POESIE
agitano il seno te nel canto lontano degli uccelli nel frusciar delle nascenti piante; te nell'astro che sorge trionfante ed in fra muti sconsolati avelli
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Ma un vento lieto giù dalla montagna invade la natura senza luce che per pioggia e per nebbia si dissolve e delle nubi oscure la continua trama
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la polvere degli avi e i propositi dei savi rompi e l'ombra delle chiese. Ed il pavido borghese che nell'essa porta il gelo dell'inverno trapassato e
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vento e lo sciame ronzante degli insetti. - Delle rondini il volo affaccendato segna di curve rotte il cielo azzurro e trae nell'alto vasti cerchi il
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l'onda canuta, né la mensa famigliare e l'usato giaciglio ho rimpianto o il commercio delle care e dolci cose. Né deserto e triste m'è apparso il mar
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l'allevava il mio sogno lontano, ancor ch'io fossi d'ogni certa speranza privo al tutto; ma da quello una vena mi fluiva di forza che nel mezzo delle
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massa delle nubi, e lungi livida luce rompe la tenèbra e pei piani rivela in nuovo aspetto messi ondeggianti ed alberi ricurvi e pei monti corruschi
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non sia un dei mari. Anche il mare è un deserto senza vita, arido triste fermo affaticato. Ed il giro dei giorni e delle lune, il variar dei venti e
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struggo lontano e solo, anco s'a te vicino parlo ed ascolto, o mia sola compagna. Mentre di tra le dita delle nubi a che occhieggian le stelle nel sereno
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dell'odio doloroso delle moltitudini vinte ed arde ogni giovane core e piange nell'aria fumosa lo spasimo disperato, e suona l'urlo più alto quando
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camminare per le vie che la siepe rinserra e stretti alle bisogna della terra si curvarono a faticare. Sulle pallide facce il timore delle piccole cose