Manuale Seicento-Settecento
ragione e di arbitrio fantastico, non fa presa sulla realtà e non risolve il problema, che ora emerge come essenziale, della cultura o dell’esperienza
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uomini accresce la gloria, il prestigio di Dio sulla terra. Per questo il Barocco diventa presto uno stile e passa dalla sfera dell’arte a quella del
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instaurato su quelle forme, Ridare naturalezza alle forme dell’arte è il miglior modo per dar loro la capacità di agire sulla natura umana, sul
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contrapposero la sua pittura a quella di Annibale, fondata sul binomio natura-storia, sulla cultura, sull’immaginazione. Per il Caravaggio l'arte non è
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appoggia i piedi sulla terra, tra l’erba e i sassi, suona un vero violino, legge le note nel libro che San Giuseppe gli tiene aperto davanti. L’unità
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figure Michelangiolo (e, nel primo San Matteo dipinto per San Luigi dei Francesi, di Raffaello), la riporta sulla realtà viva, dimostra come, così
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quadro è stato rifatto due volte: l’esame radiografico dimostra che è stato rifatto sulla stessa tela, per un crescente bisogno di concisione e d'intensità
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netti sulla parete chiara. I particolari più accidentali — la buccia rugosa dei fichi, quella lucida delle mele, quella trasparente dell’uva — sono
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dipinti, soprattutto su rame, in cui predomina, sulla storia, il paesaggio. Il rapporto con la prima cultura scientifica che si coagula, a Roma, attorno
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Lotto, che il Gentileschi conobbe certamente, influì sulla formazione del maggiore colorista olandese del Seicento, Vermeer. La figlia di Orazio
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: sulla tela, i colori sono più brillanti, ma non meno dosati di quelli dell’affresco, il paesaggio e di netta derivazione teatrale, con tanto di proscenio
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luministico, come nel corpo del cavallo, sulla cui muscolatura scattante è tesa una superficie morbida, sensibilissima alla luce. V’è nel Mochi, infine
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ad un obelisco egizio: la storia si erge sulla natura, ma su di essa si fonda. L’acqua sgorga impetuosa dalla roccia «al naturale», tra alberi scossi
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sulla tela il tono giusto. Perciò evita i materiali nobili: al marmo preferisce il mattone, l’intonaco, lo stucco. Sono materiali poveri ma docili
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inquadrata, sulla fronte, dai due campanili.
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È allievo del Rainaldi CARLO FONTANA (1634-1714), autore di scritti importanti sulla basilica di San Pietro e sul corso del Tevere. Sono i due motivi
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quella città pienamente europea quale era dovesse incontrare, dopo il Correggio, studiato direttamente sulla cupola di Parma, il Bernini, il trionfo del
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si innesta sulla tradizione cinquecentesca e manieristica: ciò che da un lato lo limita e dall’altro gli apre infinite possibilità di soluzioni
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poesia pura dipinti mitologici, dai colori spiegati, dalla luce tersa, che gioca, impreziosendola, sulla materia.
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primitivo., pongono il Rosa sulla linea di sviluppo che va dall’affermazione del suo grande compatriota, il Vico, fino al romanticismo rousseauiano
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, formatosi sulla scia del Callot, che era passato a Firenze; le sue acqueforti con scene di vita popolare brulicano di figurine nervose, tracciate
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contrasto più apparente che reale: si tratta ancora, infatti, di una distinzione di generi, benché fondata piuttosto sulla tematica e sullo stile che sui
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Manierismo devoto e «filippino» del Barocci. È difficile non interpretare in chiave manzoniana la pittura del Cerano, sulla quale certamente si documentò
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Settecento in Inghilterra, sarà una tecnica fondata sulla scienza, allo stesso modo che la tecnica della produzione artigianale, di cui si approssima
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variamente sulla percezione, ma la forza con cui la forma si dà o s’impone, senza variazione possibile, alla percezione. La forma della cosa reale così poco
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