Narco degli Alidosi
cielo con i colori dell'immobilità. Dopo un'ora di sforzo tremendo, il conte si accasciò. «È stato il primo tentativo, mio signore» disse Blabante
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Qualche giorno prima della partenza, uno da un capo e l'altro dall'altro del lungo salone del castello, Blabante chiese a Narco di esser fatto
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di traduzione, riproduzione e adattamento riservati per tutti i paesi Roberto Piumini Narco degli Alidosi Illustrazioni di Cecco Mariniello
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. Bisogna dire che quei due cavalieri, il più elegante e portante sempre con l'elmo in testa, ma anche l'altro, con la bella sciarpa, di gradevole e
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io ti chiedo, signora, una prova d'amore! Vieni verso di me attraverso quest'acqua, nonostante la maledizione». Lei rispose piangendo: «Poiché ti amo
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se ti porta ferita?» «Se la ferita non fosse come il morso del cinghiale, o la cornata del cervo, ma come di spina, io preferirei, Blabante: e
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battendo le ali e mescolando l'aroma: era tutta una giostra di schifo e di spavento. E i cavalli, per il gran bisogno di fuggire, premevano uno
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«Andiamo, Blabante!» disse con voce di ferro incrinato. Ridendo a squarciamascella, la masca gettò uno sguardo a Blabante, che col volto coperto e la
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mastro Eudaveo, il fabbro, di forgiare un elmo nuovo al signore: un elmo tutto chiuso, con una fessura per gli occhi da cui solo la luce passava, e che
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Narco degli Alidosi, conte di Castel del Rio, viveva di caccia e spada nella sua bella valle, là dove finisce la Vena del gesso. La gente, la vedeva
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Passò il tempo che passò. E Narco si fermò davanti a Blabante e domandò: «Allora, amico mio, quanti di questi giri ho fatto fino ad ora?» «Quaranta
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Cavalca cavalca, il conte e Blabante traversavano dopo tre giorni le terre ferraresi, per boschi di pioppo brulicanti al vento. Mentre stavano a
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Erano ormai su per le Alpi, alla sella di Resula, e l'aria anche d'agosto era fresca. I cavalli con sopra i cavalieri brucavano in riva a un torrente
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non scompaiono proprio...» «Ma lei, Blabante, era mille volte più delicata di un fiore... Mille volte più fiore del più delicato al mondo!» decise
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Valicarono le alte montagne, poi le meno alte, e le foreste. Disperato per lo svanimento che sappiamo Narco faceva propositi di fermarsi a fare il
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volare in mente la sua bella svanita, e stringere il cuore. «Un bacio» ridisse paziente mago Antolfo «e per di più un bacio d'amore, di quelli che da
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«Narco degli Alidosi, hai superato due prove. Resta la terza: e non sarà di minore fatica». «Cosa mi tocca, sapiente Antolfo?» «Ti tocca battere al
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persone, e tu sei di quelle, il potere appesta anima e corpo e fa esalare fiele. Ma se abbandoni il potere, l'aria ti tornerà naturale». «Dovrò cessare
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convocò Terpione, che curava nobili e villani, e conosceva rimedi anche per i malanni delle bestie. Costui annusò il fiato di Narco e, appoggiandosi al
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