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cognizioni, quindi allorché l'altrui impazienza ci interrompe, é miglior consiglio lasciarle libero il campo e tacere, di quello che battere inutilmente gli
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improvvisamente assordato, dal rumore delle campane. 2.° Dopo lo scoppio di risa smodate succede una serietà agghiacciata, come dopo un fuoco d'artifizio ci
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La storia d'Atene e di Sparta due estremi ci presenta nel modo di parlare. Gli Ateniesi erano talmente invasi dalla mania ciarliera, che lunghe
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Se alla loquacità s'unisce l'egoismo, cioè se parliamo sempre di noi stessi, de' nostri gusti, delle cose nostre, in somma di quanto ci appartiene
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». Franklin ci dà un metodo, se non per liberarci da' curiosi, almeno per troncarne l'importunità; e questo metodo consiste nel precisare il discorso
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l'opinione degli altri, quanto è maggiore l'aria di comando con cui ci viene proposta. Chi sottopone al nostro giudizio un'idea sotto le forme del
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dispiacere di questa supposta inferiorità, sensibile in tutti, cresce in ragione dell'alta idea che ci formiam di noi stessi, e può (tant'è la debolezza
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Temistocle ad Euribiade, il quale alzava il bastone per provar la sua tesi. Questa fermezza d'animo in un uomo che era tutt'altro che vile, ci dice
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generoso ci sorprende piacevolmente; e quella vanità, che voleva vincere nella disputa, non vuole restare vinta in generosità; quindi gli animi si
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eguale logica si screditerebbe il sonno, perché talvolta i sogni ci conturbano.
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siete nostri amici finché avete bisogno di noi; ma quando siete saziati, ci dimenticate. - Ah! non temete nulla, rispose ridendo l'abate: Io non vi
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giudico, il campo del ridicolo; poiché spesso noi ridiamo saporitamente senza che alcuna ombra di deformità al nostro spirito si appresenti. Infatti ci fa
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, ancor più riconoscereste quanto io ho ragion di dolermi, ché quando aveva il suo basto addosso , parea propriamente un Tullio. Il riso che ci
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. All'opposto se li comunichiamo agli altri, sembra che si rinforzino e si estendano; se poi li gustiamo in loro compagnia; durano di più, ci riescono più
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sensitivi, perché un motteggio gli avvilisce; I vendicativi, perché ci esponiamo a pagarne il fio: lo stesso si dica degli ignoranti potenti a' quali
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alle vicende sociali ci abbisogna. Ciascuno, conoscendo le disposizioni comuni, applica nella sua mente le forze altrui ai bisogni propri. La
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quell'impiego che ci era stato negato per demerito; e pure questa possibilità si è realizzata più volte. Il marchese di Sant'Andrea insisteva presso Louvois
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storia romana ci fa sapere che Romolo ammazzò suo fratello Remo per regnar solo in Roma. Dei barbari dell'Africa si raccontano usi che sembrano
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manca che non ci provino che le acque salgono in vece di discendere. Pretendere che lo stato attuale della civilizzazione sia scevro da vizi, sarebbe
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La storia ci presenta negli scorsi secoli i seguenti risultati che verranno svolti ne' seguenti capitoli: 1.° Scarsezza di piaceri civili; 2
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del celebre Tommaso Becket, cancelliere d'Inghilterra nel XII secolo, ci fa risguardare come un esempio di ricercatezza e di eleganza il di lui
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, avevano in costume, per corroborare un atto, di apporvi una croce. Parecchi atti ci rimangono in cui re e personaggi assai qualificati formavano, come si
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dall'estinguere l'attività dell'animo, l'alimentano e l'accrescono. Ma se qualche gusto sensuale ci cattiva in modo isolato; s'egli acquista la forza d'un
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l'origine sino all'ottavo secolo, ci ricordano l'uso loro prediletto in questa stessa denominazione; giacché altro non fu la famosa Tavola rotonda fuorché
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ammansato. I divertimenti corporei prevalenti negli scorsi secoli ci danno adunque i seguenti risultati generali: 1.° Conquiste, aggressioni, saccheggi
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univa nella sua casa vari amici, ella ci disse: Signori, dimani a sera non ci vedremo, perché andró al teatro - Come al teatro! - Sì, giacchè la serata
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libertà dopo la decisione de' fatti. Avanti d'esporre questi fatti ci sia permesso di dedurre una conseguenza dalle cose dette. Abbiamo veduto che per
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frequentiamo ci giudicano; e fa d'uopo osservare che la vanità vieta loro di cambiare facilmente la prima opinione che di noi concepirono, vera o falsa
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ragione dell'ignoranza, le cadute in ragione della debolezza. I progressi della filosofia ci hanno liberato da mille spettri da cui lo spirito de
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contro la naturale » inclinazione che ci spinge continuamente » verso la barbarie, e non si mantiene che per » artifizio ».
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risentimento. Che che però ne succeda, non ti dimenticare che i nemici sono talvolta utili, poiché, avvisandoci de' nostri errori, ci dicono assai verità
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, retrogrado, irregolare. 3.° Qualche poeta ci deride, quando nelle conversazioni parliamo d'arti e di commercio, di pace e di guerra, di governo e di
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osservare se é bianca o nera, leggiera o pesante, bella o brutta, graziosa o no alla vista di qualche astante? Ella ci ridona la salute, e basta
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distrutto la vendemmia; le imposte sono eccessive, la guerra é imminente, la peste s'avvicina, ecc. Poco manca che non ci predicano la fine del mondo
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l'elogio della melanconia, come fecero alcuni scrittori detti sentimentali, è fare l'elogio delle nubi che ci tolgono la vista del firmamento. In
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ascoltanti, se non erano interessati nella disputa per amor proprio. Di sottili insipidezze ci diede un esempio d'altra specie Uvezio, allorché
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, sicché il massimo ridicolo ci verrebbe offerto da coloro che imitassero i comici di campagna, i quali dopo d'avere rappresentato Cesare e Pompeo
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persone nemiche o reciprocamente odiose. Egli è questo un problema, talvolta difficile per la padrona di casa, e a scioglierlo bene ci vuole occhio fino
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La distrazione poi è dannosa a noi stessi in tre modi nella conversazione; 1.° Ci fa ripetere le stesse dimande, e prova labilità di memoria. (Una
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a giudicare gli uomini non quali sono, ma quali dovrebbero essere; la quale illusione se riesce piacevole, perché ci libera dalle spine della
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le nostre azioni, veggono con dispiacere che si assegni a sè stesso nella loro opinione un rango o delle ricompense che essi non ci assegnarono
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? Perché vorremmo noi essere » maestri a tutti coloro i quali ci ascoltano, e comandare » ad ognuno che a nostro modo favelli? » E se per avventura
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, non per ostentazione e arroganza, ma per quella confidenza che la probità inspira. Alfieri che ci ha lasciato la sua vita, confessa candidamente che
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, non deve oltrepassare il rapporto di uno ad uno e mezzo. Quindi pria di profondere lodi dobbiamo esaminare le qualità delle persone; e se ci accade di
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» della passione v'accecò, ma io sperava di più » da quella perspicacia e forza d'animo di cui ci » deste tante prove, e che certamente non è estinta
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