Manuale Seicento-Settecento
tra l'individuo e lo Stato ripete o riflette il rapporto tra uomo e Dio. Per i protestanti il solo legame tra Dio e l’uomo è la grazia, se non si può
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La questione religiosa ha un aspetto sociale: infatti la disputa è tra la fede individuale dei protestanti e la fede collettiva o di massa propugnata
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di specializzazione in senso tematico e tecnico, non è tuttavia soltanto della pittura: non è dissimile, in architettura, la distinzione tra i diversi
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: l'antitesi tra la singolarità delle cose, così fortemente sentita e sottolineata dai fiamminghi, e l’unità dello spazio, la costruzione globale della
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galleria di Palazzo" Farnese: lunga venti metri, larga sei, coperta a botte. Intorno alla figurazione centrale di Bacco ed Arianna, tra finte erme e
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. Nel Riposo in Egitto il Caravaggio riprende il motivo veneto della figurazione sacra nel paesaggio; vuole affermare che non v’è differenza tra il
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testimone di uno dei più solenni dei suoi atti. Dio, nel suo pensiero, non e nel cielo tra i beati cori, ma in terra, tra i poveri e i dolenti. Nella
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tra dipingere un quadro di fiori e un quadro di figure. La natura morta è legata, in lui, al pensiero della morte: è la presenza delle cose nell
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, nel 1606, tra gli «aderenti del Caravaggio» scoppiano polemiche furiose, che spesso si accompagnano, nel rissoso clima di bande opposte, a risse
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qualificato come antico) partecipano allo spettacolo sacro, che si svolge, tra cori angelici, in alto. Dopo aver terminato il dipinto, il risultato non lo
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Uffizi, e Dirk Theodor van Baburen (1595 c.-1624), importante tramite tra cultura romana e il grande olandese Vermeer. Il tedesco Adam Elsheimer (1578-1610
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forse la sua raffinata scelta di raccordi tonali tra tinte chiare e fredde, talvolta memore, oltre che del Caravaggio, delle opere marchigiane del
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tendenza naturalistica si manifesta anche nell’intimo legame tra figure e paesaggio nelle composizioni sacre, e nel marcato interesse alla visione
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notevoli precedenti fiamminghi: è tuttavia innegabile che, soprattutto nei primissimi decenni del secolo, tra Roma e Napoli, il rigoroso impegno
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. Dimentichiamo per un momento il tema mitologico e le sue possibili implicazioni allegoriche: la metamorfosi, il cambiare delle forme, la continuità tra
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, rappresentata simbolicamente attraverso i segni del martirio» (Fagiolo). Tra i vuoti prospettici dei quattro bracci si spingono innanzi le facce trasverse dei
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era durata più di un secolo; ora, con la facciata del Maderno. (1612), poteva dirsi finita. Ma come? Tra il corpo centrale michelangiolesco e il corpo
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; Alessandro, VII, 1671-78), il monumento della Contessa Matilde (1633-37); le cappelle, tra cui quella del Sacramento, gli altari.
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facciata è facciata e parete di cortile, divisorio tra corte e giardino, scenario di feste e rappresentazioni teatrali.
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ad un obelisco egizio: la storia si erge sulla natura, ma su di essa si fonda. L’acqua sgorga impetuosa dalla roccia «al naturale», tra alberi scossi
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delle Fratte. S’è parlato anche troppo dell’accento ambiguo, tra mistico ed erotico, di queste immagini: le più conturbanti tra quante ne ha lasciate
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Vi sono singolari coincidenze tra la posizione ideale del Borromini e quella del Caravaggio. Anche il Borromini è lombardo, cresciuto nel clima
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, diaframma tra interno ed esterno: è una parete che, soltanto alludendo al «contenuto» dell’edificio, assume un altissimo prestigio ideale per il modo
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del nuovo appartamento granducale di palazzo Pitti, a Firenze (avviata nel 1637, proseguita poi tra il 1640 e il 1647) e il momento elegiaco della sua
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, dalle facce piane o dagli spigoli emergenti dei pilastri, dagli intervalli, dalle profonde fessure tra le membrature accostate. Il muro, infine, non è
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chiesa di Sam Marcello al Como (1683) è sciolta, ariosa, pittorica. Tra le due ali laterali e il corpo mediano non v’è altro raccordo che un elemento
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, partendo dalla piazza del Popolo, portano al centro. Due chiese simmetriche, rotonde, a cupola, formane due propilei tra le prospettive a ventaglio
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rimarrà, salvo una breve parentesi parigina (tra il 1640 e il ’42), fino alla morte. Eppure non vi si ambienta; fa vita ritirata, frequentando pochi e
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’intima corrispondenza tra il soggetto letterario da un lato, la scelta delle forme e la maniera con cui sono rese dall’altro» (Rothlisberger). Passando da
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partenopeo (1607; 1609-10), lascia a Napoli un numero consistente di opere, tra cui la Flagellazione e le Sette opere di misericordia (entrambe pagate
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-1652): formatosi a Roma tra il primo e il secondo decennio del secolo, si trasferisce, nel 1616, a Napoli. Dipinge, ancora a Roma, la serie dei cinque
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diventa una sguaiata scena di ebbrezza che si svolge in uno spazio ristretto, tra botti di vino, il sileno ebbro dalla grande pancia un po
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La tendenza naturalistica ha un esponente di levatura europea, tra Velazquez e Le Nain, in un anonimo pittore, chiamato il MAESTRO DELL’ANNUNCIO AI
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, e in particolare Lanfranco; ama Pietro da Cortona, e la sua spiegata decorazione: lo scontro non è quindi tra due riferimenti culturali diversi, ma
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» (Salerno). E fanno di lui, più per le sue idee che per la qualità dell'arte, uno dei nessi essenziali tra l'Italia e la cultura artistica del resto d
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Il fatto nuovo e più importante è comunque la presenza a Genova di Rubens e del suo grande allievo ANTON VAN DYCK che, tra il 1621 e il '27, è il
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emiliano. Ne sono protagonisti G. B. CARLONE (1592 c.- 1677 c.), DOMENICO PIOLA (1627- 1703) e, maggiore tra tutti, GREGORIO DE FERRARI (1647-1726).
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del Cinquecento non ha più valore. Che cosa diventa l’arte senza quel sostegno ideologico? Lo dirà, tra il 1660 e il 1670, Marco Boschini, il maggior
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probabilmente il Saraceni; a Mantova, dal 1613 al ’22, conosce l'opera del Rubens. Il suo tempo migliore sono gli ultimi anni, tra Mantova e Venezia. Nei
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terminali. ll sito (alla punta tra Canal Grande e Giudecca) e la funzione suggerivano la pianta centrale. L'ambiente era caratterizzato, da un lato
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» significato, poiché nella realtà non v’è distinzione tra ma e l’altro. Quanto più si approfondisce la verità dell’oggetto tanto più si approfondisce la
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Dopo l'ultimo grande contrasto di idee, quello tra il Bernini e il Borromini, l’arte si ritira dai grandi problemi e si restringe nei proprii, quelli
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urbanistica; studia perfino e in parte realizza l’assetto di un intero quartiere, tra il Valdocco e il palazzo di Città. La situazione dell'edificio e il
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minuti, un decreto reale; quella di palazzo Madama, con le grandi vetrate tra le colonne e le lesene dell’ordine unico, ha la solennità semiseria di
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della cupola, tutto esposto alla luce, e la profondità squadrata, scura del pronao. Il Juvarra esagera di proposito il rapporto tra i due valori
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laterali la prima, tutta in altezza la seconda, con valichi tra arco e arco, quasi fosse una chiesa gotica rivestita di forme «rococò». Lo spazio non è
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per studiare l’antico. Tra il 1782 e l’87 erige il monumento u Clemente XIV nella chiesa dei Santi Apostoli a cui segue subito il monumento a Clemente
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, giovane, esitò tra la pittura e la scultura: i suoi dipinti dimostrano una netta avversione al tiepolismo e al guardismo e una tendenza a tornare a
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Ma tra la «vera carne» di Fidia e il «vero spirito» cristiano c'è di mezzo una rinuncia, un distacco, la morte; Il maggior Canova è, come il maggior
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