Penombre
Un dì due chèrubi in un essere sol vestir la creta; quel dì fra gli uomini giunse a esultare e a piangere il poeta. Uno era lamia conscia dei mali
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Qui a bu, boira. Come, come restar fra queste mura quando sapete che son fioriti il monte e la pianura, e conoscete, conoscete le valli e le pendici
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Di tutte le notti fu il lungo lavoro, la dea che mi segue da sera a mattin; amica, due chèrubi parlaron fra loro, per fosco, per duro, per dolce
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! Errando teco, pallida Sofia. Vi cantava la messa un cherubino, e vi nascean colombe ed usignuoli: oh il bel cammino, fra le intatte bianchezze e i
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soldo fra le vecchie coscie, ed entra in chiesa, e non ti riconosce! Elemosina a lei che, a mane e a sera, vaga in sogni di fame e di preghiera. Come
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. E in mezzo ai santi, candido di fedi e di speranze il giglio fui; foglia a foglia mi han l'anima spartita... Ma una perla trovâr fra le mie spoglie
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: come è bella la sera in mezzo ai monti? O pace, o solitudine, o dolcezze! Tu appoggiavi i piedini al focolare, ed io la testa fra le tue carezze; e il
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tempio qua e là si dipingeva di negre spoglie; e il pispiglio dei passeri sorgeva fuor dalle foglie. Ed era un altro dì fra i dì già sorti e scesi al
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complimentava fra beate stanze, era in quei giorni io stesso: io che il perduto imper sospiro adesso! I bei vegliardi dallo scettro d'oro che per la neve
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garriti e fischiate fesse: fin le tegole anch'esse, forse per l'abitudine dei nidi, si credon rondinelle e volan via. Fra le spighe gli steli e gli
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fra i comignoli e il selciato, che freddo per le strade, e quanti ombrelli!... Ho il corpo affranto, e un sigaro appestato: fumo, fumo, il tuo stato
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armoniosa più non udii fra i tremuli arboscelli, e la selva restò muta e pietosa su un nido di orfanelli. Quand'ecco di fanciulli una brigata che
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silenzio d'ignota casetta!. . . Sia piena di rondini, dal mondo difesa, sia bianca e sospesa fra il ciel ed il mar!
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dispersi carezze che ricordar non so. Ma non mi infanghi il plauso dell'ebete orgoglioso che urtai, fra gonne e calici, nel suo cammin famoso; se nei
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d'Icaro assai, passero greco, più del vate che al fulmine attentava, le speranze mi avviva il sacro speco ove il deforme Ciclope vegliava. Forse che fra
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, quattro occhietti brillanti studiavano gli uccelletti e i viandanti. Io passava di là quasi ogni sera e m'avean le due donne in simpatia, ché, fra tanti
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Respondit Jesus : Neque hic peccavit, neque parentes ejus; sed ut manifestentur opera Dei in illo. . Joan. IX. 3. Là nel Museo, fra i poveri avanzi
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guardar - E già mi avventavo... Ma il nume rispose - Un solo fra tanti, fra tutti. . . a che pro ? Pei versi e l'oceano, pel turbo e le rose, poeta, il
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, meste, tarlate, mute... dell'eterna salute ove, ove trovi un segno? Bambino, l'ineffabile tuo visino d'amore giace fra questi ruderi, circondato d'orrore
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diran sul sodo: - Bene, bene davver! - A1di là dei comignoli se tentiam batter l'ali, potrem fra noi benissimo dichiararci immortali, ma ricontando
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cui dietro l'umile cortina distesa, fra i vaghi riflessi che veggonsi in chiesa, la candida infanzia capì la madonna, la buona, la santa, la povera
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vil senso l'anima mi punse; vissi aspettando un mio fantasma bello che mai non giunse; vissi a fior d'acqua, fra i giunchi materni, e il sudiciume non
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per la nuvola e l'augello, mentre gli amici qui, fra i bicchieri, se ne stan felici! Miserere di me che me ne pento, miserere nel fulgido momento che
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l'etere, vuoto miraggio ma parla, e cantami nel tuo linguaggio: anch'io, mio bambolo, anch'io, vedrai or fra le nuvole non guardo mai. Volin le nuvole
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chiuso adesso fra quattro assicciuole? I preti gli parlarono in latino girando intorno colle negre stole. Come due remi a un naufrago legati le stan
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!.. Per le croci comuni e la memoria dei baci suoi! Noi vi porremo un fior che non ha nome fra quanti il cimitero ha vagheggiato; candido fiore tolto
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ch'hanno gli amici delle donne belle si specchiava. Gli scandagli sognai degli occhi abbietti fra le celate invan magnificenze; i contatti sognai, gli
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abbaglianti, ammiccan gli occhi i santi e parlano fra lor. - Ahimè! - sussurra il martire che da una nicchia brilla: - uno spruzzo acidissimo mi entrò nella
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vi stanno fra le campane e i cantici latini: berretti rossi e mèzzari vi fanno da fiorellini. Dormono lì, né mutin lune e soli, a rizapparne andrò la
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comune hanno lasciato; siedo, e veggo sfilarmi davanti ad uno ad uno i pellegrini che sembrano additarmi fra loro, e dirsi: oh vedi un giovinetto che
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stesso, né son parole inutili i sibili e i sussurri che van pei campi azzurri. Oh seguitarli in estasi, fra stelle e nebulose; dalla region dei fulmini