Manuale Seicento-Settecento
uomini accresce la gloria, il prestigio di Dio sulla terra. Per questo il Barocco diventa presto uno stile e passa dalla sfera dell’arte a quella del
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cosa in sé, di metterla in relazione con altre cose e col tutto, di situarla in uno spazio e in un tempo più vasti. L’arte barocca non aggiunge nulla
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soprattutto uno studioso, che riprende in esame e quasi criticamente analizza e verifica, punto per punto, l’immenso lascito formale dell’arte del
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propone, di fare dell’arte uno strumento capace di (sollecitare la devozione, anche e soprattutto nel popolo. Bisogna dunque compiere una verifica dei
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, Uomo che mangia i fagioli- potrebbero far supporre, all'inizio, uno schietto interesse per l’osservazione diretta e la notazione immediata; riprendono
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principio compositivo, l’ideale formale di Annibale. Il fatto importante è proprio la mancanza di un sistema, di uno schema costante: la mente non riesce a
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protagonisti della pittura del secolo; secondo, che l’uno e l’altro si opponevano nettamente alla cultura manieristica romana; terzo, che l’ideaiismo
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quello che riprendeva uno schema di immagine di Raffaello (Giove con Ganimede: nella Farnesina). Raffaello era considerato il pittore del «bello
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un fatto che si protrae nel tempo, e che proprio la lentezza, la durata, rende più tragico. Non v’è più, dunque, un lampo di luce, non più uno scontro
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testimone di uno dei più solenni dei suoi atti. Dio, nel suo pensiero, non e nel cielo tra i beati cori, ma in terra, tra i poveri e i dolenti. Nella
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cultura figurativa barocca comincia dopo la morte del Caravaggio; e che uno dei massimi creatori di quella cultura, il fiammingo RUBENS, ha vissuto a Roma
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coscienza di chi lo recepisce e lo concepisce, uno sterminato repertorio di spunti formali, di immagini che hanno in se stesse potenzialità, e sviluppi
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Cappella Cornaro, non è meno inquietante, anche se meno angoscioso, del realismo di Caravaggio: se io guardo delle persone che guardano uno spettacolo
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formazione di Bernini come di Pietro da Cortona, fino a costituire uno dei poli della dialettica interna al Barocco romano.
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naturale». Al posto di una tela, dipingerà su «pietra o materia che sorba li colori a fine che non ricevono lustro»; al posto di uno, eseguirà tre
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, ARTEMISIA (1593-1652 circa) è uno dei tramiti tra il caravaggismo romano e la corrente caravaggesca che s’era formata a Napoli, col BATTISTELLO, fin dai
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Quando, nel 1605, torna a Roma dal suo secondo, breve, soggiorno in Spagna, ORAZIO BORGIANNI (1578 c.- 1616) è uno dei capi riconosciuti del «partito
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secondo la diversa reazione di uno stesso colore alla luce. Il DOMENICHINO (1581-1641) ha il programma, non la sensibilità morale del Reni. Segue il
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È dunque più che una crisi di slancio poetico, l’inizio di quella nuova fase che condurrà il Guercino «alla formulazione di uno stile classico al
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’interpretazione michelangiolesca: non esalta l’eroe, ma coglie l’istante dell’azione. E uno dei pochi, evidenti punti di contatto col Caravaggio e con la
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strozzatura. Inoltre la navata era uno spazio nudo, senza forma.
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sprofonda nelle cappelle radiali o si espande in chiaroscuri sfumati nella cavità della cupola: indefinito come uno sfondo di cielo dietro il solido primo
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Reni e il Domenichino. Non per un ritorno all’idea del bello, classico, ma per uno spregiudicato liberalismo culturale. L'arte non è un problema ideale
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, stoico, insiste sul valore morale dell’antico come exemplum virtutis. Quasi come in uno stiacciato di Donatello, lo spazio è determinato da un’architettura
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(1615-1660), e uno scenografico, tripudiante decoratismo barocco, che ha in PAOLO PORPORA il suo massimo rappresentante.
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diventa una sguaiata scena di ebbrezza che si svolge in uno spazio ristretto, tra botti di vino, il sileno ebbro dalla grande pancia un po
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La pittura — ed è questo che lo differenzia dal Preti — non ha più contenuti che le siano proprii, non uno specifico campo in cui agisca come mezzo
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» (Salerno). E fanno di lui, più per le sue idee che per la qualità dell'arte, uno dei nessi essenziali tra l'Italia e la cultura artistica del resto d
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il Manzoni (Gregori). Sta di fatto che, malgrado i molti residui del manierismo del Tibaldi e del Procaccini, arde nella pittura del Cerano uno spirito
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riforma urbana di Roma ad opera di Domenico Fontana. Torino diventa la prima capitale di uno stato italiano, e la sua forma si adatta alla funzione. Dopo
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rappresentativa di una monarchia assoluta e di uno stato militare: e, come tale, dare il tono ad un’attività architettonica che si diffonde in tutto il
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natura, in uno spazio che alla città appartiene solo visivamente. Il sito ed il tema votivo suggerivano la pianta centrale; Juvarra risale al Pantheon, ma
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facciata c’è solo il vano dello scalone, tutto aperto sotto la volta altissima; e percorso dalle rampe, solcato da volte sospese, a più livelli, come uno
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uno scandalo, non è detto che l'arte non debba avere significati simbolici: nel caso del Canova ne ha, sempre. Il motivo, del resto, ritornerà troppe
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che il bozzetto dà, dunque, non è la figura immersa in uno spazio, ma un frammento di spazio visivo solidificato, un insieme di macchie di chiaro e di
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Ora, questa era, più o meno, la tesi dell’«empirismo radicale » del Berkeley, uno dei cardini del pensiero illuministico; e se non può dirsi che il
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Che così sia, meglio si intende facendo un passo indietro e uno avanti: tornando al Dedalo e Icaro del ’79 e spingendoci fino al monumento di Maria
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-1844), allievo del Carstens, uno dei più ardenti sostenitori della poetica i del «sublime». Non seguì il maestro nell’imitazione fanatica di
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