PROFUMO
ti avvedi che io soffro, non t'avvedi di nulla! E mi lasci quasi in abbandono e vivi con me come con un'estranea che si trovi in casa tua senza che tu
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perdonato! Non vuoi perdonarmi!" scoppiò a dire. "Oh, mamma! E non ti accorgi che così mi fai patire pene d'inferno?" Ella si rizzò lentamente su la
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ti faccio paura?" "Così all'improvviso! ... Vedi come tremo?" "Hai ragione. Scusa. Non lo farò più." Non ci aveva badato. E prèsala per le mani, la
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che tua madre tollera appena" soggiunse, lasciandolo libero "e perché non può fare diversamente." "Ti ha detto questo? ... Ti ha detto questo
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ch'egli stava per aggiungere, oh, tanto, tanto ancora! "Quanto ti ho fatto soffrire! Quanto ho sofferto! Figlia mia! ... Amor mio! ... Figlia mia
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fine ti ho vinto!". Così (ed erano già trascorsi due mesi dal loro arrivo) una mattina, dopo colazione, si era abbandonato a raccontare l'unico
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averle pronte domani. Ti sei divertita?" "Un pochino." "Domani l'ispettore sarà a pranzo da noi." "Che seccatura! Dovrà adattarsi. E pel manzo come si fa
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dev'essere tutta in fiore" ella rispose. "Il Padreterno va e viene. Che diamine fa?" Eugenia sporse la testa per vedere: "Ripulisce i viali." "Se ti
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Patrizio che le veniva incontro, rimproverandola affettuosamente: "Ti ho cercata dappertutto! Dovevi avvertirmi che andavi in chiesa." "Ah, Patrizio
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qualche settimana, invece, pareva che un pensiero fisso e tormentoso lo spingesse a fare rapide apparizioni in camera o nel salottino. "Ti occorre
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allegro la noia e la stanchezza di tante ore di carrozza. Alla domanda: "Mamma, come ti senti?" la signora Geltrude rispondeva con un lieve cenno
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! Innesti delle mani benedette della buon'anima." "E quando ti picchiava, zia, che mani aveva?" la interruppe Ruggero. "Dio non gliene chieda conto lassù
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coprivano la rozza lastra di pietra; ora per rialzare qualche croce pencolante; ora per levarsi il cappello davan- ti a una tomba di persona amica e
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vedendo che Eugenia stava a guardarlo con ansietà, quasi per scrutargli l'animo, aveva rotto il silenzio domandandole: "Come ti senti?" "Bella giornata
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inutilmente i passerotti, si accapigliavano contendendosi i batuffoli di frascame trat- ti da un nido con l'uncino, per indovinare dal tepore di essi
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. "Smetti, Giulia! Smetti! ..." "Io ti battezzo, in nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo!" La morettina, tuffate le mani nella vasca
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"Prendi un po' di riposo. Son due notti e due giorni che non chiudi occhio. Ti ammalerai anche tu." "Dice benissimo la signora; riposatevi almeno un
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volesse farmi la grazia, come l'ha già fatta anche a te!" "Sì, sì; figurati!" s'affrettò a rispondere Eugenia. "La Madonna ti consolerà." Era lieta di