POESIE
, poiché ho esperta e ancor vivo ad ogni istante nella tua indifferenza la mia morte. Né più mi giova mendicare i giorni né chieder altro più dal dio nemico
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l'onda canuta, né la mensa famigliare e l'usato giaciglio ho rimpianto o il commercio delle care e dolci cose. Né deserto e triste m'è apparso il mar
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sollevar ed il bene che non sanno van col vento a ricercar. Dalle pozze dalle valli sale il velo e in alto va, non ha forma né colore l'affannosa
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il cor vive, e vuole, e chiede e aspetta pur senza speme, aspetta e giorno ed ora e giorno ed ora né sa che s'aspetta e inesorabilmente passano l'ore
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dove e bever l'aria che da te si muove né mai lasciarti. - 31 marzo 1905 * * * Poiché il dolore l'animo m'infranse per me non ebbe più la vita un fiore
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d'infilar sua cruna, né perché più s'avveda dell'inganno meno ritenta ancora la fortuna. Che tale è la sua sorte: col suo filo sperar vita tramare e con
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sicuro non potrà affogare», né sbattuta dall'onda musicale quando senza velami dai tuoi occhi l'anima fiammeggiava e la tua vita nelle dita sicure era
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ch'ora soffro vano tormento senza via né speme, tu mi sei cara mille volte, o morte, che il sonno verserai senza risveglio su quest'occhio che sa di