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del dottore. Pallido, con gli occhi infossati, il viso istupidito dall'angoscia, e la voce molle dalle lagrime che egli comprimeva per non ispaventare
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guar- date di faccia. Una corona di barbetta grigia contornava il viso da un orecchio all'altro, arricciata qua e là in direzioni diverse; e gli occhi
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battenti soc- chiusi avea visto affacciarsi un istante il viso scurito di Eugenia, la quale pareva attendesse impazientemente che il sin- daco si
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impaurirlo, con gli echi che risuonavano da le volte quasi gli facessero il verso. Pur troppo quelle cattive persone, dal viso duro e dalle ma- niere
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finestra, aspettando che Eugenia si levasse il cappellino. Nella penom- bra della stanza scorgeva appena il biancore del viso di lei presso il letto e il
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una san- ta donna. Io, io verrei a scompigliarglieli dieci volte al giorno. Non vede che viso giallo si fa, stando sempre rinchiuso qui dentro? Glielo
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paramenti sacri, diventò rossa in viso e si arrestò su la soglia, quasi avesse commesso una grande sconvenienza introducendosi in quel luogo così come
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anche allora, intanto che una delle due persone in cui egli si sentiva raddoppiato ascoltava, rispondeva, dava torto, faceva buon viso, porgeva pazienti
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un'ombra di preoccupazione sul viso! Niente, niente! Da quella sera, dal ritorno dal Santuario della Madonna delle Grazie, neppure un lontano accenno
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, il viso rosso; e la lingua impastava male le poche frasi che gli riu- sciva di mettere insieme. Però si reggeva fermo su le gambe, e marciava pel
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beni! Se li gode il cassiere." "Incappucciati a quel modo, con quei due buchi neri sul viso, i confrati mi hanno fatto sempre paura" interruppe Giulia
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faranno fare una pazzia!" Parlava tra' singhiozzi, col viso nascosto sul petto dell'amica, stringendola convulsamente. "Coraggio! Si persuaderanno ... Lo
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Angelica a Eugenia. "Che odore di zagara! Stordisce." Le tre sorelle le fiutavano la veste, il viso, le mani, esclamando in coro: "Che delizia! La zagara
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avrebbe voluto leggergli in viso, sentendogli replicare: "Non aver paura! Non aver paura!" con tale tenerezza nella voce da renderlo quasi
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rispettare come propria. E tornava a prendersela con Giulia: "Non la guarderò più in viso! Non è più mia sorella!" "Si calmi. Suo padre vuole che si
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viso da sembrare che dovesse da un momento all'altro svenirsi. E lungo l'interminabile viaggio, sol- tanto poche parole scambiate a voce bassa, quasi che
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dal viso, e talvolta lo imbarazzava con quella mimica conti- nuata, fino a che Patrizio, portandosi le mani alla testa, non conchiuse: "È stato così
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viso da strega, tornò a lanciarsi in quel suo ballo di San Vito, facendo buffe riverenze ora a Patrizio, ora a Eugenia. I com- messi, attirati fuori
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levò da sedere, passandosi le mani sul viso, facendosi di mille colori, ripetendo soltanto: "Ah, Signore! ..." Il dottor Mola già sentiva rimorso di