Penombre
Quando vent'anni avea, e spensierato il suo viaggio correa, egli avea detto alla gaia Isabella: - Tu sei gaia, sei giovane, e sei bella... vuoi tu
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Calava il sole e la notte salìa. Piovevano con quelle parole, e colle stelle, goccie d'amore e di malinconia; calava il sole e la notte salìa. Egli
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Albo signando lapillo. Egli aperse quel dì le sue finestre, guardò nel cielo e ringraziò l'azzurro; sorrise ai fiori e ringraziò i profumi, e disse
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solo l'alato padre; si accovacciava nel nido ogni sera e tal sciogliea nell'aria la canzon solitaria, che davver somigliava una preghiera. Egli
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divelto udendo il cicalìo della vegliarda? Egli che all'alba ancor non era nato morir canuto a sera avea sperato... nel fango invece a mezzodì giacea, e
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l'incudine e il martello egli gemere udìa sillabe arcane: il motto ignoto dell'immenso Bello, la cifra oscura della Sfinge immane! Amo il buio e il
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una scritta latina, chiusero una vetrina... il resto Iddio lo sa! Egli che accozza i mistici metri degli universi, egli che fa degli uomini i suoi
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condannato a subir la materia peccatrice! O donna fortunata ed infelice, se v'ha nume che ascolta, e se tu preghi, egli non nieghi questa dolcezza
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, per darmi la cena, riponevi in un angolo il rosario; egli, finito appena, tutto ridente mi sedeva accanto, e mi diceva : - T'ho aspettato tanto! - I
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. - Padre, padre...del mio fato mi accerta!... Ho qui sul cranio come un serto acuto...". Egli die' un guizzo e dileguò per l'erta. Orribilmente del letto
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alzerà quel libero sotto i sereni immensi; del bello eterno apostolo, prete della natura, egli la fede impura tinta di bianco avrà!