Marina ovvero il galateo della fanciulla
giovinotto, che hanno lì presso? Chi le potrà salvare da un grave biasimo? Se si faceva musica e Marina veniva richiesta di mettersi al pianoforte, non
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; rammentava una sentenza dell'Imitazione di Cristo: - La sera passata nella gioia è seguita da un tristo mattino. Chi sciupa tutta la notte al ballo la dimani
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Venezia, a Roma, a Parigi e chi sa dove; in tutte le feste, in tutti i ritrovi hanno il loro posto; al teatro poi, non se ne parla, è ambizione del
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sull'avviso chi sarebbe per dimenticarsi, e quella delicatezza di prender la parte del più debole o del più timido, quel dar cortesemente sulla voce di chi
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. Com'è cattivo consigliere il guanciale! Guai a chi gli dà retta! D'inverno, in ispecial modo, pare un gusto a starsene 1ì nel nostro covo, e
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; per il resto era molto indulgente. Nessuno è senza difetti, diceva, e più n'ha chi meno è educato; e con che giudizio potremo noi esigere tante
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pettinatura aveva anco un’altra ragione; pensava essa che a cambiar spesso di mano i Capelli se ne risentono, patiscono e cadono; onde chi si pettina
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parolacce, bestemmiano!Santo cielo, chi gliele ha insegnate le bestemmie, le parolacce? Gli è vero, che anche le donne hanno la loro colpa. Ve n'ha di quelle
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. Perchè una quando vuol star sull'onorevole, e nel contegno par che dica; state in guardia, io son chi sono! e mette tanto di grugno se non vien salutata
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nessun ci vede; e poi in casa sì che s’ha a badare. No e poi no; chissà che non si sia sorpresi proprio allora che men s’aspetta? Eppoi, chi può patire il
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dalla testa a’piedi per vedere come si è vestite e come pettinate, e chi ha l’abito nuovo e chi l’ha sgualcito: questa qui studia la pettinatura e l
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Profilo d' una scuola femminile. A prima prima chi mette piede in un collegio femminile riceve una sensazione di bene, di grazia e di gentilezza
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soprannomi; dal che derivano provocazioni, accuse e risse. Chi il crederebbe? Pure in quell'età v' è una gran tendenza a cavillare, a garrire, a
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acquistato il privilegio delle insolenze e dell' arroganza col crescere di scuola; guai a chi le contraria, lì la ragione non vale più, sta per ragione
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, promosse in altre classi, o abbandonati gli studi, o passate in altro istituto, addio proteste, chi n'ha visto n'ha visto; o non le ricordavan più, o, se
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si poteva precisare nè dove, nè da chi fosse fatto. La maestra, che non poteva più ottenere attenzione, avvertì le allieve che se non si faceva cessare
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qualunque azione, qualunque cattiveria od inciviltà, e chi mena la brigata sono le più audaci. Quest'osservazione calza bene altresì ai giovani, e in generale
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riconosce chi intende, chi ha sentimento e gusto. Marina col suo metallo di voce limpido, soave, argentino, piegandolo alla diversa espressione dello
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quasi mettono in ridicolo chi vi inclina e fa profitto. Marina invece era dispiacente di ciò, e confessava come un difetto del suo ingegno il non poter
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chi ne conosce il valore! Nè per questi lavori, che direi materiali, lasciava addietro i lavori intellettuali e le arti di diletto; aveva essa diviso
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bisbigliasse la parolina all'orecchio della conoscente, che girasse lo sguardo qua e là a vedere chi entra e chi esce, a notare lo scialle di questa e
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differenza se fosse di altra religione. Pur troppo s'è disposti a mettere in ridicolo uno, perchè non è della nostra fede religiosa! Chi vuole
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effetto si dava a raccontare miracoloni, e di chi, dimenticatosi di udir la messa un mattino, venne fulminato cadavere sulla via; e di una fanciulla
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tardi la notte, per non rompere il sonno di chi ha a dormire. E quando sapeva qualcheduno malato gravemente lì presso, non faceva più una nota; era
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: chi ha il dono della bellezza del corpo, deve avvalorarlo con ottime qualità di animo, se non vuol essere il zimbello degli altri. E le correvano
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allo sviluppo fisico e intellettuale; 4° esiger il riposo della domenica; 5° tener separati i sessi. (CANTU’, Portafoglio d’un operaio). Eppure v'ha chi
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Classi signorili. In questi tempi di civile e politica uguaglianza chi più sa, più è avuto in istima; onde alla classe signorile corre obbligo di
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le istituzioni sociali. La madre è l'educatrice naturale de'suoi figli; e chi meglio di lei ispira e rafforza i sentimenti, vita dell'anima, sprone
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il decoro del casato e della civiltà tanto nel contegno, quanto nell'abbigliamento; e chi non cura il suo vestire, si mostra disprezzante di tutti
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sono un dovere per chi ama il titolo di costumato e civile; quali sono per le feste natalizie e capo d'anno; per qualunque avvenimento o felice o triste
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avvezzata la figliuola a non dimenticare nessuna di quelle avvertenze, le quali, benchè ciascuna per sè sia cosa leggiera, tuttavia distinguono chi è ben
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