo visivo e che possiedono appunto
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affianca sempre l’azione che incalza, circonda gli oggetti, cerca di incorporarli o almeno d’intercettarli entro il suo campo magnetico, segnandoli
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’oggetto è anche una immagine e pone innanzi i suoi attributi ottici che hanno qualità diffusive tali da colmare l’intero campo visuale (la bandiera
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’universo artificiale occupa il nostro campo visivo, si stampa in esso, potremmo precisare, è una diversa e forse più esatta maniera di formulare lo
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campo ottico. Le immagini si dilatano, particolari sorgenti di luce le investono; nello scintillante splendore del mondo artificiale, l’indiscrezione
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imparzialità ed acutezza. Esiste uno stadio medio, se si vuole proprio la linea di vita americana, che si pone come campo da penetrare con le sue merci e con
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agevolmente di ogni altro la parete soddisfa tale esigenza. La parete occlude l’intero campo percettivo; ogni senso di claustrofobia si riversa contro questo
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, più ancora di quelle pratiche, secondo la ferma persuasione di Oldenburg. La componente onirica mette in campo la questione del surrealismo e della
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mondo o, con maggiore concretezza, il campo visivo dell’artista, al pari di quello dell’uomo comune, è già colmo, saturo di per se stesso d’immagini
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Chirico ed elaborata da Duchamp nel campo dell’arte visiva, essa ha trovato un riscontro quasi immediato, sul terreno della riflessione letteraria, nella
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