Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

VODIM

Risultati per: non

Numero di risultati: 123 in 3 pagine

  • Pagina 1 di 3

Manuale Seicento-Settecento

259926
Argan, Giulio 50 occorrenze

Manuale Seicento-Settecento

ragione e di arbitrio fantastico, non fa presa sulla realtà e non risolve il problema, che ora emerge come essenziale, della cultura o dell’esperienza

Manuale Seicento-Settecento

La lotta religiosa non è chiusa; al di la del campo dottrinale, la disputa si estende al problema della condotta umana, della politica: il rapporto

Pagina 143

Manuale Seicento-Settecento

scopo della rappresentazione non è di meglio conoscere l’oggetto che si rappresenta, bensì di impressionare, commuovere, persuadere. A che cosa? A

Pagina 143

Manuale Seicento-Settecento

, mobile, colorito. Non è tale in sé, bensì nel soggetto che si accosta alla realtà, e ne compie l'esperienza, con la capacità di vedere al di là della

Pagina 144

Manuale Seicento-Settecento

del Seicento presenta una larghissima gamma di fenomeni fortemente differenziati. Poiché non si tratta più di realizzare forme che abbiano un valore

Pagina 144

Manuale Seicento-Settecento

L’attività degli specialisti tuttavia non dà luogo a classi incomunicanti; non di rado infatti diversi specialisti intervengono nella medesima opera

Pagina 145

Manuale Seicento-Settecento

Posto il principio dell’arte come strumento, non sorprende che si badi più alla perfezione dello strumento che al suo fine religioso: AGOSTINO è

Pagina 146

Manuale Seicento-Settecento

Con ANNIBALE la riforma carraccesca oltrepassa le iniziali motivazioni religiose: non si tratta più di verificare e utilizzare i mezzi espressivi

Pagina 147

Manuale Seicento-Settecento

principio compositivo, l’ideale formale di Annibale. Il fatto importante è proprio la mancanza di un sistema, di uno schema costante: la mente non riesce a

Pagina 148

Manuale Seicento-Settecento

sola realtà che è il presente. Come Annibale, il Caravaggio pensa che i manieristi non capiscano Michelangiolo e Raffaello: ma, per Annibale, non ne

Pagina 150

Manuale Seicento-Settecento

difende la pittura come poesia, ma nel senso che a questa identità avevano dato Giorgione e Tiziano. La poesia non è invenzione fantastica, ma espressione

Pagina 151

Manuale Seicento-Settecento

Paolina di Michelangiolo. Sono i due momenti salienti della vita spirituale; ma questo significato ideale non è espresso nella solennità della

Pagina 152

Manuale Seicento-Settecento

moto, nulla potrà fermarla. Non v’è sviluppo di azione, ma v’è una durata: è come una ruota che gira intorno al mozzo. Non più un fatto istantaneo, ma

Pagina 152

Manuale Seicento-Settecento

successive, si precisa nel Caravaggio che il valore dell'arte non è nella nobiltà dei contenuti e delle forme, ma nel fervore del fare, nel modo con

Pagina 153

Manuale Seicento-Settecento

studiare da vicino — sono parole sue — le opere dei maestri antichi e moderni e perfezionarsi sul loro esempio». E al servizio di Vincenzo Gonzaga, non

Pagina 154

Manuale Seicento-Settecento

spazio reale e spazio dipinto, Rubens finge nel quadro un doppio ordine di colonne: la prospettiva, non corretta, dimostra che lo scopo non è quello

Pagina 155

Manuale Seicento-Settecento

Il "ribelle" Caravaggio non ebbe una scuola; esercito un’influenza, che si fece sentire in Italia e fuori, in modi sempre diversi e quasi sempre

Pagina 156

Manuale Seicento-Settecento

Un artista che, come Caravaggio, negava il valore normativo della tradizione classica non poteva non interessare, anzitutto, i molti artisti

Pagina 157

Manuale Seicento-Settecento

gran parte della sua educazione dei sentimenti. Entro i limiti della ragione e del dovere il sentimento, che non trova sfogo nell’azione, si compiace di

Pagina 160

Manuale Seicento-Settecento

dei capelli, lo stormire delle fronde. Ma non nasconde che il marmo è marmo e non seta, carne, capelli, foglie: provoca artificialmente la sensazione

Pagina 164

Manuale Seicento-Settecento

Non si può, nel Bernini, disgiungere l’attività dello scultore da quella dell’architetto: sono complementari anche quando non si integrano nello

Pagina 165

Manuale Seicento-Settecento

Il movimento è ritmo, non simmetria. Instaurato il principio di una spazialità in movimento, nulla impedisce di immaginare una rapida fuga

Pagina 166

Manuale Seicento-Settecento

Benché in San Pietro non possa fare a meno di misurarsi con Michelangiolo, la radice dell’architettura del Bernini è soprattutto bramantesca: lo

Pagina 167

Manuale Seicento-Settecento

L’unità che il Bernini ha dato a San Pietro non è soltanto visiva: da nessun punto di vista si doveva vedere tutto l’edificio (la sciagurata via

Pagina 167

Manuale Seicento-Settecento

Non meno del Bernini, il Borromini si pone problemi ambientali, urbanistici; ma non si preoccupa affatto dell’aspetto rappresentativo, monumentale

Pagina 171

Manuale Seicento-Settecento

Non dissimile dalla soluzione luministica in chiaro della basilica lateranense, è quella dell’esterno di Sant’Agnese in piazza Navona (1652-57): con

Pagina 172

Manuale Seicento-Settecento

L’edificio non deve essere una rappresentazione dello spazio né la forma allegorica di concetti religiosi o politici: è un oggetto che l’artista

Pagina 173

Manuale Seicento-Settecento

Quattro Fontane. Alta e stretta, nasconde completamente il corpo della chiesa; e non si raccorda, anzi spicca dalla parete della strada. E proprio

Pagina 173

Manuale Seicento-Settecento

rettorica; la prospettiva non è una concezione, ma un’allegoria enfatica dello spazio. Così sia il Bernini che il Borromini sentono il bisogno di

Pagina 174

Manuale Seicento-Settecento

da, nel 1656, una sistemazione non soltanto architettonica ma urbanistica. Si può ancora parlare di facciata? Ci sono due ali arretrate che formano

Pagina 176

Manuale Seicento-Settecento

«Essendo il fine dell’arte barocca la persuasione, non meraviglia che l’architettura come strumento rettorico miri ad estendersi a tutta la città

Pagina 177

Manuale Seicento-Settecento

universali: con Urbano VIII prima, poi con Innocenzo X e Alessandro VII, a Roma si elabora il concetto (e non la forma) della città capitale. Da Roma si

Pagina 178

Manuale Seicento-Settecento

dominante è senza dubbio quella di NICOLAS POUSSIN l’artista che nella cultura classica non vede soltanto un modello formale, ma il fondamento d

Pagina 179

Manuale Seicento-Settecento

A Roma rimane francese, e non per tradizione pittorica (ai molti compatrioti caravaggeschi preferisce Domenichino, o Reni) ma per la sua filosofia

Pagina 180

Manuale Seicento-Settecento

Anche la religione non è sentimentalismo, languide estasi di sante o truculenti supplizi di martiri da esibire ai fedeli nelle pale d'altare: è

Pagina 181

Manuale Seicento-Settecento

liberato dal carcere, dando un’interpretazione del Caravaggio che sarà fondamentale per lo sviluppo della cultura napoletana. La luce non estrae dalle

Pagina 183

Manuale Seicento-Settecento

’ ributtante è quasi ridimensionalmente appiattito dalla luce frontale. Non meraviglia che si dedichi, nella città di Della Porta, all’analisi fisiognomica; ma

Pagina 184

Manuale Seicento-Settecento

La pittura — ed è questo che lo differenzia dal Preti — non ha più contenuti che le siano proprii, non uno specifico campo in cui agisca come mezzo

Pagina 186

Manuale Seicento-Settecento

Una cultura artistica europea (nel secolo in cui si forma l’Europa politica moderna) non poteva nascere che dalla confluenza delle due grandi

Pagina 188

Manuale Seicento-Settecento

tutta di luci ed ombre che sono denso impasto di colore, quasi la materia altro non fosse che spessore cromatico. Parallelamente, una sensualità

Pagina 189

Manuale Seicento-Settecento

profilata in tutt’altri termini nel Longhena: la forma architettonica non è determinata da una concezione a priori dello spazio, ma è essa stessa determinante

Pagina 195

Manuale Seicento-Settecento

In questo movimento europeo l’Italia ha una posizione importante, ma non più centrale. Per la sua tradizione classica, per l'autorità esercitata

Pagina 208

Manuale Seicento-Settecento

. Nella facciata di San Giovanni in Laterano (1736) tenta di ritrovare nell’ordine unico e nell'ampiezza dei vuoti la monumentalità palladiana; ma non

Pagina 211

Manuale Seicento-Settecento

un eccellente scultore, nel tipo del settecentesco Morlaiter, se non fosse stato fuorviato dalle idee neoclassiche del Winckelmann e dall’imitazione

Pagina 238

Manuale Seicento-Settecento

I bozzetti sono il tramite necessario a questa condensazione visiva e patetica. Non hanno certamente nulla del modellato superficiale, volante

Pagina 239

Manuale Seicento-Settecento

A Roma, il processo di idealizzazione si precisa come processo di sublimazione. Lo stesso Canova non parla di «invenzione» ma di «esecuzione sublime

Pagina 240

Manuale Seicento-Settecento

Ora, questa era, più o meno, la tesi dell’«empirismo radicale » del Berkeley, uno dei cardini del pensiero illuministico; e se non può dirsi che il

Pagina 240

Manuale Seicento-Settecento

-1844), allievo del Carstens, uno dei più ardenti sostenitori della poetica i del «sublime». Non seguì il maestro nell’imitazione fanatica di

Pagina 241

Manuale Seicento-Settecento

L’altro è LORENZO BARTOLINI (1777-1850), che fu allievo del David a Parigi e col Canova non ebbe un rapporto diretto; ma che indubbiamente contribuì

Pagina 241

Manuale Seicento-Settecento

francese, Ingres, che proprio in quegli anni, a partire dal 1806, andava formando a Roma, non senza l’influenza profonda del Canova, la propria cultura

Pagina 241

Cerca

Modifica ricerca