Passa l'amore. Novelle
AL LETTORE. Col titolo Passa l'Amore dovevano essere pubblicate, tre anni fa, dalla Libreria Editrice Lombarda, cinque delle novelle che ora fanno
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, magazzino, cucina e cameretta pel garzone a pian terreno, e quattro stanzette, a cui si saliva dalla scala esterna con ballatoio, soprastante alla
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dai fratelli, quando sapeva che tutti e tre erano là, e li scoteva dalla inerte indifferenza, li incitava: - Che uomini siete? Ora più non siete
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baronessa, quasi a rifugiarsi sotto le ali di lei e ripararsi dalla tempesta che stava lì lì per scoppiare. Il barone comparve su la soglia, pallido, con
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selvaggio gli saliva dalla pianta dei piedi su su per tutto il corpo fino al cervello, quasi fiamma che lo avvolgesse rapidamente o volesse riversarsi attorno
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busto, applaudendo sotto voce con frequenti bravo! bene! benissimo! che avevano infastidito il celebre avvocato, perchè lo distraevano dalla complicata
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scritture sotto braccio! Lui che volevano far interdire perchè rovinava la famiglia! Lui che era stato abbandonato dalla moglie, dalle figlie, dai figli
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sul petto. Il vecchio contadino, che era stato antico fittaiolo di casa Zingàli, una sera finalmente era andato dalla baronessa, non ostante il divieto
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, sgombrata dalla catinella la seggiola, la offriva a don Pietro brontolando: - Voscenza ci benedica! Si accomodi. - Eh! Questo tempaccio! - fece don
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tesoretto di cinquecento lire rivelatogli dalla sua povera mamma poche ore prima di morire. - Le ho accumulate soldo a soldo, per te; fanne buon uso
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fazzoletto miracoloso. Era convinto che tutta la sua fortuna provenisse dalla presenza di esso colà; era convintissimo che il fazzoletto avrebbe perduto la
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costringeva a passare. Doveva star inchiodato dietro il pancone dalla mattina alla sera senza poter allontanarsi dal negozio un solo minuto, neppure per
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. Don Carlo Parlato, il suocero, andava e veniva dalla camera di sua figlia. Pentita di quel che aveva fatto, essa lo mandava a pregare il marito perchè
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!... Vedrete! Don Mimmo, rizzatosi tutt'a un tratto dalla seggiola su cui si era buttato entrando in casa, aveva pronunziato quelle parole, alzando
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. Le trombe, rimaste fuori, di tratto in tratto, a capriccio, scoppiavano in segnali militari, dalla diana al saluto reale. E la gente applaudiva. Dentro
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Il piano nobile del vecchio palazzo del duca Bompensiero era occupato dalla vedova Garacci che vi teneva una pensione. Di fuori, il palazzo
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. Già, dovrebbe farsi dare un armadio, uno scaffale dalla padrona di casa. - Dove metterli qui? - rispose. - Ci si raggira a stento. Cercare un'altra
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dalla madre; dove siamo stati sorpresi, caro mio, dalla questura fatta accorrere in gran fretta. Sono stato capace di tutto questo; mi son lasciato
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convento, sopratutto per ammirare il quadro della nuova serva di Dio, bella, con le braccia aperte, mezza svenuta dalla delizia spirituale di ricevere le
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fumando, seduto in un angolo, le operazioni di ufficio eseguite dalla moglie, e di dare un'occhiata ai giornali illustrati del "Casino dei Civili„ e della
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il telegrafo che batte: tic-tac-tic-tac. - Libero?... - Libero. Erano segni convenzionali. E la striscia si svolgeva dalla ruota, accendendole in
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attesa dell'amico dottor Balocco. Poco dopo, puntualissimo, il dottore appariva dalla via della Spera, lungo lungo, magro magro, camminando come un
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salotto, qua la camera matrimoniale, là la sala da pranzo; e ad oriente, dalla parte dello stradone, la fila delle stanze da dormire per le ragazze, una
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sua. Ma ecco: il danno che egli temeva venisse fatto dalla sbadatagine delle ragazze, il vento glielo aveva fatto, e centuplicato, in poche ore! E
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notaio. Donna Rita gli turò la bocca. - No, no!... È peccato mortale! - La maledico!... - replicò il notaio, scansando la mano della moglie. - Dalla
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, i facchini di piazza, Beppe del Cancelliere, il Pantano, il Macchinista, come li chiamavano, e don Piddu il palermitano, andavano e venivano dalla
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il piano del terrazzino, spingendo su la via due o tre pezzettini di carta e poca polvere. Poi, sporgendosi dalla ringhiera di ferro, seguiva con lo
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, l'attendeva da un quarto d'ora; e appena ella uscì dalla porta le fe'cenno di seguirlo da quel lato del vicolo.
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Le sere di estate, appena l'omo tornava dalla campagna, marito e moglie si sedevano davanti a l'uscio, col bambino su le ginocchia, orgogliosi di lui
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Rosa diventava rossa dalla contentezza quando vedeva tornare dalla scuola il bambino, con la tasca d'incerata a tracolla; e stava a guardarlo
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dalla testa dura gli ripetesse sempre le stesse cose. E, tornati a casa, la moglie si dava una nuova pelata, dalla disperazione; il marito, buttatosi
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mobile di Santi Zitu, guardia municipale, e non voleva intendere ragione. Don Franco, dalla rabbia, era diventato più magro e più giallo dell'ordinario
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era abbagliata dalla divisa e dai luccicanti bottoni di rame e dalla daga e dal kepì che Zitu portava con aria spavalda. E stava ad osservare
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era vero. Zitu anzi non si faceva più vedere da quelle parti; non ne aveva bisogno. Andava, invece, in casa d'un suo amico, entrando dalla via là
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vedevano ancora i segni nelle grotte annerite dal fumo infernale. La santa miracolosa, che avea scacciato i diavoli di là, avrebbe scacciato così dalla
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prete che, raccontando il miracolo della scacciata dei diavoli operata colà dalla Santa, additava le buche della roccia d'onde i diavoli erano scappati
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lasciavano il tempo, faceva visite, assisteva malati e partorienti, correndo dal medico, dalla levatrice, dando mano alla serva in cucina
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, per farle piacere, chiamerò Tinu Mèndola, cercherò.... tenterò.... - Bravo! Bravo! Io la ringrazio, brigadiere. E uscendo dalla caserma, don Pietro
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coperta; se lo levi dalla testa.... voscenza o chi venuto a ingannarla.... Coi Mèndola niente soverchierie. Se più non ho il marito - che il Signore lo
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cuore, e aveva sussultato per un impeto di sdegno, ingannato dalla rassomiglianza di una persona che gli veniva incontro e che gli era parsa Tinu Mèndola
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nascondiglio. Ero mezzo svenuto, anche dalla fame.... E voscenza mi servì a tavola come un signore, senza domandarmi chi ero.... Non mangiavo da due
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Non sapeva decidersi a dire: Vado via. Trovandosi a due passi dalla Trisuzza, non voleva tornarsene a casa, lasciandola là quasi tra le mani dei
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questo, vedendolo spuntare dal vicoletto a cavallo del mulo e seguito dal massaio e dalla Trisuzza, donna Ortensia scese a incontrarlo al portoncino, e
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padiglioni di tele che nessuno, da anni e anni, aveva pensato di toglier via. Come mai, ora, all'improvviso, don Pietro era stato invaso dalla smania di
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legato attorno alla testa per ripararsi dalla polvere, col petto ansante dalla fatica, e indugiava, inconsapevolmente, e riassaporava
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Era scappato via come un ladro, evitando di farsi vedere dalla vecchia serva, con le mani ancora tiepide del calore delle guance accarezzate; ed era
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Padre Francesco da Montemaggiore, vedendolo entrare nella cella, pallido, con gli occhi stralunati, barcollante, balzò dalla seggiola dietro il
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fazzoletto di seta nera attorcigliato al colio a guisa di cravatta (le punte del colletto della camicia si affacciavano una dalla parte di sopra, l'altra
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questi stanzoni, rischiarati dalla poca luce che penetrava dalle fessure delle tavole, infisse ai finestroni trent'anni addietro come imposte
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cugino che usciva raggiante di contentezza dalla sala di udienza, dopo averlo salutato sorridendo gli disse: - A rivederci davanti a la Gran Corte! Ride
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