Penombre
intemerato e l'animo pudico, benché, or lungi da me tu sia sepolto, ti parlo ancora, e ti riveggo in volto. Ecco il canuto crine, e il mite sguardo! Oh
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l'Ideal che inseguo, e per le lagrime che Iddio mi serba; o giovinezza che già muti nome una pura armonia spirami ancora, un inno alato; pria che il verno
Penombre
sante gioie, o speranze divine! Che ce ne resta, o mia donna, a quest'ora? Ma non è tutto, non è tutto spine l'oggi, se, uniti, sussurriamo ancora: o
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trovarla disseccata sulla cocente arena! Uno stormo però di rondinelle vispe, piccine e belle, quest'anno ancora alla gronda ospitale venne a raccoglier
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, questuando il sorriso e la carezza benedicendo i cenci e l'allegrezza... E forse ancora qualche vecchio amico, dalla febbre e l'età fatto pudico, ti getta il
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ancora, tanto sono accorti, e tanto ponno! Bussano ancora alla finestra mia, e: - Apri, gridano, apri ai vecchi amici; abbiam pescato nella tenebrìa rime
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ricordo ancora! Quanta speranza ti cantava in petto, come ridendo correvamo allora! Davanti alle placide chiesette del monte, allora, rammentati, chinavi
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cosa può servire ancora la poesia. L'uno gracchiando alla melma natìa, l'altro ai santi e alla vergine Maria, potean soli ridarmi un'ora lieta; tanta
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secure! Turba che ancora, attonito, mi arresta per le vie a udir le litanie, se, nei tranquilli vesperi, da una socchiusa porta odor d'incenso l'aria e
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imposte di casa inabitata; quella chioma di raggi e di profumi l'hanno gli eredi a un creditor lasciata. Cerchiam nei balli, e la vedremo ancora la lunga