POESIE
è il sogno della vita - se la morte a vivere ci aita ma la vita la vita non è vita se la morte la morte è nella vita e la morte morte non è finita se
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Parlarti? e pria che tolta per la vita mi sii, del tutto prenderti? - che giova? che giova, se del tutto io t'ho perduta quando mia tu non fosti il
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Se camminando vado solitario per campagne deserte e abbandonate se parlo con gli amici, di risate ebbri, e di vita, se studio, o sogno, se lavoro o
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passione e la faccia raccolta che la fiamma nel tempo stesso vela e manifesta. Ma se l'occhio distolgo dalla strada arida e sola che percorro oscura e alla
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che d'erbe e fiori ancor s'è ricoperta - se pur il ciel di nubi ancora svarii, onde occhieggian le stelle nelle notti, e nere fra il lor vario
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care, poiché il muto dolore a me ha parlato e m'ha narrato quello che ogni cuore soffre e non sa - che a sé non lo confessa. Ed oltre il vetro della
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si rinvoltola accidioso e rincardina le porte. Se lo scuoti e lo palesi, marzo giovane pazzia, la sua trista nostalgia sogna il sonno di sei mesi. Ei
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, ch'ora sulle creste spumanti, or negli abissi, or sur un bordo or sull'altro la trae senza riposo. E se l'albero gema, se la scotta a spezzarsi si tenda
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Se mi trovo fra gli uomini talvolta, qualunque cosa io parli, la mia voce mi par che solo il nome tuo richiami. Io taccio allora e aspetto trepidando
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, l'ansia che t'arse il core o mortale che chiedi la tua sorte, se dopo il tormento diuturno se dopo la rinuncia estrema - non muore la brama insaziata
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. Ma non dobbiam però chinar la fronte. Col ferro in pugno verso l'ideale ci batterem con animo leale! In alto i cuori! E se fra le battaglie della vita
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quasi la vita per più forza gravi come un'aura di morte. Ma se i fiori onde prossima l'aurora del giorno estremo anelava l'adolescente Aprile vento
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la fiamma selvaggia, abbandona la triste spiaggia e nel mare sarai la sirena. Se t'affidi senza timore ben più forte saprò navigare, se non copri la
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. - A qual pro? Ma alla veglia dolorosa una fiamma splendeva e la nutriva una speme più forte. Ché se al lieto commercio e del piacere al giocondo