Passa l'amore. Novelle
già terminato il modellino in legno e in latta del suo mulino, e lo faceva funzlonare, soddisfatto che andasse meglio di quel ch'egli non aveva sperato
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anticipatamente sfatati dalla insuperabile arringa del de Paolis.... Un Dio!... Aveva parlato come un Dio!... E colui faceva sbadigliare i giudici!... E il
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o parte della serata seduto sur un gran sasso davanti al portone, con una specie di coma che gli faceva socchiudere gli occhi e abbandonare la testa
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nello scaffale la merce o l' oggetto; e non faceva un gesto, non diceva un motto per trattenere l' indispettito che andava via. Nessuno poi sapeva
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delle merci che poi, di mano in mano, egli faceva trasportare nel negozio. Era stato costretto a cercare un'altra casa e, invece di affittarla
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moglie e dal suocero che dava ragione alla figlia, gli faceva perder la calma. Ah! Se quel fazzoletto fosse stato un fazzoletto qualunque.... Ma era
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, digiunava, faceva celebrar messe in suffragio dell'anima della morta ed elargiva elemosine. Si scorgeva però benissimo che la morta non voleva placarsi. Nel
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Fascio neppur uno mancava. Si sapeva che il cavaliere faceva le cose alla grande: carne, pane, vino, noci, si mangiava a ufo, e si tornava a casa, lieti e
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aveva promesso che entrando in Consiglio avrebbe detto, avrebbe fatto! E che cosa diceva? Niente. E che cosa faceva? Peggio degli altri. Ora si era messo
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francese, l'orzo fra un nugolo di polvere che faceva tossire don Pietro, quasi stesse per sputar fuori i polmoni. Ma era quella la sua croce! Aver
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Regina degli Angioli e della Madonna del Carmine della parrocchia di San Cosimo. E se qualcuno gli faceva osservare: - Ma, caro don Pietro, la Madonna è
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rappresentava una gran fortuna, ma gia era qualcosa, un inizio, egli diceva, che gli faceva intravedere rapidi avanzamenti col trasloco in un ufficio
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a che la presenza di quell'estraneo non lo faceva rientrare in sè. - Andiamo! Che cosa è questo, signor notaio! - Non sono padrone in casa mia? Non
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con bei mobili, e faceva aspettare i clienti in anticamera, quasi fosse stato un ministro. E i babbei abboccavano; accorrevano da lui che li
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pesce fritto. Mentre egli faceva, al suo solito, le parti, la forchetta però gli tremava in mano e tintinniva su l' orlo del piatto. Silenzio funebre
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, piovesse, nevicasse, faceva ogni mattina, dalle dieci alle dodici quella passeggiata pel sentiero fuori mano che serpeggia su la roccia flno alla cima di
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faceva il chiasso con gli altri ragazzi, lo prese per un braccio e lo trascinò dentro e chiuse la porta con tanto di stanga. - Perchè, mamma? - Niente
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non lo faceva mai, perchè Zitu portava sempre la daga al fianco, ed era protetto dal Sindaco. Si sfogava però contro la figliuola e anche contro la
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, ora dal Patacca e ora dallo Scatà, si espandeva in grandi elogi di quel bravo figliuolo, fior di galantuomo, che rispettava tutti e si faceva
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era vero. Zitu anzi non si faceva più vedere da quelle parti; non ne aveva bisogno. Andava, invece, in casa d'un suo amico, entrando dalla via là
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figliuole in un mare di guai. Non aveva mai fatto niente di bene in questo mondo, e non ne faceva neppure nell'altro, pover'uomo! - Che gli costerebbe dire
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.... - Dove l'hai condotta? In casa tua? Tinu faceva lo gnorri, con le mani in tasca e un malizioso sorrisino su le labbra. - voscenza vuol scherzare, ma
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. Dieci per l'anello, e sei per spegnare gli orecchini.... Lo Storto faceva lo stralunato. Non si occupava di quelle miserie. Si strizzava le dita, si
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?... Perchè non ci pensa lui, a toglierla dal peccato, con la sua tonaca? Don Pietro faceva un gesto d'impazienza, prendeva la tuba e il bastone, e andava
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lassù un contadino che, guardatosi rapidamente attorno, gli faceva pressanti cenni con la mano di tornare indietro; e replicò la manovra due volte. Don
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neppure riflettere a quel che faceva. - Via! Non è tempo da ragazzate! - disse il capo. - Mezza parola di don Pietro è comando.... Non dubiti voscenza
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soddisfacimento che gli faceva attraversare per la mente, come rapidi fantasmi, le figure di Tinu Mèndola e del cavalier Ferro ai quali egli era
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Trisuzza faceva dando gli ultimi colpi di spolveratura nelle stanze ormai ripulite, ravviate e che quasi non sembravano più quelle di prima. Era
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quattrini, prendendo una dopo l'altra le pilette dei tarì e mettendole in tasca, egli faceva quattro rapidi sgorbi sur un quadernetto dove si
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