Manuale Seicento-Settecento
opere, nonché attraverso la diffusione delle riproduzioni delle opere col mezzo dell’incisione. A Roma, primo centro dell'arte barocca, lavorano
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del Veronese. È un’operazione culturale importante e non soltanto per la diffusione di quei testi che, così, diventano il fondamento primo della
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artisti. E tuttavia importante che, sia pure schematizzando, la critica del tempo riconoscesse: primo, che Annibale e il Caravaggio erano i due grandi
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, i ciuffi d’erba in primo piano) e cose lontane, che appaiono velate da strati di atmosfera luminosa. Nessun tentativo di eroizzare le figure: la
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(Martirio di San Pietro; Vocazione di San Paolo: 1600-1601). Il primo quadro per la cappella Contarelli (San Matteo con l’angelo, 1599, da porsi
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figure Michelangiolo (e, nel primo San Matteo dipinto per San Luigi dei Francesi, di Raffaello), la riporta sulla realtà viva, dimostra come, così
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struttura rappresentativa della pala d’altare: a partire dal primo periodo napoletano, negli ultimi, intensissimi, capolavori Caravaggio trasforma il quadro
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di ampliare illusionisticamente l’architettura reale, ma quello di attrarre lo spettatore all’interno del dipinto. In primo piano, la naturalezza
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emittente luminosa, nel bianco dei panni accartocciati nella cesta in primo piano. Forse senza volerlo, o forse attraverso El Greco, ritrova spunti di
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degli Incamminati, si fa presto conoscere nel devoto, rigoristico ambiente bolognese. Più volte a Roma nel primo decennio del secolo, assume subito un
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Santa Cecilia (1613) Domenichino non rifugge neppure da motivi popolareschi: i bambini che litigano in primo piano, i ragazzi che salgono sulle
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Dalla Toscana arrivano, al principio del secolo, PIETRO BERNINI (1562-1629) e FRANCESCO MOCHI 1580-1654). Il primo è un artista colto ma debole
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ha capito che il Correggio è il stato il primo a concepire l’arte come «scala» tra terra e cielo, anzi come forza trascinante e irresistibile e che
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sprofonda nelle cappelle radiali o si espande in chiaroscuri sfumati nella cavità della cupola: indefinito come uno sfondo di cielo dietro il solido primo
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luce sempre diversa. Al nicchione del secondo ordine, ricavato a sguscio con la falsa prospettiva del catino, fa contrasto nel primo il volume
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primo luogo il colore, devono essere accentuati. È il motivo per cui guarda all’esperienza i coloristica dei veneti: solo che il colore è spiegato
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plastico articolato, la sua ragione non più soltanto architettonica ma urbanistica. Il primo ad avvedersi della novità sarà proprio il Bernini, benché non
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numerosi restauri romani del primo Settecento» (Bosel).
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: esempi di quella concezione del classico come ideale insieme estetico e morale ch'ebbe la sua massima espressione nel Poussin. Il primo deriva dalla
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. Nella scena in primo piano, i gesti esprimono sentimenti contenuti, di un pathos che trova nella coscienza un freno all’esplosione incontrollata
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-1652): formatosi a Roma tra il primo e il secondo decennio del secolo, si trasferisce, nel 1616, a Napoli. Dipinge, ancora a Roma, la serie dei cinque
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, MATTIA PRETI (1613-99) e LUCA GIORDANO (1634-1705). Il primo, calabrese, già nei 1630 è a Roma, dove frequenta l’ambiente caravaggesco; più tardi è
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seguaci senesi (Vanni e Salimbeni, in primo luogo) rimane essenziale fino ai primi decenni del Seicento, anche per la formazione del maggior pittore
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per il rito: al primo da forma rotonda con un giro di pilastri che regge la cupola, al secondo forma oblunga, con una cupoletta al centro e due absidi
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seguendo le linee maestre di questo schema. Il primo piano della riforma urbana che doveva dare alla città prestigio di capitale si deve ad ASCANIO
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primo la ragione, la cui forma perfetta è la scienza: anche la realtà politica, sociale, economica viene considerata da un punto di vista scientifico
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confronti della scienza corrispondono, approssimativamente, a tre stadi storici: il primo è l’estremo sviluppo del Barocco, il cosiddetto Rococò il
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crinale delle colline, che diventano così un orizzonte urbano (l’altro, dal lato opposto, è la catena delle Alpi). È il primo monumento rappresentativo che
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Di quanti imitatori e seguaci ebbe il Canova, di due soli si può, in un disegno d’assieme, far cenno. Il primo è un danese ALBERT THORWALDSEN (1768
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