Penombre
Quando ti parlo,come uno sparviero sono leggero ; come l'augel che bee l'aure remote in cui le note vibran forse degli angioli d'Iddio! Sul cranio
Penombre
Giovinettina bruna come una bruna notte, e malinconica come la luna! Io mi chiamo l'amore, l'amor mi chiamo, e sono il raggio e il gaudio del primo
Penombre
somiglia a quello dell'anima mia... Dall'aria greve oppresso tenta invan sollevarsi, e fuggir via! Povera amica! di me che ne dici ? Pazzo non sono, e
Penombre
? Rammenti ? - dicevano insieme, poi tutte mutavano le sillabe estreme: - Io sono la coltrice del letto infantile... - E noi siam le gioie dei giorni d'aprile
Penombre
, e tu m'intendi e taci: le tue carezze sono unguento steso, nettare i baci. Con te la vita è placida fiumana Che i burroni scordò onde discese: una
Penombre
poeta, e son gelosa! Son gelosa de' tuoi vaghi dolori delle tue belle vendemmie di fiori, sono gelosa della fantasia che ti dilunga dalla soglia mia
Penombre
calice libato, ti assal la pigra voluttà del tosco; quando a tutte le maschere hai gridato: io ti conosco!, amico, i sogni allor sono svaniti, e tu ti
Penombre
rubini della vigna e queste argentee gemme del globo celeste, in un bicchiere, sono un poema, ed io lo voglio bere! Non discutiamo di filosofia, ve ne
Penombre
; toglili al buio ove sepolti sono, e un inno sol redimerà la ignava vita che persi! Inno, inno santo, e varcherai l'oceano! L'amor che ti conduce guida
Penombre
città sbadiglia... io stanco sono...oh il fulgido sole che spunta adesso, quello è sempre lo stesso da quando in cielo entrò! E a noi mutar coi
Penombre
! É un vecchio ; io lo so : la gelida età con furti siffatti burlando ci va. Oh gatto gentil... ti sono simil! Che mai non perdetti da quando fioccò I
Penombre
a faccia sono i secoli di noia e l'ora lieta, volando si ricambiano il perdono. Seguita, va'! Figli d'Adamo, avanti, che già la noia è al limitar