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vita ad un doppio processo formativo di mimesi e di alterazione. Prima interviene l’imitazione, seguendo una ottica che regola le distanze secondo l
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gastronomico, presentano lo stesso aspetto imbrattato dei commestibili: spesso assomigliano ad enormi chewing-gums che mani abili si siano divertite a
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Dunque, è sotto il segno gastronomico che si svolge il primo tempo di Oldenburg (per quanto l’americano abbia continuato anche dopo ad occuparsi di
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, dilatandoli, faceva il verso ai cibi, adesso preme maggiormente fino ad intaccare dall'interno la conformazione degli utensili; tuttavia, il loro impianto
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frequentato e sempre sconosciuto della città ci riporta, piuttosto che ad estranee, ad esperienze del tutto mediocri e familiari. Del resto nella scena non
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consueti, ma messo in allarme da rotture e da zone in violenta luce, si troverà costretto a regolare la sua apertura focale. Così, ad effrazione
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Talvolta Segal ricorre ad un supplemento di luce. Come accade sul palcoscenico, dove il regista può manovrare tutto il parco lampade così da ricavare
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selezione che è stata strategicamente compiuta da Segal soltanto per consentire l’atto del vedere, non arriva ad infrangere la solidarietà
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Non è dato riscontrare una vera progressione nei prelievi di Segal; il suo itinerario non dà vita ad un effettivo sviluppo temporale. All’origine
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piano; altre invece non arrivano ad insinuare che un dettaglio; nuove figure, infine, galleggiano nelle zone periferiche della composizione, perché
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fantastica mira a creare associazioni; tende in una parola ad unificare; ed è per tale motivo che essa può incontrare e sposare quella ricerca di
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di oggetti-geroglifici posti nello spazio esclusivamente quali limpidi supporti per un’ispezione ottica, nel corso della quale l’occhio aderisce ad un
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Blang e Blam del 1962 si arriva a Varoom del 1963, dove l’onomatopea, questa parola-suono-azione-segno, si slarga come un sole di violenza ad occupare
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l’ansia e la sorpresa abbandonino il frammento e che esso appaia immobile, perfino quando una mano si affretta ad estrarre la rivoltella (La pistola
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, la apre ad una pura percezione ottica. L’eroina del fumetto, questa bambola sentimentale ed erotica, al pari del suo intrepido partner, non agiscono
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restituiscono una volta di più il senso di un’ispezione, dove è la stessa pennellata dell’artista ad essere scrutata in quel campo d’indagine che resta
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marine Lichtenstein arriva ad una specie di visività astratta, ma che si dimostra alla lettera proprio estratta dal linguaggio del cartoon. Con un
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di soggetto e di singolarità spinta fino ad una pittoresca idiosincrasia, ha ceduto l’intero posto a quella collettiva. Quanto c’è in comune oggi tra
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ricoprirli, a pareggiarli, a far trionfare l’insieme sul particolare, innalzandoli verso un piano di ambigua sacralità. Ci troviamo così di fronte ad
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Tinguely coglie la realtà del nostro mondo nel suo aspetto di frenetico movimento e di spreco di energie, che giunge ad usurare l’oggetto
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appartenente ad un pasto ordinario, che l’artista si è limitato a fissare sopra una tavola e ad appendere alla parete, come si appende una
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parte sua Paolozzi aveva preso ad incorporare nel volume delle sue sculture, di gusto ancora informale, immagini ricavate dal mondo della tecnica e
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steccato. Personalizzare, conferire risonanza, significa in sostanza legare ad ogni immagine il sentimento del tempo, delle sue stratificazioni; per questo
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’inclinazione verso il fantastico e il simbolo, tipica di queste culture, frappone molte resistenze ad una poetica oggettiva, sdrammatizzata e realistica com
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indirettamente è l’attenzione che Alberto Burri ha sempre rivolto alla materia e all’oggetto ad orientare il lavoro degli artisti italiani, come il suo
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Uno dei punti di sutura fra il passato e le nuove ricerche porta il nome di Piero Manzoni. L’artista procede ad una riduzione preliminare della
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Conseguentemente l’ottica dell’artista viene sottoposta ad un intenso lavoro di rettifica: l’obiettivo è rivolto ora ad inquadrare, non già l
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All’interno di questo animato diramarsi di ricerche si comincia ad intravedere una tendenza che, insofferente dei limiti del quadro e della parete
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Art, piuttosto ad una precipitazione in chiave allucinata del realismo surrealista e della Nuova oggettività: il suo occhio dilatato non appare
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» di giungere ad una «regione trasfigurata» che si contrapponga alla «desolazione della realtà sconvolta», e di quella regione la «riuscita dell’opera
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Per altro è il mercato il cardine della società moderna, e di fronte ad un mercato che trasforma immancabilmente ogni prodotto, compresa la stessa
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In Kurt Schwitters, ad esempio, le reliquie di un universo privato vengono immesse in una struttura geometrica d’impianto ancora cubista. Più che ad
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occasione della sua prima personale alla galleria Leo Castelli di New York nel gennaio 1958, ed esteso in seguito ad altri artisti che lavoravano con
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tipiche: una consapevolezza puntigliosamente dichiarata e la cura ad estrarre e ad approfondire ciascun particolare. Perfino la pennellata dell
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), un happening registra le reazioni dell’individuo, suo comportamento, di fronte ad una situazione oggettiva g stabilita in larga misura e pertanto
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edizione si configura come un’occasione per produrre avvenimenti che uniscono un aspetto predisposto ad un altro del tutto casuale ed impensato, sempre nei
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Johns, ad esempio, lavora costantemente a confondere i dati della questione ontologica, conducendo maliziosamente la partita fra l’illusionismo dell
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artisti pop ha valore di mimesi conoscitiva, e come tale arriva a ricomporre e a trasformare i modello, senza però mai spingersi ad alterare i suoi
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ostentazione le spalle, bensì trovano una forma consapevole di collaborazione, dove sono la realtà e la cultura industriale ad offrirsi quale luogo d
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Per Jim Dine tutto comincia con l’oggetto ed interrogando l’oggetto, e seppure se ne allontana ad esso ritorna come ad una condizione obbligata. L
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prepotente gioco degli umori resta ancorato sempre ad una chiara esplorazione concettuale. Ogni cosa, si è detto, ha inizio dall’oggetto (dacché il
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le cose, sfuggendo al nostro dominio, escono dal cerchio abitudinario e confortante che abbiamo a fatica loro imposto. In Doccia verde (1961), ad
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strumento e della mano che lo adopera, in modo da alludere ad un’azione materiale che, ad esempio, è di martellare se l’arnese che si ostenta sul ciglio
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: torch ad esempio a fianco della torcia elettrica nell’opera omonima del 1962. Ma a volte accade pure che l’immagine venga tallonata dal suo nome, ed
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Sempre attivo in Claes Oldenburg, il sottofondo onirico meglio ancora che psicologico imprime una costante distorsione ad ogni frammento ricreato
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(dell'immagine-oggetto nei suoi quadri-collages) non sia poi qualitativamente diverso dallo spettacolo che il mondo continua ad offrire. L’artista sembra
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corrispondenza o non degli oggetti alle voglie dell’uomo), ed è proprio questo strato interno ad alimentare il lavoro dell’americano. Scopo delle sue sculture
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cui serietà non arriva ad allontanare dalla coscienza dello scultore la sensazione di sostenere in malafede una partita impotente. Così, quell
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Una contagiosa complicità, che è di ordine ancora organico, concede dunque ad Oldenburg di allacciare legami familiari col mondo; e la partita
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processo, rendendo automatica l’esperienza ed impedendo quindi ogni esercizio diretto — è una riflessione di Walter Benjamin —, mette capo appunto ad
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