Narco degli Alidosi
: «Avvicinati, Blabante, e dimmi: perché i due rustici ora usciti, si sono inchinati davanti a me in quel modo?» Senza avvicinarsi, Blabante rispose: «Mio signore
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disse il conte «perché tu hai dato a me, che cavaliere già sono, un'idea molto opportuna per il nostro viaggio. Quanto a te, se non ti basterà una
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, insomma, Blabante?» imprecò il conte. «Altri dieci, mio signore: e con questi, sono ottanta». Narco sputò nell'erba e riprese a girare: ma era come se
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occhi della masca, restò dove era e disse: «Mi chiamo Blabante, signora. E sono al seguito di Narco, il mio conte». «Senti senti! Storta una cosa, se ne
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a invisibili veli riempiendo l'aria della caverna a partire dall'alto e poi sempre più giù. Perché si sa che i mali odori non sono come le preghiere
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valicabile torrente ci dividono da lei... E guarda come ci sorride! Anzi, non te la prendere, come sorrida a me che sono alla tua destra di due passi
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dell'Oriente al fondo dell'Occidente. Si dice che le sirene, al tuo confronto, sono rospi e rape; si racconta che la luna, quando nasce, è rossa per la vergogna
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, senza di te? E te lo grido: scomparsa è la disgrazia che mi opprimeva! Sono salvo dal fiato che ti ha due volte dissolta! Attraversiamo dunque il
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muro, dichiarò: «Può trattarsi, signore, di un eccesso di cibo e di bevande...». «Non sono divoratore, e nemmeno beone!» sospirò Narco. Terpione
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