Manuale Seicento-Settecento
lavorano perché questa è la pena della colpa originale; ma le opere non hanno valore al di là della vita terrena, non salvano. È il principio di
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opere, nonché attraverso la diffusione delle riproduzioni delle opere col mezzo dell’incisione. A Roma, primo centro dell'arte barocca, lavorano
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Cinquencento. Si dedica alla tecnica dell’incisione, se ne vale per riprodurre criticamente le opere dei maestri, del Correggio e dei veneti, specialmente
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elaborati dalla grande pittura del Cinquecento, ma di riproporre in toto il problema del valore della cultura. Le prime opere bolognesi - Macelleria
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’immaginazione; come della storia conosciamo soltanto alcuni particolari (le testimonianze degli scrittori, le poche opere d’arte conservate, le rovine), così
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Le prime opere del Caravaggio a Roma piacciono anche ai critici classicisti: hanno colori «dolci e schietti», portano nell'ambiente chiuso del
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Le opere «chiare» dello stesso periodo (il Bacco, il Suonatore di liuto, la Buoua ventura) confermano questa posizione polemica: il Caravaggio
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discendeva dall’apostolato di San Filippo Neri) è collegato il Caravaggio. Lo si vede nel quadro con le Sette opere di misericordia (1607) per il Pio Monte
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studiare da vicino — sono parole sue — le opere dei maestri antichi e moderni e perfezionarsi sul loro esempio». E al servizio di Vincenzo Gonzaga, non
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, duelli, agguati. Per molti artisti l’interesse per le opere caravaggesche è limitato ad un periodo ben circoscritto della propria attività, e spesso
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rappresentazione storica, facendo emergere dall'oscurità, come per lampi istantanei, le opere della misericordia; nell’abside della Chiesa Nuova» a Roma
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forse la sua raffinata scelta di raccordi tonali tra tinte chiare e fredde, talvolta memore, oltre che del Caravaggio, delle opere marchigiane del
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Un’altra, sensazionale apertura si ha con l’arrivo a Roma del GUERCINO (1591-1666): nel brevissimo, ma intenso soggiorno (1621-23) dipinge due opere
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provinciale, con BARTOLOMEO SCHEDONI (1578-1615), che aveva rinsaldato, nelle ultime opere, con un forte luminismo plastico il colorismo sfumato e il
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soprattutto opere decorative e di restauro dell’antico. Da questa schiera di abili mestieranti emergono appena STEFANO MADERNO (1576-1636), famoso
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qualità dell’una e dell’altra. Accade in queste opere quello che accade nelle tragedie di Racine (basti pensare alla Fedra), quando il teatro cessa di
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basilica: per la prima volta opere d’ arte del medioevo vengono messe in valore, non già come reliquie o documenti di storia religiosa, ma per il fascino che
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contenere l'espansione della fronte curva, il Cortona si vale, eccezionalmente, di un elemento michelangiolesco, ma non dedotto dalle opere romane, bensì
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classico in opere monumentali di grande impegno, come il monumento di Leone XI in San Pietro e la statua bronzea di Innocenzo X nel palazzo dei Conservatori
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Sono stati giustamente notati (Rosemberg) espliciti riferimenti al Rubens, le cui opere certamente Poussin conobbe: ma è innegabile che le due
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partenopeo (1607; 1609-10), lascia a Napoli un numero consistente di opere, tra cui la Flagellazione e le Sette opere di misericordia (entrambe pagate
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valutare, più che nelle singole opere, nella continuità e nella massa della sua produzione d’immagini.
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Domina, fino alla morte, ma anche dopo, la pittura napoletana; è conosciuto dappertutto, le sue opere sono richieste in tutta Italia, lui stesso si
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tramite le opere del Merisi (che nel 1605 è a Genova, e che è in contatto con collezionisti genovesi) e i soggiorni di Gentileschi, di Vouet, di
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coetaneo del Caravaggio e certamente ne vide le opere a Roma, dove dimorò alla fine del secolo: il luminismo del San Francesco in estasi è un
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sa dell’artista; quasi certamente conobbe opere del Caravaggio (si ricordino gli strumenti musicali nell’Amor vincitore), forse qualche natura morta
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Le opere principali del Guarini a Torino sono: la chiesa di San Lorenzo, la cappella della Sindone in duomo, il palazzo Carignano, il palazzo ora
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architetto a Messina (tre chiese, distrutte dal terremoto del 1908) e a Parigi. A Roma il Guarini aveva studiato le opere del Bernini e del Borromini
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logge che mitigano la luce dei finestroni; e da esso partono quattro gallerie a croce di Sant’Andrea. È la più «rococò», la più francese delle opere del
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studiare scultura a Venezia. Le prime opere sono del 1773, ma soltanto nel ’79 si afferma con un’opera importante, Dedalo e Icaro. L’anno stesso va a Roma
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fuorviato perché egli stesso l’ha, in gran parte, formato e diretto. Un artista impegnato e cosciente come il Canova dev'essere discusso per le opere
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