Oro Incenso e Mirra
del centurione?" "Restitusci a Roma questo mio bastone di vite, e dille che una parola è nata più equa del diritto del pretore". Quale capitano di
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sapeva dove trovarle. Allora si rimise violentemente al lavoro. Un bigliettino della principessa venne daccapo a turbarlo. "Mio caro grand'uomo, avete
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selvaggio. Da duecentotrent'anni eccoci qui dipinti insieme a fare dei miracoli; tutto il mio quadro, vedi, è ornato di voti. Quante cose ho imparato da
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dell'Isyomane, che fa delirare cavalli e puledre lungo le valli di Arcadia. - Ah! ah! odioso amore, perchè attaccandoti al mio petto come una mignatta di
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le pompe dell'immortalità dovessero per forza arrestarsi davanti al mio amore... - Fermarsi è morire. - No, non ancora. Se quando tu cerchi nelle
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immancabilmente. - Addio - egli disse tendendole la mano. - Ma perché mi lasci così? Quando ci rivedremo? - Al mio ritorno a Bologna quest'inverno. - Non
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occhiata seria. - Mi rendi il mio coltello? - chiese Viù all'improvviso. - No. Un lampo sprizzò dagli occhi del ragazzaccio, che finse di stringersi
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; poi sillabando: - Aloisia comitissa ux... qui è cancellato... Lambertini... Toh! il mio cognome.
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pranzo? - lo interruppe bruscamente. - Troppo poco. - Perché vi aveva invitato solamente mio marito? - Fors'anche. - Se vi invitassi io? - Provate. - Non
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echeggiare sotto il mio passo leggero di donna gli domandai se v'erano sotto le prigioni. - E vi rispose? - Sorridendo che v'era la cantina. Ebbene abbiamo
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, sopra un fornello di terra cotta, fumava un pentolino. - Vuoi farti prete come mio fratello: egli avrebbe potuto almeno darti qualche cosa. Il
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profondamente, e ne aperse una. Alla prima parola impallidì, la lettera incominciava: "Angelo mio! Il nostro bambino sta dunque bene...". Ma egli non
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vi credono i vostri cortigiani. - Vorreste il mio segreto. - Sono io che ve lo dirò. Ella ebbe un gesto. - Bisogna amarvi per averlo indovinato. Voi
Accademia della crusca
