Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Manuale Seicento-Settecento

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Argan, Giulio 40 occorrenze

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prodotto dell'immaginazione e il suo fine precipuo è di insegnare a esercitare l’immaginazione. E importante perché senza immaginazione non v’è

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quello che sarà poi il lavoro puramente tecnico, senza esiti di trascendenza, dell’industria. I cattolici affermano invece che Dio ha predisposto i mezzi

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L’immaginazione è superamento del limite: senza l’immaginazione tutto è piccolo, chiuso, fermo, incolore; con l’immaginazione tutto è vasto, aperto

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genericamente settentrionale; ed ha, all’origine, una motivazione religiosa come ricerca di un’arte che, senza pretendere di rivelare o spiegare le verità

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tradizione italiana. All’opposto delle prospettive vertiginose del Tibaldi, lo spazio della Macelleria, è poco profondo senza scorci prospettici

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, le ombre diventano quasi nere e si contrappongono, senza passaggi, a luci violente. C’è, dunque, una brusca svolta nella sua polemica: il Caravaggio

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ambiente angusto, senza sfondo prospettico, debolmente illuminato da una finestra. I giocatori portano abiti moderni: non è una vecchia storia, è un

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violento di luce ed ombra. I colori sono sbiaditi, come stagnanti in una luce morta, senza raggio. Dopo il fatto istantaneo del martirio di San Matteo

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molto più del motivo sociale della devozione popolare: è il farsi presente di Dio nei fatti della vita quotidiana, nell’umanità senza convenzioni

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, e non solo quella visiva, è strepitosa, senza pari; ha l’opportunità di conoscere e studiare le opere conservate nelle collezioni gonzaghesche

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senza limitare, anzi incoraggiando le ricerche originali. Nella sua non lunga attività, Caravaggio pone problemi, non offre soluzioni valide per altri che

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emittente luminosa, nel bianco dei panni accartocciati nella cesta in primo piano. Forse senza volerlo, o forse attraverso El Greco, ritrova spunti di

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al quadro di Santa Maria del Popolo. Accetta il principio etico caravaggesco: la dura realtà del fatto, senza finzioni dell’immaginazione e

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grandi, decorazioni delle cupole correggesche, dipinge, a Roma, nel 1625-27, «senza difficoltà d’invenzione né dubbio di pennello» (Bellori), l’Assunta

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poetica del realismo. La supera subito nel quarto gruppo: due figure in corsa, quasi volanti, senza alcun nesso compositivo o d’equilibrio, ma

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stesso complesso. l lavori per San Pietro si succedono per più di quarant’anni senza un programma, ma con una coerenza perfetta: come un’idea che vada via

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spazio del nicchione: con le braccia, come fossero ali, prende spazio, lo agita; il manto, senza alcun rapporto col corpo e col gesto, non è che una

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che la muove o tende senza fine a una trascendenza irraggiungibile?

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piano dello stile, e specialmente, del valore dell’immaginazione che nel Borromini sarebbe arbitraria e chimerica, eccitazione fantastica senza

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guardare ai veneti, maestri del colore e della grande decorazione, Il classico senza il problema della storia: ecco l’ideale del Cortona pittore. Gli

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; senza tuttavia arrivare a fondere illusionisticamente le decorazioni: un fare commosso, più che commovente, che invita lo spettatore a partecipare dell

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dominante è senza dubbio quella di NICOLAS POUSSIN l’artista che nella cultura classica non vede soltanto un modello formale, ma il fondamento d

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comprimono, senza svilupparsi in profondità: così composti, perfino i pilastri, come i personaggi, sono carichi di tacitiana gravità, di dignitas morale

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concepisce una serie di sette tele. Ogni sacramento così viene raffigurato come scena storica: senza dubbio per rispettare le unità aristoteliche, ma

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, l’ideale del Poussin, senza tuttavia afferrarne il senso profondo. La rettorica barocca diventa in lui mera bravura oratoria, e sia pur nobile

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tenebre l’historia senza azione, il flagrante dramma della realtà che la coscienza rivela; rende incandescente, abbagliante, il bianco della veste dell

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per Malta, dove, senza rivali, continuerà, fino allo scadere del secolo, la sua pittura raffinata, colta, rimuginando dentro sé tutta la pittura del

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compositiva è determinata da rette diagonali, verticali, orizzontali, che si incrociano e si spezzano: lo spazio affollato, ma senza alcuna profondità, è un

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pittura che si può guardare distrattamente, senza neppur chiedersi che cosa rappresenti, e che tuttavia ci comunica il suo ritmo visivo e mette in moto

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Rubens e Van Dyck, e poi i veneti (dal trono dunque gli elementi nuovi che si sovrappongono, senza tuttavia cancellarla del tutto, alla formazione

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del Cinquecento non ha più valore. Che cosa diventa l’arte senza quel sostegno ideologico? Lo dirà, tra il 1660 e il 1670, Marco Boschini, il maggior

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distanza quei tre punti essenziali del paesaggio urbano-lagunare. Naturalmente, secondo la tradizione veneziana, la cupola è a calotta senza nervature: non

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nuovo, di verità, che lo spinge a considerare storici i tristi fatti della cronaca milanese resi grandi dall’eroismo senza rettorica, caritativo, del

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contenuti religiosi, il Barocco diventa mera decorazione: libera, tecnicamente espertissima ed agile, spesso piacevole, ma senza alcun impegno problematico

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curve, alcune case piccole e ben modellate, che al Milizia parvero canterani: erano invece i primi esempi (rimasti senza seguito) di una buona

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, nel Seicento, il Bernini, il Cortona, il Fontana. Il palazzo fissa il tipo della facciata lunga, piatta, quasi senza membrature, qualificata soltanto

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vuol superare e trasfigurare, senza tuttavia disperderla, è appunto quella realtà visiva: è questo il percorso che bisogna ricostruire per capire la sua

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variamente sulla percezione, ma la forza con cui la forma si dà o s’impone, senza variazione possibile, alla percezione. La forma della cosa reale così poco

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Filottete di Sofocle. Per lui, la sublimazione avviene senza il trauma del rifiuto (protestante) della natura, e il vero classicismo non è quello di

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francese, Ingres, che proprio in quegli anni, a partire dal 1806, andava formando a Roma, non senza l’influenza profonda del Canova, la propria cultura

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