Marina ovvero il galateo della fanciulla
dimenticar affatto sè stesse per far comparire gli altri. Quando qualche giovinetta timida e peritosa se ne stava sola, inosservata in qualche canto
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che meglio s'adatti a tutte le classi sociali; nelle aule de' re, e ne' tuguri de' poveri il ballo fa ugualmente le sue prove. Onde non si deve
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Venezia, a Roma, a Parigi e chi sa dove; in tutte le feste, in tutti i ritrovi hanno il loro posto; al teatro poi, non se ne parla, è ambizione del
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cose e dagli avvenimenti della patria; si vuol solo intendere che non ne faccia abuso. Del resto mi ricordo troppo bene d'aver visto in elette società
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più destri al lavoro; e dell'opra nelle ore mattinali se ne fa quanta si può pensare; giusta l'adagio che la mattinata è madre della giornata; oltre
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la fante invecchiava colla padrona; il servo aveva portato sulle sue braccia il padroncino, lo aveva seguito nelle scuole, ne' viaggi, aveva diviso
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di caffè tostato, come han per uso certe fanciulle; nè soffriva che rompesse noci o nocciuole co' denti, nè che se li stuzzicasse con spille o con
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’uomo. Ne’loro primi anni menano il gregge al pascolo, e fanno la mietitura. Giovanette, per un istinto di civetteria e per le previdenze delle madri, si
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sa come rispondere, sono affettazioni di urbanità. Nè si confonda l'urbanità coll'etichetta; parola e cosa a noi venutaci dalla puntigliosa
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compagne non l'aveva davvero. In mezzo ai banchi e ne' giuochi in tempo di ricreazione le vesti si sgualciscono, si chiazzano d'inchiostro, si strusciano
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La scuola. A sei anni Marina incominciò ad andare a scuola; non ne volle saper prima la madre. — O che? Diceva essa, puttine tant'alte dovranno
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; spira dappertutto una specie di profumo dilicato come un'aura di giardino; pulitezza ne' muri e ne' banchi, brio e leggiadria negli occhi e nelle faccie
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Ambizione e vanità. — Quando un' allieva adopra tutte le facoltà dell'anima sua per farsi savia e virtuosa, che s'incalora nello studio e ne' lavori
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guastarsi per una che torce a mala intenzione ogni detto, che sempre vede una offesa in ogni leggiero atto. Dio ne scampi da queste giovinette scontrose
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di quel che possegga la maestra della classe inferiore, e quindi si tiene dappiù, ne parla come di persona di poca levatura; cosicchè quelle che sono
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sarà la sua sbadataggine che anzi avrà danneggiato la vicina! La scusa e la menzogna sono sempre lì appaiate. Alle maestre poi quante se ne accoccano
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riconoscenza e la gratitudine, che tanto rilevano le anime belle e nobili, pur troppo si fan desiderare ne' banchi della scuola! Marina, che metteva in
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l’avevan menata al disordine. Questa motteggiava, quella rideva; Giorgina, avvertita dalla maestra a star a suo posto: — Non la guardo né manco io lei
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leggere; e nella scuola allorchè si trattava della lettura di qualche brano era una voce sola di tutte de compagne: Marina, Marina! Nè si trascuravano
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nell'infinito dello spazio e del tempo e percorre quanto il globo conta di superficie; nè ancora pago, mette una scada al cielo e montando di astro in
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della matematica, insegnava troppo, non perdonandola nè anco alla geometria, la quale, a vero dire, non so fino a che punto torni di vantaggio alle
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esercizi, che esclusivamente si addicono alle donne. La signora Clelia, donna piuttosto attempata, ma abilissima ne' lavori di mano, ne era
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bruttamente con atti dispettosi e parole villane chi vi trovasse sopra. Nè cercava coll'ampiezza delle vesti di occupare un grande spazio; ma s
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Inclinata alla bontà e all'amor del prossimo, non solo rispettava ogni persona, ma s'ingegnava di farle del bene per quel che potesse, nè stava a far
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giogo di Dio e che la religione non è un peso, nè una violenza per nessuno. Ma il primo anno che Marina andò a scuola provò una scossa,un urto a questi
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tempo si trovò così disposta alla musica che il pianoforte le riuscì poco men che un bisogno; sicchè essa stessa ne faceva le maraviglie. Ma la ragione
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pianta; ma non saprà giudicare della bellezza d'un quadro; delle difficoltà felicemente da altri superate; nè in una pinacoteca saprà distinguere le
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fosse stata ubbidita ne’ suoi capricci; altezzosa guardava d' alto in basso le compagne, i servi li comandava a bacchetta; altro non sognava che
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si preserva il corpo da malattie, e se ne sviluppano le membra, e se ne aggraziano le fattezze; ma ancora si 'guariscono e si correggono certi difetti
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fanciulle della classe operaia, alla quale appartengono tutte le persone che devono vivere delle loro braccia, è certo che non possono, nè debbono
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la ragazza ha già smesso di studiare. Infatti quand'è che la giovanetta comincia a far sue le idee altrui, se ne rende ragione, ne acquista la
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famiglia deriva per la massima parte da lei, ne crea il bello stare, ha cura della salute, buona massaia conserva i beni di fortuna; perchè è giusto il
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sacrifizio, di disinteresse, di liberalità; quindi quel senso di convenienza, quel tatto nelle azioni, che sono ingeniti nel suo cuore; la moderazione ne
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e s'avvolge ne' tumulti della piazza, si snatura, perchè lì deve necessariamente lottare colla forza materiale, che le è negata; onde agevolmente è
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alcun che da discorrere. Non stava mai ingrugnata, non camminava impettita e dura come un pezzo di marmo; non saltellava, nè dimenava il capo, le
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poco a poco entrava ne' segreti della vita pratica, senza quasi avvedersene. E questo è certo uno de' vantaggi dell'educazione casareccia; perchè
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lasciarsi a' ghiottoni, a coloro che si fanno un Dio del ventre. L'apparecchio della tavola era attribuzione speciale di Marina; e bisognava vederla ne
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Accademia della crusca
