Piccolo trattato di tecnica pittorica
È mia opinione che la tela assorbente sia quella da preferirsi. Tanto le tele assorbenti in vendita presso i mercanti quanto quelle che il pittore
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piegata più volte) tra la tela e il telaio per evitare che quella resti attaccata a questo in seguito al prosciugamento della colla. Presa questa
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da sé è quasi impossibile, l’ambra è una resina fossile e per discioglierla occorrono altissime temperature; quella che si trova in commercio non è
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tela è ancora bagnata la si raschia bene con un tagliacarte o con un vecchio coltello smussato in modo che resti poca imprimitura ma che quella poca
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Ho spesso provato pure a dipingere su tela incerata, quella comune che si usa per coprire i tavoli nelle camere da bagno; gli effetti che si
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Gran Duca dipinta con colore a olio, cioè con una materia simile a quella che oggi si vende in tubetti di stagno.
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La tempera grassa è quella che gli antichi chiamavano comunemente tempera d’olio e poi anche pittura ad olio; è questa seconda definizione che trasse
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tempera magra più facile a farsi. Ecco come si procede: si pigliano alcuni pezzi di colla caravella, quella che usano i falegnami e che nei trattati
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della polvere e così si è obbligati a macinare una quantità di colore superiore a quella prestabilita e di cui spesso bisogna, a lavoro finito, buttare
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principiato, quella parte su cui si vuole ridipingere.
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Bisogna ancora far osservare che il nome tempera di ciliegio non va preso alla lettera. Si dice che la gomma di ciliegio sia quella che dà la più
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specialmente quella grana tanto misteriosa e quella profonda morbidezza che distingue questo modo di dipingere d’infrà tutti gli altri.
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strumenti simili a quelli che si trovano disegnati sui vasi o dipinti nelle pitture pompeiane, a ottenere una materia pressapoco eguale a quella degli
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Lo svantaggio di questa tempera, come quella a colla, è di scurire alquanto sotto l’azione della vernice.
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Questa è secondo me la tempera che offre le migliori garanzie. Di quante ne ho provate è quella che mi ha dato i migliori risultati. È chiara, solida
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quella d’olio di lino cotto e con quella d’olio di papavero, si possono dipingere quadri di qualsiasi dimensione. Una tempera grassa o magra che sia va
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La macinazione dei colori e la loro conservazione (la tempera grassa con l’olio di lino cotto e quella con l’olio di papavero si conservano benissimo
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quella parte del disegno che si vuol correggere. Se per caso per via della superficie troppo liscia i tratti che si danno disegnando non attaccassero bene
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Per velare, la miscela che finora mi ha dato i migliori risultati è sempre quella dell’olio di papavero e di trementina a parti eguali; attacca
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pezzo dopo l’altro e lavorando sempre nel colore fresco. Né si dimentichi mai di bagnare con vernice allungata d’olio quella parte che si vuol velare
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