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sentiva frapposto tra sua moglie e lui. "L'ha con me, signor Agente?" Il Padreterno gli veniva incontro, con le maniche della camicia rimboccate sopra
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Ruggero era venuto dall'Agente per congedarsi. Si affrettava a tornare a Siracusa. Pochi altri mesi, e avrebbe avuto addosso gli esami. "Quel
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sapere la mia opinione? Con la legalità non si fa nulla, caro signor Agente. Il più delle volte, un po' di arbitrio, o di vio- lenza, risolve meglio certe
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Agente! Cominciavo a dubitare della vostra venuta." "La folla ci ha impedito di arrivare più presto" rispose Patrizio. "Che calca, papà!" esclamò Giulia
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destinato da quel municipio per ufficio dell'Agenzia e per abitazione dell'Agente; fin queste circo- stanze si erano a un tratto mutate in favor suo e
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buon piemontese, aveva fatto onore alle bottiglie di vino vecchio, regalate dal sindaco in quel- l'occasione all'Agente. Aveva gli occhi imbambolati
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stomaco. Dico bene, signor Agente?" "Da quel Padreterno che siete" rispose Patrizio sorridendo. "Perché vi chiamano Padreterno?" domandò Eugenia
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pianga!" disse Giulia, abbracciandola e asciugandole gli occhi col fazzoletto prèsole di mano. "Si faccia co- raggio." "Povero Agente! Vuol tanto bene
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miglior modo per mostrarci che le nostre visite non le dispiacciono." "E l'Agente dov'è andato?" domandò Giulia. "Non si è accorta del commesso venuto a
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terrazza, o in camera di Eugenia, mentre Giulia era distratta o lontana e occupata a stuzzicare l'Agente che fumava digerendo la colazione. Ma se una
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Patrizio era stato fermato dal dottore a piè degli scalini della chiesa del Rosario: "Faccio come i vecchi miei pari, caro Agente; prendo la
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. Ma, voi lo sapete, caro signor Agente; quantunque medico, cre- do così poco all'arte da me professata, che quasi quasi dovrei smettere. Non ho però
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piacevole, lo deduceva dal contegno dell'Agente, dalla ruga che si contraeva su le so- pracciglia di lei. E si mise in guardia. Dorata portò le tazze
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salute dell'Agente che aveva avuto il torto di non venire con loro. "Glielo dica che sono in collera perché non è venuto; glielo dica, donna Eugenia!"
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persone che salutavano famigliarmente le figlie del cavaliere, Ruggero, e, non senza un sorri- so di compiacente meraviglia, l'Agente e la sua signora
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, uomo! ..." "E non c'è ragione, caro Agente! ... Il caso può essere e non essere cosa grave. Nei fenomeni nervosi, chi si raccapezza? Scoppiano