Manuale Seicento-Settecento
dalla Chiesa. La cultura è una via di salvezza, ma tutta l’umanità deve salvarsi, non soltanto i dotti. Bisogna dunque che la cultura penetri in
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far nulla per ottenerla: tutto lo sforzo umano, tutta l’esperienza accumulata e maturata nel, tempo, la cultura infine, sono privi di scopo. Gli uomini
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convenzioni, nel dire tutta la verità, nell’assumere le massime responsabilità. Ciò significa: escludere la ricerca del «bello», puntare al vero; rinunciare
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della Misericordia a Napoli, opera capitale per tutto il Seicento: una composizione apparentemente slegata, per frammenti, ma tutta animata da un
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dosata dei sentimenti, l’universalità della poetica, l’equilibrio; perciò non si deve imitare Michelangiolo, la cui arte è tutta tensione. Nella Carità di
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controriformistico, rivaluta tutta la cultura come storia del riscatto ideale dell’umanità.
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maggiore quanto più vasta e profonda e la prospettiva della storia. Tutta l’opera del Bernini mira a fare di Roma una città immaginaria realizzata
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Non solo nel Bernini ma in tutta la cultura del secolo alla prospettiva universalistica e ottimistica fa riscontro l’angoscia di una realtà ben
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, restauri. Bernini vorrebbe poter modellare tutta la città con le sue mani, come fosse un’immensa scultura. Le chiese progettate nella sua maturità
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Scorre in tutta l'opera del Bernini, scendendo dalle remote fonti ellenistiche alla più commossa e cristiana ispirazione del Correggio, una vena
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grazia verrà. Tutta la sua opera corre sul filo di quest’ansia: un istante di minor tensione, un nulla, può farla fallire. E allora sarebbe, come
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Quando, nel 1646, viene incaricato di restaurare in tutta fretta la basilica di San Giovanni in Laterano per il Giubileo del 1650, il Borromini si
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berniniano, la forma più unitaria e globale di tutta l’architettura barocca; ed è, all’opposto, la forma più frammentaria, discontinua, antimonumentale. È
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, che prende tutta la larghezza della fronte e risponde, invertendo la curvatura, all’esedra di sfondo. Questo organismo complesso non immette soltanto
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«Essendo il fine dell’arte barocca la persuasione, non meraviglia che l’architettura come strumento rettorico miri ad estendersi a tutta la città
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scanalate per scandire la luce fin nelle minime gradazioni. Ormai la definizione dello spazio è tutta affidata alla modellazione della parete e alla
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calore di sentimento. Non rifiuta certo per questo tutta quella «buona» pittura che si era vista a Roma nella prima meta del secolo, ammira Reni, ma
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per Malta, dove, senza rivali, continuerà, fino allo scadere del secolo, la sua pittura raffinata, colta, rimuginando dentro sé tutta la pittura del
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abbondanza e la qualità ineguale della sua opera, conosce tutta la pittura del suo tempo e del Cinquecento, può rifarla a memoria, contraffare anche artisti
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Domina, fino alla morte, ma anche dopo, la pittura napoletana; è conosciuto dappertutto, le sue opere sono richieste in tutta Italia, lui stesso si
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tutta di luci ed ombre che sono denso impasto di colore, quasi la materia altro non fosse che spessore cromatico. Parallelamente, una sensualità
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laterali la prima, tutta in altezza la seconda, con valichi tra arco e arco, quasi fosse una chiesa gotica rivestita di forme «rococò». Lo spazio non è
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Roma diventa una città alla moda, frequentata dal bel mondo di tutta l’Europa. Ha le rovine dell’antichità, il paesaggio «mitico» dei laghi, il
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architettura borghese. L’ospedale di San Gallicano (1725), con la facciata lunghissima e bassa, tutta percorsa dal ballatoio di disimpegno, è un modello di
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’arte neoclassica. Si afferma che è gelida, intellettualistica, tutta cultura. Ma così ha voluto l’artista che si è imposto come un dovere il dominio del
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riduzione, ma un ulteriore processo, una sublimazione di tutto il «percepito» può rilevarlo. E dunque tutta la visività del bozzetto che trapassa
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la composizione asimmetrica, di ritmo grave e pausato, è tutta un lento, malinconico incedere verso la soglia buia della morte: primi i fanciulli, le
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