Nuovo galateo. Tomo II
. 3.° L'allegrezza moderata più facilmente che la clamorosa si comunica agli astanti, perchè dista meno dallo stato abituale degli spiriti. Qualunque
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troppo, sono i seguenti: 1.° Egli affatica i suoi polmoni; 2. E' spesso costretto a ripetere le stesse cose, il che cagiona noia agli altri e svela i
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raddrizzarlo. Più saggia l'antica cavalleria diceva a' suoi seguaci: Siate sempre l'ultimo a parlare in mezzo agli uomini che vi superano in età, e il primo a
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è pur bene di nascondere agli occhi » altrui ». Da questa modesta confessione, soggiunge d'Alembert, si raccoglie che l'abate Choisy non
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laconismo degli ultimi, i quali, non rispondendo che con monosillabi, lasciavano scorgere un orgoglio offensivo. Filippo re di Macedonia, avendo scritto agli
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nella rimessa; andò per conseguenza diradandosi la nebbia che copriva gli alberi genealogici, e li rendeva grandi agli occhi del volgo. IV. La
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massimamente » agli uomini; perciocché l' usare con sì » fatta maniera di persone non pare compagnia » ma servitù; e certo alcuni se ne trovano che
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resistono agli aquiloni. Finché dunque si tratta d'ingiurie lievi, la migliore risposta si é il sorriso del disprezzo: ma quando si tratta d'ingiurie gravi
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curiosi venissero a scoprire nelle loro impulite ricerche ora un'azione virtuosa che la modestia voleva sottrarre agli altrui sguardi, ora qualche
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agli Ateniesi in una concione quegli ammaestramenti che diede loro nelle commedie, l'avrebbero tagliato a pezzi; laddove in teatro ridevano
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, mentre era confessore di Luigi XIV, teneva il protocollo de' beneficii ecclesiastici, diceva ad un giovine abate; Voi altri aspiranti agli impieghi
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fa subire agli altri co' suoi motteggi. 5.° Noi ridiamo nello scoprire somiglianza tra oggetti che credevamo non ne serbassero alcuna, come ridiamo
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l'etichetta, che trascorsero due mesi prima che i ministri potessero accordarsi. 5.° Gli sforzi per attribuire agli altri la colpa de' nostri sbagli. Un
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. All'opposto se li comunichiamo agli altri, sembra che si rinforzino e si estendano; se poi li gustiamo in loro compagnia; durano di più, ci riescono più
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Nel decorso di questo scritto ho fatto più volte allusione agli usi de' tempi barbari e semibarbari collo scopo di dare risalto all'attuale
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rimane agli altri, ed a vicenda. Ora negli scorsi secoli erano nulli i piaceri intellettuali, perché massima l'ignoranza; minimi i piaceri morali
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Il desiderio di piacere agli altri raddolcisce la naturale rozzezza dell'uomo: ora questo desiderio si svolge, si anima nelle conversazioni, e
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la maggior parte degli antichi concili della Francia minacciano differenti pene agli ecclesiastici che s'ubbriacano. Alcuni anco, e principalmente
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Zosimo fu obbligato di vietare agli ecclesiastici l'uso di bere in pubblico e frequentare le osterie. I pranzi sembrano essere stati il principale
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coraggio bastante per cimentarvisi. Prima del fucile si facevi uso dell'arco per tirare agli uccelli; questo modo di cacciare esigeva particolare
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doveri del proprio stato. Nello stesso secolo il Sommo Pontefice Alessandro III, in una lettera diretta agli ecclesiastici della contea di Berkes, li
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astanti comunica agli altri le sue viste; si mettono al vaglio i fatti e le congetture, si confrontano le realtà e le apparenze; si richiamano le notizie
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decenza, non dalle leggi ritenuti. Il fratello di S. Luigi giocava passionatamente ai dadi senza riguardo agli ordini di quel virtuoso principe. Il
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vorranno sparire senza cagionarvi qualche timore, venderete le vostre derrate agli uccelli. Torniamo al fatto: in forza delle conversazioni si sono cambiate
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attribuisce i vizi più scandalosi agli ecclesiastici, in un discorso pronunciato dinanzi ad un concilio generale del suo regno: egli rimprovera loro
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lire sterline; le ammende imposte agli altri giudici salirono a circa un milione sterlino. Dei re d'Inghilterra dell'undecimo al decimo terzo secolo
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esercitavano il mestiere del soldato e comparvero agli assedi delle fortezze. VI. Dal quinto al decimo settimo secolo inclusivamente le campagne soprattutte
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la forza della propria virtù, di quello che l'irritabilità agli altrui vizi. Dire che non dobbiamo essere restii a lordarci le scarpe per procurarci
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, erano obbligati a giurare che né essi commetterebbero furti, nè presterebbero agli aggressori protezione. Si moltiplicarono a segno questi delitti
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Protestanti uccidono i Cattolici, tutti dimenticano le sublimi massime del Vangelo, che ordinano agli uomini d'amarsi a vicenda. Prospetto degli
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elemosiniere » conferiva agli ascoltanti le indulgenze a nome del » padrone, pronunziando in tuono grave o serioso » certi versi il cui senso era il seguente
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irritarne il gusto; a richiamare nell'altra mente ricordanze piacevoli e allontanarne le moleste; a prestarti di buon grado agli altrui innocenti desiderii
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indipendente; il secondo ti disporrà all'ozio e ti vorrà ligio agli altrui capricci. La più bella idea che si trova in Omero è la seguente:Dacché un
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Qualunque argomento frivolo o grave, basso o sublime, lepido o serio, purché piaccia agli astanti e non offenda la morale, può essere argomento di
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d'affari nel gabinetto, possono ritornare agli affari o allo studio nelle conversazioni; ma non si possono spregiar quelli che dopo avere eseguito il loro
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per procacciarsi un dolore, è un calcolo da matto. Si puó procurare agli spiriti de' momenti di distrazione, fissandogli sopra oggetti diversi dagli
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Le tante quistioni di metafisica che si facevano per l'addietro sopra cose che la ragione non intese giammai, dovevano generalmente fruttar noia agli
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ridicolo cui si espose un sarto, il quale avendo composto e presentato ad Enrico IV un libro di regolamenti civili, sentì il re a dire agli astanti
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buon verso, » e diceva al pane pane per aprire gli occhi agli » Ateniesi, volendo far conoscere l'artifizio di certi » studianti, li fece comparire
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, non poteva tollerare il padre Adam quando questi lo vinceva agli scacchi od al bigliardo. Un principe assiro uccise il figlio di Gobyas alla caccia
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non ardite leggere una lettera che vi viene presentata nella conversazione; ella dimanda per voi il permesso agli astanti, protestando che ne conosce
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possono attribuire. Non isdegna d'occuparsi di cose frivole, se piacevoli agli altri; e nelle partite di piacere più l'altrui genio consulta che il proprio.
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viviamo. Ella é veramente una virtù, giacché riesce a reprimere la naturale tendenza che spinge ciascuno ad esagerare i propri pregi e farli sentire agli
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virtù e alle abilità quell'incanto che il pudore aggiunge alla bellezza. L'umiltà, differente dalla modesia, è una qualità che brama mostrarsi agli occhi
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isdegna di rendere agli altri anchè di più di quel che hanno diritto d'esigere, sapendo che nel commercio della vita che si ostinasse a collocare gli
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astanti si dividono in più crocchi; stranieri per così dire, gli uni agli altri, benché riuniti nella stessa stanza. Supponiamo, a cagione d'esempio, una
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