Manuale Seicento-Settecento
costume, della vita sociale; e dà figura, carattere, valore di bellezza naturale e storica insieme alle città, cioè all’ambiente della vita sociale e
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non crede, come il Correggio, che il sentimento naturale, esaltandosi, diventi amor di Dio; ma crede che l’amor di Dio riflettendosi sui sentimenti
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paesaggio di Annibale, la Fuga in Egitto: vi sono alberi, acque, monti, cielo, cioè tutti gli elementi che compongono lo scenario naturale; v’è la città
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cappella. Oltre la balaustra, lo sfondo paesistico naturale; in alto, l’apparizione soprannaturale viene finta, rappresentata dall'arte, su un arazzo
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naturale». Al posto di una tela, dipingerà su «pietra o materia che sorba li colori a fine che non ricevono lustro»; al posto di uno, eseguirà tre
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ai Lincei, spiega l'interesse per una pittura che abbia perspicuità del naturale; l’interpretazione lirica della luce formante del Caravaggio gli
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angeli galleggianti in una luce dorata; sfrutta la luce naturale per isolare, nel lanternino, il Cristo che emana, lui stesso, luce. Nel grande
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Non si deve parlare di interesse realistico, seppure si capisce che, nella parte inferiore della pala, debba prevalere il dato naturale così come
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ad un obelisco egizio: la storia si erge sulla natura, ma su di essa si fonda. L’acqua sgorga impetuosa dalla roccia «al naturale», tra alberi scossi
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con cui trasforma in luce spirituale, quasi d’emanazione divina, la luce naturale che la colpisce.
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, intensificato, acceso, monumentalizzato oltre il«naturale» perché, se l’immaginazione è qualcosa che va oltre il reale, la visualizzazione delle sue
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mare e la mette in rapporto col suo ambiente paesistico naturale. L’artista che determina il volto barocco della città è il bergamasco COSIMO FANZAGO
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si tratta di una ricerca sperimentale dettata dalla curiosità per la varietà del naturale, trascritto a mo' di esempio, non rifuggendo (anzi
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curiosi ed anche paurosi della scena naturale. Nel periodo fiorentino, prendendo lo spunto dai fiamminghi e dai tedeschi, inventa il «genere» della
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tracciato a scacchiera; ma poiché non v’è più bisogno del bastione che rafforzava la difesa naturale del fiume, la città si dilata specialmente verso il
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l'edificio nello spazio naturale, legarlo non soltanto ad un sito ma al mutamento della luce nelle diverse ore del giorno. Questo legame, del resto, non
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dall’allineamento ritmico delle finestre col ritmo saltellante dei timpani: così semplice e naturale, qui, che perfino il difficilissimo Milizia vi
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Skopas (o di Michelangiolo), ma la «bella natura» e la «vera carne» di Fidia e di Prassitele, l’amore «naturale » pagano che sublimandosi evolve nell’amore
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definito il proprio rapporto con la realtà naturale e nulla più può cambiarla. Da qualsiasi punto di vista, in qualsiasi condizione di luce il suo valore
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