Penombre
non sono cattivo; ti amai nei dì del pianto e nei felici, e ti amerò ancor tanto di un amor puro e santo... Ma vi son giorni che il mio cor vien meno, e
Penombre
noto agli usignuoli condur ti voglio. Ti innonderò di mammole il lettuccio ai dì di primavera; e leverò, se vuoi, dal suo cantuccio la croce nera
Penombre
Quando ti parlo,come uno sparviero sono leggero ; come l'augel che bee l'aure remote in cui le note vibran forse degli angioli d'Iddio! Sul cranio
Penombre
, questuando il sorriso e la carezza benedicendo i cenci e l'allegrezza... E forse ancora qualche vecchio amico, dalla febbre e l'età fatto pudico, ti getta il
Penombre
Come è bella la sera in mezzo ai monti! Te ne ricordi?... ti ricordi quando si vagheggiava i rapidi tramonti, e tornavamo a braccio, e sussurrando
Penombre
inerme, della Sventura che ti rode il fianco è nato un germe! - - Ecco un'esequie nella città : mio saggio demone, che mai sarà? - Rispose: - All'ombra
Penombre
calice libato, ti assal la pigra voluttà del tosco; quando a tutte le maschere hai gridato: io ti conosco!, amico, i sogni allor sono svaniti, e tu ti
Penombre
intemerato e l'animo pudico, benché, or lungi da me tu sia sepolto, ti parlo ancora, e ti riveggo in volto. Ecco il canuto crine, e il mite sguardo! Oh
Penombre
aspettando ai camposanti, non ti mandan sorrisi innebrianti ?
Penombre
! É un vecchio ; io lo so : la gelida età con furti siffatti burlando ci va. Oh gatto gentil... ti sono simil! Che mai non perdetti da quando fioccò I
Penombre
poi disse a se stesso: - Anima mia bevi l'ambrosia dai polmoni ansanti; centuplica le tue fibre d'amore, ti stempra, anima mia, ti stempra in canti! è
Penombre
nelle ville, tutto è fremiti e scintille, tutto è palpiti e splendor. Musa mia, tu se' una mummia, nel mio cranio, orsù, ti sdraia; tavolozza, si
Penombre
fedeli, o cattolici, pura e beata greggia! Mentre la luna candida in mezzo al ciel veleggia, ti accarezza l'arcangelo che veglia, accorto e bello, le
Penombre
poeta, e son gelosa! Son gelosa de' tuoi vaghi dolori delle tue belle vendemmie di fiori, sono gelosa della fantasia che ti dilunga dalla soglia mia
Penombre
Quando sarai nel freddo monumento immobile e stecchita, se ti resta nel cranio un sentimento di questa vita, ripenserai l'alcova e il letticciuolo
Penombre
sereno, se la bisnonna tua vivesse ancor! Sta' cheto e attento, o pallido bambino, e mi contempli fiso il tuo visino, ti voglio innamorar: la sua
Penombre
del Bello e del Ver!... Avviva i fantasimi che vivono un'ora, le amiche dell'anima che un soffio scolora; ti gonfia di orgoglio, vigliacco diventa
Penombre
Pallido fior del nordico paese, vaga beltà della colonia inglese, ben mi dicea quel tuo sguardo profondo che ti chiamava a sè l'occulto mondo! Quando
Penombre
; toglili al buio ove sepolti sono, e un inno sol redimerà la ignava vita che persi! Inno, inno santo, e varcherai l'oceano! L'amor che ti conduce guida
Penombre
intingolo, ti fai bollente del mio cranio al foco? Ah, solitario se tu lavori, se non t'aiutano i miei dolori; se cacci l'anima dal suo canile, come dal
Penombre
, serbiamolo al biondo suo lucido crin! E tu che ti nomini l'immenso avvenire, tu culla dei gaudii, dei pianti e dell'ire, lo guarda, e inargèntati, lo
Penombre
dall'occhio sdegnoso, allenta la foga dell'agile piè; e a qualche vicino cantuccio nascoso, se vuoi ch'io ti ascolti, cammina con me - Passava un
Penombre
bella, o ammaliatrice, o santa, o cortigiana! La tristezza, tua pallida sorella, è la mezzana; e io ti stringo, ti mordo, amante offeso da cento mali
Penombre
domestico cielo cui della pioggia il velo imperla la beltà! Le gonne allor bisbigliano come selvette in maggio, e se il capo ti aggravano nuvole di passaggio
Penombre
O bella donna di latte e di rosa, donna sdegnosa, m'han raccontato che nessun ti agguaglia nella battaglia ; che hai di ferro le braccia, e che il
Penombre
sei, nè del poeta; nè del poeta, o stella passeggiera, nè del marito che ti abbranca a sera! - Febbraio 1864.
Penombre
tondo viso in foco e il parlar roco - delle dee baccanti! Oh le donne,oh le chiacchiere del prato! Che laconismo! Nessun ti chiede, là se sei soldato
Penombre
burbero, noi mesti e giovinetti, oltrepassiamo i tetti, chiediamone al seren! Ei ti dirà che brillano gli astri, che l'aura è pura, che raggi il sol
Penombre
che sembra un petalo di gelsomino : con quelle piccole guancie di rosa, parenti prossime della mimosa. Oh quando, in braccio della nutrice, il tuo ti
Penombre
paternostro e l'ave, culle derise e sucide di coscienze ignave? Tra i fili del telegrafo, col fischio del vapore, ti sparvero dal cuore l'ostia e il
Penombre
spagnuolo di cui l'ossame nel mortorio ho visto: il Redentore pianger di venti secoli ti sembra la stanchezza e il dolore, e insanguinar sul fianco
Penombre
ti doni un bacio, o una carezza ? ". Gennaio 186...