PROFUMO
La stessa notte del tristo avvenimento il dottore aveva detto: "La signora non può dormir qui accanto alla camera del cadavere." E lo sgombero era
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una benigna risoluzione della crisi, quando nel silenzio della camera si sentiva soltanto il respiro affannato dell'inferma, e in quel volto emaciato
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"Com'è avvenuto?" domandò il dottor Mola, chiudendo dietro di sè l'uscio della camera di Eugenia. "Tutt'a un tratto!" rispose Patrizio quasi
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Eugenia aveva avuto l'imprudente curiosità d'informarsi da Giulia se Ruggero aveva mantenuto la sua promessa. "Ha voluto perfino mutar camera
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sono più venuti; e i fiori attendevano la mia padrona. L'attende- vano pure i cardellini. Oggi stesso li porterò su in camera; c'è un gattaccio dei
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osservare silenziosamente Eugenia, occupata a sorvegliare la caffettiera. La seguiva in tutti i movimen- ti, da un punto all'altro della camera, con
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" soggiunse il dottore, tirandolo dolcemente fuori della camera. "Dicevate che questa è la prima volta che le accade e per un dispiacere insignificante. Può
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dalla cella di cui avea fatta e la sua camera e il suo salotto e la sua sala da pranzo. Costretta dall'infermità a passare settimane e settimane senza
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, come l'altra volta, non gliene parlava più. Non pensarci però era impossibile. "Non mi trattiene mai nella sua camera! Mi risponde appena, con un sì o
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"I vivi coi vivi! I morti coi morti!" La mattina appresso, Patrizio passando davanti l'uscio di quella camera diventata il suo santuario e ch'egli
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partiti! ... Potrei dirgliene delle belle! ..." Patrizio non l'ascoltava da un pezzo. I suoi sguardi erano fissati su l'uscio della camera attigua. Dietro i
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, alle vesti, e invade fin la camera durante la notte." "Ah! ... Capisco." "Capisce?" "Fenomeno raro. Son contento di poter osservarlo; non mi era mai
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momenti. Ha voluto in camera il dottore. Ormai ci siamo abituate." "Ogni famiglia ha la sua croce" sentenziò la signora Di Maggio. Patrizio, rimasto in
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avere interrogate con un'occhiata le sorelle. Eugenia andò in camera a riporre gli scialli e tornò subito. "Seggano, debbono adattarsi, siamo così
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gli sfuggì. Alla scarsa luce che veniva dall'uscio socchiuso dell'altra camera, Patrizio la vide portare le mani al cuore e ripetu- tamente aprir la
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Patrizio era sceso giù nella selva, quasi cacciato via di camera da quel: "Soffro! ... Lasciami stare! ... Soffro!" Ah! ... Perché le parole, il
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a far portare il lume in camera e che rispondesse appena al suo: "Buona sera!" rimanendo appoggiata sul davanzale della finestra, con la testa fra le