Penombre
mica. Qualche nube raminga attraversava l'immenso buio, e, zanzara celeste, entro l'orbita tua si avvoltolava, per arder l'ali luminose e leste. Caldo
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, alla luce dell'allegra festa, vidi brillar quella tua bionda testa, e sui tesori del tuo petto ardente piovean collane di perle d'Oriente, e in una
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fiala che alla tua bocchina piaceva tanto! Ripenserai la tua foga omicida, e gli immensi abbandoni; ripenserai le forsennate grida, e le canzoni
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Ed ella a lui: - Fuggiam da queste bolge alla nostra pendice; sotto il verde e l'azzurro il tempo volge lento e felice. Avrai l'aperto della tua
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l'estremo sacramento, non farei testamento, per morir colla mia sulla tua faccia, e all'inferno volar dalle tue braccia! Noli 186...
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piano appunta il dito. Ritorna all'ombra del tuo pergolato, ritorna alla tua chiesa, e, là, mostra, spauracchio all'uom curvato la croce appesa: me
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sereno, se la bisnonna tua vivesse ancor! Sta' cheto e attento, o pallido bambino, e mi contempli fiso il tuo visino, ti voglio innamorar: la sua
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ricantare la tua beltà! Corna a ponente, luna crescente!
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sulla tua mensola con Gesù Cristo in mano; forse il beato Angelico fu un tuo vicin di cella, forse la tua facella lambendo a notte il suol, di sotto
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tutto che langue, o manca o fugge, tutto che il tempo invola, e l'uom distrugge, o vecchia cieca tu sei sacra e buona, e ben giri quaggiù la tua corona
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; e forse il vecchio scheletro che ieri han seppellito già rotolò stecchito sul tuo piccolo capo. Deh, quel giorno che, fracida la tua crocetta nera
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bella, o ammaliatrice, o santa, o cortigiana! La tristezza, tua pallida sorella, è la mezzana; e io ti stringo, ti mordo, amante offeso da cento mali
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... arrivano i monelli, la tua canizie burlata non sia; dimmi, tua moglie la era saggia e pia? Quante volte avrà pianto al tuo ritorno! Per la memoria sua la
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tue pupille, e l'aurora che vola dalle tue labbra colla tua parola... Sarà l'inno del verme all'infinito, sarà il ringhio che simula il ruggito, non
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che tanto in terra amasti la tua borgata pia ti orni la fossa, e nel tempo lontano mesto ancor li coltivi il terrazzano! Aprile 1865
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cattedrale è la stanzuccia mia! Qui la pace, la fede e l'esultanza, e qui l'asilo d'ogni tua speranza! Porgi a' miei baci questo cuor che geme, chiudiam
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; e chi ci guida ancora in mezzo ai triboli è il tuo concento! Noi gli diremo: additaci la pietra ove la bella tua defunta giace presso lo sposo; cui
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! Dalla tua fiala il dubbio sbuffa le sue tempeste; gramo corpuccio viscido, tappato in sempiterno, tu miagoli lo scherno che il Caso all'uom creò
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arcana voluttà rorido il viso, le aprìa le braccia, e sospirava: - É giunta un'altra bella! vieni, o fortunata, o giovinetta nell'amor defunta, è tua la