Piccolo mondo antico
prenderai tu per mia memoria. Vorrei lasciare un ricordo anche a Maria, ma come si fa? Potrai pigliar un pezzo della mia catena d'oro. Se hai una
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pregiatissimo, mia riverenza", disse egli. "Vien subito la servente a verzeghe." "Non occorre", rispose l'altro. "Non salgo. È ora di partire. Venga giù Lei
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professore non intese queste ultime parole, si accostò al lume e lesse ad alta voce: Torino, 18 febbraio 1859. Luisa mia, Sai che non mi hai scritto da
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. Di quelle accuse ho rimorso, Franco mio; ma delle altre cose a cui tanto penso nella mia solitudine, oh come vorrei che parlassimo ancora, da buoni
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mia moglie?" Il professore Beniamino Gilardoni, figlio del "Carlin de Dàas", era stato fatto studiare dal vecchio don Franco Maironi, dal marito della
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Signor, ah Signor, ah Signor!", si precipitò su Luisa, la coperse di baci. "Cara la mia tosa! Cara la mia tosa!". Avrebbe volentieri fatto altrettanto con
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lo dirò a voce domani sera e confido che tu mi ascolterai come mi avrebbero ascoltato mio padre e mia madre. Nessuna risposta era ancora venuta da
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convenienza di venire a nominarmi, così senza riguardi, il povero Franco? Cosa c'entra Lei negli affari della mia famiglia?" "Perdoni", replicò il
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Al capo tuo, purpurëi ciclami A me, sogni e fragranze, o mia Luisa, Da l'orror di quest'ombre ti figura L'amoroso mio cor. Tacita siedi E da l'alto
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che scriveva per mettere il formaggio nella minestra dello zio, s'affrettò a dire: "e anche nella mia, non è vero, mamma?". Appena fu posta a letto
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, alla veste caduta e vuota della diletta creatura sua partita per altra dimora. "Maria, Maria mia", sussurrò fra i singhiozzi, "che cosa è stato?" Egli
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io non ne tollero ... ma insomma ... mi capisce. Donna di talento, sa. La mia Peppina ci è innamorata. Donna che si insinua dappertutto, poi. Tante
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rivolta, col suo perdono, a lui solo. Questo no, non glielo poteva permettere. "Mia moglie, lo zio di mia moglie ed io abbiamo sofferto molto
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giuocare Loro ..." "Marchesa", rispose Pasotti, pronto, "la presenza di mia moglie non deve impedirle di fare la Sua partita. Barbara giuoca male ma si
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pezzo con le nuvole pesanti, spenta da tre anni, lasciava piovere e piovere i giorni quieti, foschi, silenziosi dove cammina questa mia umile storia. I re
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amico, la mia filosofia in vott o des biccièr la ci sta tutta". "Euh, vott o des biccièr!", borbottò la governante che udì, entrando, questa spacconata
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raccomando", riprese Franco, "mia moglie, mia figlia e il nostro vecchio zio." "Oh!", esclamò il professore, guardando ora Luisa ora Franco. "Vado
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vecchiaia e tristezza. Ecco finalmente Pasotti, ecco don Giuseppe che ricomincia a sbuffare: "Ah Signor! Cara la mia sciora Barborin! Che la scüsa
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, risero della barzelletta e il battello partì. Grida, sventolar di fazzoletti e poi un canto, un canto potente di cinquanta voci gagliarde: Addio, mia
Accademia della crusca
