Piccolo mondo antico
fatto io, una triste notte, e ho sentito che ci pensavi anche tu quando scrivevi, benché né questa lettera né alcuna delle altre tue ne abbia parola
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nulla! "Ho fatto io, ho fatto io, ho fatto io!", disse il Gilardoni, tutto acceso e trepidante, "ma per amor del cielo non dica niente a Suo marito
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gratitudine, s'inginocchiò davanti all'amica sua, le posò il capo in grembo. "Sai", diss'ella, "io non credo più in Dio. Prima credevo che ci fosse un Dio
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canfora e la vocesul viso. "Caro caro caro caro don Franco, io ho un peso enorme sul cuore, non volevo parlare adesso, volevo lasciarla quieto ma non
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impegno anch'io." Qui bisognò saltare: "Veramente", rispose il Gilardoni, tutto agitato, "io ero venuto a Lodi per parlare con Lei, signora marchesa
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sono matto io. Mettetemi qua il mio latte e il mio lume." Era la vigilia di Natale e l'idea pazza di quella gente savia, la risoluzione che pareva
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parola in un suo particolar modo, gonfiando le gote e mettendo una specie di rantolo), - ... una iniquità; ma tutte queste meraviglie che fai tu, io
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, io sono ancora nuovo, ho istruzioni, ho informazioni, ma un'idea esatta dell'uomo e della famiglia non l'ho ancora. Bisogna che Lei me li descriva
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qui e io là." Luisa tacque e l'albergatore se n'andò. "Non vedi che hai l'alcova come a casa?" Non gli veniva in mente, all'uomo patriarcale, che per
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t'ho uccisa io, adesso, ma non è vero, sai, non è vero". Egli si alzò, tutto vibrante di una commozione senza nome, si chinò sopra di lei, la raccolse
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battendo i suoi occhi dolenti. "Ma", diss'egli. "Ela no ghe darà miga rason sul serio?" "Io?", rispose l'ingegnere. "Io non approvo mai che si vada
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. "MI CAPISSI NAGOTT" "io non ci capisco nulla" in dialetto lombardo. MISTICO: contemplativo. NNATTA: tremore fibroso che nasce sul viso o sul capo
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molto?" "Moltissimo." Luisa gli pose le mani sulle spalle. "Ti rincresce molto?", diss'ella fissandolo negli occhi, "che io m'irriti come te d'aver
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terrazza. Qualcuno veniva infatti dalla parte di Albogasio. Franco attese che arrivasse sul sagrato e chiamò a mezza voce: "Ismaele!" "Sono io
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, lusingata. "Io non so mai niente. Sa da chi deve andare la Sua "sciora"? Dal signor Giacomo Puttini. È il signor Giacomo che le sa tutte." "Bene
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lo faccio egualmente. Sono troppo amico della signora marchesa Sua nonna per non farlo. Lei corre un gravissimo pericolo." "Io?", disse Franco
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", diss'ella. "Ma prima io voglio avere da Lei una promessa." "Che promessa?" "Mi occorrono le famose carte." "Quando vorrà." "Guardi che le domando
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bellezza! Non posso dire: una gran verità. Non lo so, non ci ho mai pensato; ma una gran bellezza! Io dico che il Cristianesimo non ha potuto avere né
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a chiave. "Debbo averla io, la chiave", disse Luisa con perfetta indifferenza. Discese accompagnata da un gendarme e risalì con un cestellino pieno di
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, non state a credere che alla mia morte ci sarà qualche cosa per voi, perché io ho già pensato in modo che non ci sarà niente." "Figùrati!", fece il
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io." I quattro che sedettero al tavolino da giuoco si lasciarono subito dolcemente andare, nel loro angolo, alle comode mollezze della conversazione
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", sussurrò il curato. "Fa sempre così, lei, quando ha il Matto", disse Pasotti e gridò picchiando: "Giù questo Matto!". "Io lo butto nel lago
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