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rilievo ma con netto sbalzo cromatico rispetto allo sfondo.
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contrasto, e più raramente come tutto bianco o come controluce, la luce risulta sottoposta sempre a forzatura allo scopo di fermare, folgorandola con taglio
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da un pezzo del tutto svantaggiato, ed è solo a condizione di riportare questo ultimo allo stesso livello del primo che è possibile accorciare lo
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fianco di un altro atteggiamento pietrificato. Alla fine i suoi prelievi compongono uno scostante universo accessibile solo allo sguardo: ed è quanto
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esteriorità. Si badi, dell società che sta alPorigine di questo fantastico si riconoscono le contraddizioni, il fatto che «produca allo stesso tempo coperchi
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non privilegiare la figura rispetto allo sfondo o, meglio, ad abolire questa dualità; lo sfondo contribuisce alla forza visiva dell’intera immagine
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... con me!, 1963), o che lega la cascata dei capelli al volto della fanciulla semiriflesso nello specchio (Ragazza allo specchio, 1964), assieme a
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all’esterno, e, soltanto dopo che se ne siano penetrati i segreti derisoriamente meccanici, viene riproposta allo sguardo: una lucida operazione
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Anche i fiori, diciamo la natura e la gioia, dopo le minestre in scatola, la Coca-cola, il ritratto della diva e la morte, non possono sottrarsi allo
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rivolge allo sguardo senza mezzi termini, in un rapporto frontale e violento a causa proprio della mancanza di concitazione. Al di là della inconcludente
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gusto, esorcizzando nel contempo la propria interna ossessione. Allo scopo di far perdere all’oggetto comune la sua grigia identità e di fargli
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allo stesso movimento meccanico, per allestire le sue artificiali e stridenti mises en scène. Anche Alain Jacquet propone nuove immagini fotografiche
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finzioni dell’immagine fotografica e dell'immagine riflessa. Assieme allo spazio anche il tempo viene messo in questione da quest’opera, divisa com’è
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presente quale tempo ritrovato, passato che interseca il momento attuale, i cui battiti fanno da pernio allo spiegamento del ricordo. In Charlene (1954
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collega allo squisito Joseph Cornell), ma la chiave risolvente sfugge sempre di mano: di ogni avviata interpretazione puntualmente i nessi vengono
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, evento), che s’ispira anch’esso alla realtà urbana e allo spettacolo che di continuo le cose e le persone danno per le strade e i buildings della
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scenografia. Allo scopo di mimare l’ambiente dove indugia la vita ordinaria, contaminando prima la pittura e scultura ed invadendo successivamente l
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dati in fondamentali edizioni negli anni fra il 1958 il 1960. L’apporto dei nuovi artisti, di Oldenburg e di Dine, risa soprattutto a dopo il 1960. Allo
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tutte le cose vengono esposte allo sguardo: la presentazione enfatica trasforma l’opera in uno spettacolo oppure in un nitido supporto per un’ispezione
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È stato così messo in moto un processo allo scopo di ripossedere quella sola esperienza che ci è data oggi: l’esperienza anonima ed intersoggettiva
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allo scopo di soddisfare delle necessità essenziali. Dine trasferisce sulla tela questa elementare certezza moltiplicando i calchi e i profili dello
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Sempre più palesemente Dine introduce nella sua opera lo spessore dei suoi personalissimi umori, si abbandona a fare dei commenti attorno allo stato
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’invisibilità, così i mass media tornano ad essere di nuovo invisibili, «naturali» appunto, dopo che la Pop Art li aveva collocati allo scoperto nel
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Espressionismo astratto e di Pittura d’azione. Allo stesso modo Rauschenberg, Johns, Dine, Oldenburg, Segal, Lichtenstein e Warhol, nell’arte americana
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