POESIE
Giaccio fra l'erbe sulla schiena del monte, e beve il sole il mio corpo che il vento m'accarezza e sfiorano il mio capo i fiori e l'erbe ch'agita il
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Le cose ch'io vidi nel fondo del mare, i baratri oscuri, le luci lontane e grovigli d'alghe e creature strane, Senia, a te sola lo voglio narrare
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a me stesso diverso e amor m'induce e desiderio, ancora ch'io non sappia per che, pur fiduciosi. Ché pur in me natura si nasconde insidiosa e ignaro
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, ch'ora sulle creste spumanti, or negli abissi, or sur un bordo or sull'altro la trae senza riposo. E se l'albero gema, se la scotta a spezzarsi si tenda
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ch'altri con bocca impura a questa voce risponda, e del mio bene ascoso mi discorra; e se pur d'altre cose memorando mi parlano con voce indifferente
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intera ch'ora non sono, se già in me non l'ami: ma se in me non l'ami, se tua vita crear non so della mia vita stessa, che più giova sperar, che più
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amplesso solo poderoso vorrei legare a me tutta la terra vincere il fato e la fortuna ch'erra cieca nel mondo. * * * Ma un brivido mi corre per le
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vita e s'apre il frutto del mio tanto aspettar, ora la gioia intera e il possesso dell'universo, ora la libertà ch'io non conosco, ora il Dio si rivela
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, perch'ei sia grato a lor della sua vita, perché il muto dolore sia obliato e la promessa vana ogni presente. Ma l'augurio che ciò ch'ei mai non ebbe
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lontana il misterioso annunzio noto, ch'altri non intende. Così m'eri distolta e la mia vita invano sanguinava per ridare a te la vita che s'era partita