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Piccolo trattato di tecnica pittorica

261242
De Chirico, Giorgio 50 occorrenze
  • 1928
  • Fondazione Giorgio e Isa De Chirico
  • Milano
  • trattato di pittura
  • UNIFI
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Piccolo trattato di tecnica pittorica

si trova il torlo poi, con un chiodo lungo, si pratichi un foro in fondo al guscio in modo che il torlo possa scolare così nella boccetta; questo è

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Sulla superficie d’una tela in tal modo preparata non si può disegnare né con il lapis né con la carbonella; se si ha l’abitudine di abbozzare con la

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È bene però studiare gli effetti del pennello come quelli della matita con cui si disegna. Il pennello corto e tondo dà una pennellata soda e si

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basso; non bisogna metterli diritti in una tazza o in un bicchiere perché pigliano una cattiva piega. La meglio è lavarli bene con acqua e sapone ogni

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questo bisogna ogni giorno, finito il lavoro, raschiarla con cura e sfregarla bene con uno straccio inzuppato di essenza. I colori intatti che restano

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La vernice che sinora mi ha dato i migliori risultati è la vernice Damar allungata con un po’ di essenza di trementina rettificata. Anche la vernice

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In genere è bene, prima di dare qualsiasi vernice a un quadro finito di recente o da tempo dipinto, lavarlo bene con acqua e sapone.

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La vernice d’ambra che sarebbe la regina delle vernici, se si pensa a ciò che con tale vernice fecero i fiamminghi, è oggi poco consigliabile. Farla

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dipingessero con quattro soli colori: il bianco di Milo, il giallo d’Atene, il rosso sinopico ed il nero, stemperati in una miscela di chiaro d’uovo e

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assorbente e scoperta, asciuga troppo lentamente e non è consigliabile, ma mescolato a parti eguali con l’essenza di trementina rettificata e dipingendo così

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La terra di Cassel cambia e fa cambiare i colori con cui la si mescola; usata isolatamente cambia meno specie se distesa sopra una superficie bene

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In quanto al nero ho l’abitudine di usare della polvere di carbonella macinata con l’olio di papavero; è un colore che ha poco corpo ma però in

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un colore solubile nell’acqua, pertanto un colore non macinato con olì vegetali o minerali. Ci sono però dei colori a tempera che contengono olî e

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Quand’ero in Italia, parlando un giorno con uno storico e critico d’arte dei più noti, ebbi l’occasione di constatare che egli credeva la Madonna del

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Come tela si userà una tela a gesso su cui si saranno date due mani di quest’emulsione senza allungarla con l’acqua. Per lavorare con maggior

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Con questa tempera a colla si ottiene una pittura di grande purezza e luminosissima. Si possono modellare e finire dei dettagli al punto da poterli

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Tutte queste sostanze messe in una boccetta che si tura bene e si scuote con forza secondo il metodo già indicato. Bisogna pure scuotere la boccetta

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sopraciglia, i capelli con i loro riflessi, le rughe, certi effetti di trasparenza in stoffe tenui posate sulle carni. Si è spesso sorpresi di vedere con

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Con questo sistema ho lavorato per un paio d’anni ed ho eseguito parecchi lavori, specie ritratti assai dettagliati, paesaggi con uno studio severo

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Malgrado i risultati più che soddisfacenti che ottenevo lavorando con la tempera a colla e con l’emulsione d’uovo e l’olio di lino, andavo sempre

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Come al solito mettere in una boccetta, tappare bene e scuotere con forza. Con questa emulsione si macinano i colori e si mescolano sulla tavolozza

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L’inconveniente della tempera di ciliegio è che dà una materia un po’ fragile; con tale tempera è meglio non dipingere su tela tirata sopra il telaio

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È una tempera molto solida, forse la più solida di tutte; è quasi una pittura a olio. Essendo molto elastica è difficile che screpoli anche con l

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Resta inteso che con tutte le tempere finora menzionate bisogna dipingere su tele a gesso su cui si saranno date in ultimo le due mani di emulsione

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Non si può dire di conoscere con esattezza assoluta il modo con cui gli antichi dipingevano a encausto. Secondo gli scrittori antichi erano delle

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La tempera a cera con cui ho parecchie volte dipinto fu scoperta nel Seicento da un frate pittore spagnuolo chiamato Regueno. Consiste in un

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Bisogna con questa tempera dipingere su superfici solide: tavole e cartoni, e ciò non perché tale tempera sia fragile ma perché alla fine, dovendo

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cambiano meno. Con la tempera magra bisogna dipingere soltanto opere di piccole dimensioni sopra superfici solide, con la tempera grassa, specie con

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I migliori quadri che ho dipinto a tempera tra cui trovasi l’Autoritratto con la tavolozza, ora al museo di Essen, sono dipinti con questa ricetta. È

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La pittura a olio offre molte risorse che con la tempera non si possono avere. Essendo una pittura più grossolana della tempera permette ogni genere

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La macinazione dei colori e la loro conservazione (la tempera grassa con l’olio di lino cotto e quella con l’olio di papavero si conservano benissimo

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In questo caso bisogna sempre scegliere una tela dalla grana sottile perché il pennello scivoli con facilità. Si può disegnare prima accuratamente

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tono chiarissimo con bianco di zinco, un po’ di nero di vite, ocra gialla e terra d’ombra bruciata; si impastano bene questi colori diluendoli con

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Si ottiene con questo semplicissimo sistema una pittura fresca d’aspetto e un impasto eguale. Vi è però l’inconveniente che non si possono modellare

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sulla tavolozza, con esso si campiranno i contorni del panneggiamento lasciando apparire la traccia delle pieghe. Così pure per lo sfondo si campirà

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Finito il disegno si comincia a campire i contorni con toni chiarissimi. Per esempio ammettiamo che si abbia a dipingere una figura nuda seduta sopra

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Questo sistema è ottimo per rendere la luminosità interna come altrimenti solo con la tempera si può rendere.

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freddo con bianco, nero di vigna e un po’ di terra d’ombra o di terra di Siena bruciata. Sopra quest’impasto e dopo che sarà bene asciutto, si

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Bisogna sempre evitare di velare o sfregare con colori puri (eccetto il bianco) specialmente se occorre farlo con colori scuri come il nero, l

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screpolature fanno la loro apparizione. Meglio è velare con colori a vernice una pittura a olio o a tempera eseguita a base di toni neutri e scuri. I

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I colori a vernice si possono preparare macinando direttamente con vernice le polveri e, in questo caso, è prudente aggiungervi qualche goccia di

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disegno con fissativo comune. Invece di ripassare coi pennello sulla carbonella perché questa non sporchi i colori, come ho già prima indicato, è meglio

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sempliciotti che oggi quasi tutti usano, si può con una volgare tela a olio comperata dal mercante, con un po’ di trementina e un po’ d’olio di papavero, fare

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Fatto questo si campiscono i contorni con una preparazione di colori neutri; al solito: terre e nero. Tale preparazione si farà del tono che si vuole

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È bene comporre le ombre del verde mescolando del bruno van Dyck scuro con del giallo e del blu di cobalto.

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Dipingere un quadro in toni chiarissimi con ombre molto pallide alternando un colore freddo grigio chiaro (bianco con nero di carbonella) con un

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le escrescenze dell’impasto; togliere queste accuratamente con la spatola tenendola poco inclinata. Bagnare la tela con una spugna inzuppata d’acqua e

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Dovendo segnare un contorno, tracciare una linea sopra un impasto asciutto; bisogna evitare di farlo con colore diluito poiché il tratto in questo

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Dipingere con la solita miscela d’olio di papavero, trementina e qualche goccia di Courtrai. Portare avanti il lavoro quanto si può evitando i

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Non ho la pretenzione di colmare, con il presente volumetto, tali lacune. Invitato da Giovanni Scheiwiller a scrivere qualcosa sulla tecnica della

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