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cinguettio, con quella luce, con quei canti, con quelle grida, larghe ondate d'allegria dilagavano nello stu- dio e pareva animassero fino i volumi del
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Sollecitati quei benedetti, anzi maledetti ruoli suppletivi, il sindaco stava per congedarsi. Era il momento climateri- co. Patrizio oramai si teneva
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mani e di quei piedi ammonticchiati là alla rinfusa, Eugenia gettò un grido. Tremava, come davanti a un carnaio, senza poter distoglierne lo sguardo
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luminosa che si le- vava sul cielo purissimo, col fascino d'un paese orientale per quei campanili, per quelle cupole disegnate sul fondo az- zurro con
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rappresentazione della propria felicità, e in lei intendesse abbracciare con la immaginazione Corrado Favi, che appunto in quei giorni doveva prendere
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, fuggirono col lor volo a riprese, non appena li videro accostare. Posatisi sul mandorlo vicino, pigolavano inquieti. "Quei cardellini hanno forse il
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beni! Se li gode il cassiere." "Incappucciati a quel modo, con quei due buchi neri sul viso, i confrati mi hanno fatto sempre paura" interruppe Giulia
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abbandonata riprendesse un po' di vita con quel triduo. Che scampanio doveva essere in quei giorni! Insomma, festa coi fiocchi! Così Eugenia si esaltava
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nuora, forse?" " ... Nemmeno!" aggiunse la signora Geltrude, gettando una occhiata sospettosa a quei denti ingialliti. "Qui, sola?" esclamò Patrizio
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ricomparso da una settimana! Proprio in quel momento sentiva bruciarsi la fronte e le labbra da quei baci maledetti! "Una parola! ... Una sola parola
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suono della voce, l'accento, l'espressione della faccia non rivelano mai interamente l'altrui pensiero? Perché tra quei segni e la verità nascosta
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mala lingua! Vada via, ad ammazzare quei poveretti che lo aspettano ... E questa sera poi, prima del tramonto, faccia una passeggiatina verso la Madonna
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e soli abbracci venali provati in gioventù. Oh, quelle carezze, quei baci che simulano l'amore, che profanano l'amore! Non li ho potuti dimenticare
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fisso fisso, ella si sentiva invadere da un terror folle; come se tra quei due avvenisse in quell'istante qualcosa di misterioso, a cui ella doveva ri
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viso, asciugandosi le mani. "Che cosa fai?" "Sono in cucina, signora; preparo il desinare." "Lascia stare un momento; spolvera quei mobili." "Li ho
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sempre." "Qui? Con tanta gente che passa?" la rimproverò Benedetta. "Guardi: quei là, seduti sul parapetto del ponticello" riprese Giulia "sono i
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diceva niente a Patrizio, nè al dottor Mola; sentiva vergogna. Da ragazza le avevano fatto capire che quei di- sturbi femminili bisognava dissimularli