Mefistofele
Abbiamo tentato l’esametro così:
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Abbiamo tentato l’endecasillabo saffico nella stanza delle coretidi ove s’annuncia la comparsa di Faust. Ci siamo provati di evocare l’armonia attica
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Il quarto atto e l’epilogo dell’opera sono tolti dal secondo Faust di Goethe che è la continuazione ed il complemento necessario del primo. Senza
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(l’ombra di Margherita si disegna celestialmente nel fondo della diabolica scena. Cessa la ridda, tutti rimangono immobili contemplando la visione).
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Saboè har Sabbah!Les initiés chantaient Saboè et les sorciéres au Sabbat criaient à tue-têtehar Sabbah! – (Vedi Le Loyer: Des spectres. – L. VII. c
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segreto a Faust di questa rima, di quest’eco ineffabile e s’innamora imparandola. Mito splendidissimo e profondo! Elena e Faust rappresentano l’arte
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Goethe, grande adoratore della forma, incomincia il suo poema come lo finisce, la prima e l’ultima parola del Faust si ricongiungono in cielo. – Le
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Da questo esempio apparisce chiaro come la lingua francese non sia fatta per questo genere di prosodia. L’italiana invece si presta mirabilmente a
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Notiamo ciò non per menar vanto della fatica, né per farci credere riformatori del verso italiano. Già l’illustre Tommaseo mostrò che questa forma s
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, per aggiungere alla scena colore di poetica verità. Fin dal secolo XVI alcuni poeti francesi tentarono l’esametro nella loro lingua, ma con ispiacente
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L’Araldo entra a capo della fanfara, poi l’Imperatore che sale sul trono; l’Astrolago è alla destra dell’Imperatore, alla sinistra uno sgabello vuoto
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Cielo, Inferno, Terra, Eliso; eccoti il Nord, il Sud, l’Est e l’Ovest del poema Goethiano; esauriscimi ciò se ne sei capace.
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(l’azione segue la descrizione)
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Un critico teatrale, uno spettatore, l’autore.
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Goethe, grande adoratore della forma, incomincia il suo poema come lo finisce, la prima e l’ultima parola del Faust si ricongiungono in cielo. – Le
Mefistofele
(l’ombra di Margherita si disegna celestialmente nel fondo della diabolica scena)
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Mefistofele è l’incarnazione del No eterno al Vero, al Bello, al Buono.
Mefistofele
Ti faccio osservare che ho subita in piedi l’enumerazione dei tuoi libri.
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Tranquillizzatevi, non vi domando indulgenza, temerei d’offender voi e me e più ancora l’arte stessa. Non vi chiedo indulgenza ma bensì attenzione
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Il Consiglio di Stato attende L’Imperatore. Cortigiani, Ministri, Principi, Trabanti, Paggi, Ciambellani.
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(Il frate segue Faust e Wagner. Nel lontano voci e violini ricantano l’Obertas. Mutamento di scena).
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I Popolani e le Popolane, sotto un gran pioppo, cantano e danzano l’Obertas. – Heisa-hé, specie di tralàlà tedesco posto da Goethe stesso in queste
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E il soggetto non fu esaurito, non lo è e non lo sarà mai. Perché fosse esaurito il tema di Faust converrebbe che fosse morto fra noi l’istinto del
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Faust fu per più di cinquant’anni l’idea fissa di Goethe, ma tutto il genio e tutta la vita del grand’uomo non bastarono ad esaurire questo tema usé
Mefistofele
Ci siamo fatti animo a tentare questo metro nonasillabo proibito dai benemeriti trattati di versificazione. A noi pare che collocando l’accento
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Non avertene a male. È concesso all’artista l’essere un po’ innamorato del proprio tema. Ciarliamo. Faust usè jusqu’à la corde! È un soggetto eterno
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. Mefistofele è antico anch’esso come la Bibbia e come Eschilo, Mefistofele è il serpente dell’Eden, è l’avvoltoio di Prometeo. Mefistofele è il dubbio che
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’emozioni, il vero Pubblico infine, l’eletto popolo dell’Arte. Ed ora al consiglio che mi avete dato, permettete che risponda con una raccomandazione.
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descrizione s’unisce alla narrazione e la narrazione al dialogo, e l’epico al drammatico, lavoro quasi ignoto al di fuori della Germania e pur degno
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Spies stampata nel 1637 a Francoforte sul Meno. Di più, ho letto Neumann Disquisitio de Fausto, di più ho letto l’oratio Fausti ad studiosus che
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ragionevoli, abbiamo preferito la forma antica, convinti che l’indole anticattolica del poema di Goethe sarebbe fors’anche, così, maggiormente accentuata
Mefistofele
Nella miseria! nella desolazione! gittata in carcere come una rea, dove atroci torture l’attendono! Essa, la dolce, la mesta creatura! E tu, demonio
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troppo vuotarlo e disseccarlo, l’altro lo vuoi gonfiare troppo a rischio che scoppii. Parlate sotto voce. Teorie, commenti, dimostrazioni: tutte
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prima volta in teatro sotto le forme del dramma, grazie l’ardito ingegno di Kid Marlowe, sullo scorcio del 1500. Il suolo del palco scenico feconda di
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Poi venne la volta della musica e venne l’eletto ingegno di Spohr a portar le sue note e da tragedia, Faust, si mutò in melodramma. Goethe prevedeva