Nuovo galateo. Tomo II
cavalieri, o sia gli uomini a cavallo, che più de' fanti erano anticamente pregiati alla guerra, spinti da avidità e da amore, da vanità e da gloria, si
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' commercianti o de' fabbricatori, seppero farle valere. Non contente delle nuove ricchezze, aspirarono alla considerazione, e giunsero ad ottenerla
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Epaminonda, che ho insegnato loro questa civiltà. La taccia d'inurbana data alla taciturnità è dunque molto antica, e con ragione, principalmente quando
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Se alla loquacità s'unisce l'egoismo, cioè se parliamo sempre di noi stessi, de' nostri gusti, delle cose nostre, in somma di quanto ci appartiene
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Cresce l'impertinenza, se alla voglia di parlare sempre di sè si unisce la pretenziose di superare in tutto gli altri. A sentire qualche stolto, i
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non tolgono pregio alle nostre azioni, come le nubi non tolgono pregio alla luce del sole.
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quietamente il suo viaggio, e le cicale sarebbero morte da sè stesse alla fine di otto giorni.
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Non può abbastanza censurarsi, perché contraria alla confidenza e quindi all'allegrezza, la smania di coloro che vogliono conoscere tutti gli affari
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compagnia interdice, ma quelle che, sebbene meno gravi, non lasciano d'esser nel tempo stesso pungenti per l'altrui amor proprio, ed estranee alla cosa
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La rissa del concilio degli Dei tra Giove e Giunone, relativamente alla causa de' Greci e de'Troiani, fu assopita dalla destrezza di Vulcano.
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talora dannosi alla società, non trovansi ne' codici criminali, e passerebbero impuniti e fors'anche inosservati dallo stesso colpevole senza la
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siete riuscito alla vostra età. sia perchè la satira presenta una falsa sembianza di libertà, Malignitati falsa species libertatis inest. Tacit
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, qualora il motteggio é sproporzionato alla colpa, e flagella a sangue chi non merita che un lieve colpo di staffile. L'ironia di Socrate era
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alla malignità, se vuoi ch'ella ti permetta un elogio. Ma per provare la sincerità del tuo zelo, allorché tu stesso produrrai in mezzo le azioni di
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1 .° L'uomo gentile né ride né fa ridere alla foggia de'pazzi, degli sciocchi, degli ubbriachi, degli inetti, de' buffoni. Fénélon non ischerza come
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Si chiamano anche scurrili quelle celie che fanno arrossire il pudore. 3.° Le celie non devono peccare per eccessiva malignità. Alla consecrazione d
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innocentemente intrattenersi, toglie sempre degli istanti alla corruzione, e talvolta le toglie de' capitali, per la compra de' libri di cui abbisogna. I
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far passare i suoi soldati dal timore alla speranza, dall'avvilimento al coraggio, e renderli vincitori di quelli da' quali temevano pochi momenti
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impossibili agli Europei: del re di Dahomey (Costa degli schiavi nella Guinea), dice Maltebrun: « I ministri depongono alla porta del palazzo » i loro
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nell'infelicità sociale; 7.° Ferocia in vece di bontà ne' sentimenti religiosi; 8.° Insulti alla pubblica decenza.
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donne esposti con chiarezza e adattati alla capacità de' fanciulli, poco costosi e proporzionati alle finanze di tutti; in oltre sono numerose le
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esercizi corporei, che l'uomo alla guerra addestrano ed alla caccia. Tutto si riduce ai moti del corpo; lo spirito e l'animo non v'hanno parte. Ho
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alla notizia che si avvicina l'inimico, o di doverne andare in traccia. In questa situazione di cose i popoli, lungi dall'occuparsi della giustizia
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spende in abiti, allora si spendeva in bagordi. Quelli che fanno rimprovero alla filosofia d'avere esteso lo spirito di socievolezza, sono costretti a
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venissero » da un gran numero di scrittori saggi ed » accreditati. Nelle chiese cattedrali si sceglieva » ogni anno colui che doveva presiedere alla festa
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« Oggi più non si ride, ma solo si sorride; » e i nostri piaceri sono vicini alla noia. IV. Troviamo offesa la decenza anche negli usi de' tribunali
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l'opinione del volgo che dall'abito ti giudica. Segui dunque le mode del paese in cui ti trovi, allorchè l'onestà, alla decenza, alla salute non s'oppongono
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pedantesche, e non farai dei nemici alla verità con tuono presuntuoso e dogmatico. Ricordandoti quante volte t'ingannasti, tollererai facilmente gli
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83 » 9. Delicatezza d'animo 86 CAPO VII. Difetti nelle conversazioni 95 § 1. Concorrenza superiore alla capacità del locale ivi » 2. Conversazione
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conversazioni se una varietà di soggetti corrispondenti ai bisogni di ciascuno non presentano. Generalmente parlando, i discorsi seri non possono piacere alla
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Si può innalzare l'animo alla speranza, mentre il volgo s'abbandona al timore considerando tutta l'estensione delle eventualità possibili.
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, detenuto per opinioni politiche, non soggiacque che un giorno alla melanconia in quattordici mesi, benché gli fosse negato il conforto de' libri. Far
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Se una parte della civiltà consiste nel dire a ciascuno ciò che gli conviene, è chiaro che, acciò non manchi soggetto alla conversazione, devi
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, principalmente avanti queste persone, sugli accennati argomenti, giacchè, non appartenendo essi alla tua professione, ti esporresti facilmente al
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Tu mi dirai che ti porti alla conversazione non per esercitare la pazienza, ma per andare a caccia di piaceri innocenti e vorresti poterli còrre o
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tacere alla presenza di queste, rasserenarsi in volto e parlare quando queste scomparvero. Se si cerca la ragione di questi fenomeni, si trova che
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pende naturalmente alla satira. Ora é meglio giocare che annoiarsi, é meglio giocare che maledire, purché regola ti serbi e misura:
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principessa, la cui attenzione era straniera a questo trattenimento, dimandò di nuovo alla dama quanti figli aveva. - Siccome non ho partorito dopo la prima
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qua e là il capo, e far gesti con questo e sorridere a quello, in somma mostrare un'aria di volto che alla sensazione comune eccitata da' discorsi
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Pretendere di mostrarsi filosofi mostrandosi astratti e sgarbati, è pretendere di mostrar ricchezze con un tabarro rattoppato. Chi alla coltura delle
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imporre silenzio all'orgoglio soperchiatore, fa conoscere ciò ch'egli è, s'alza nella sua possa e torreggia dinanzi alla mediocrità impertinente che
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Le gazzette di Londra del 28 maggio 1820 dicono: Le petizioni presentate alla corte dei reclami nella circostanza dell'incoronazione (dell'attuale re
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riguardo alla vanità di ciascuno, che talvolta è il principale ostacolo. Infatti se nelle botteghe predomina l'interesse, nelle conversazioni prevale la
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peccavano per eccesso di bassezza, hanno lasciato un bell'esempio dell'indulgenza che si debba alla follia de' grandi. Alessandro, che era piccolissimo
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L'uso della lode è ragionevole finché, fondato sul vero o verisimile, è stimolo o ricompensa ai talenti, all'industria, alla virtù. L'uso della lode
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re zoppicava per una ferita. E' un ladro che toglie alla virtù l'encomio che profonde al vizio; E' un infame che, indifferente all'onore, non teme il
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coniarono molte monete alla sua presenza: una di queste essendo caduta a' suoi piedi, egli la raccolse e vi vide da un lato il suo ritratto in busto
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alla brutalità de' loro compagni, li colmò di lodi per sì onesta condotta, fece quindi ricercare il di lei marito, e gli disse alla loro presenza: Voi
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perché le ha vedute: e perchè la loro presenza acquisterà credito alla sua assemblea.
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ripetute esclamazioni buon Dio! come fa caldo! sono vicino a svenire! riescono estremamente piacevoli alla padrona di casa. Non manca nulla alla sua
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