Manuale Seicento-Settecento
prodotto dell'immaginazione e il suo fine precipuo è di insegnare a esercitare l’immaginazione. E importante perché senza immaginazione non v’è
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L’immaginazione è superamento del limite: senza l’immaginazione tutto è piccolo, chiuso, fermo, incolore; con l’immaginazione tutto è vasto, aperto
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dell’immaginazione: perciò, all’inizio, la pittura di genere contrappone alla pittura di storia e tuttavia la integra, ponendo in seno all’arte stessa
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libertà d’immaginazione che è propria del poeta.
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più a rappresentare verità oggettive; vuole rappresentare al vivo quelle realtà dell’immaginazione che sono le immagini. La posizione di Annibale è
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, ma lo capirono: capirono che il suo realismo era l’opposto del naturalismo, la sua ricerca della verità l’opposto dell’immaginazione. Perciò
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reagisce al Caravaggio, ma lo assume come ineliminabile polo della dialettica di realtà e ideale, di verità e immaginazione.
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, statue, cammei, medaglie antiche, antichità preziose ma frammentarie, che la immaginazione ha il compito di proseguire. Il rapporto con l’antico è
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al quadro di Santa Maria del Popolo. Accetta il principio etico caravaggesco: la dura realtà del fatto, senza finzioni dell’immaginazione e
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Già Annibale Carracci aveva indicato nell’immaginazione la via dell’universale, della salvezza: per il Bernini è l’universale che si realizza, entra
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Roma è insieme la Chiesa e lo Stato, il punto d'unione di potestà divina e autorità temporale, il luogo dove la portata dell’immaginazione è tanto
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diversa, il dubbio che l’immaginazione stessa sia inganno, che tutt’altra debba essere la giustificazione del fare umano, della tecnica. Il Borromini
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essere umano e natura. Il modellato fluido e fremente fa sentire, insieme con i corpi, la luce e l’aria che li bagnano: la nostra immaginazione
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dell’immaginazione. Ma non soltanto questo: le quattro aste del baldacchino, quattro poderose colonne bronzee ritorte, si avvitano nello spazio vuoto, lo
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memoria e d’immaginazione: da potersi dire infine che la basilica vaticana, così come la presenta il Bernini, è più da immaginare che da vedere.
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risolto il Bernini (con cui il Borromini lavora in San Pietro e in palazzo Barberini) ponendo l’arte come immaginazione che si realizza, si
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piano dello stile, e specialmente, del valore dell’immaginazione che nel Borromini sarebbe arbitraria e chimerica, eccitazione fantastica senza
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complemento della figurazione mitologica, stabiliva il fondo classico della poesia figurata; qui l’immaginazione ha già prodotto una seconda natura, in cui
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’immaginazione del Bernini. A questa attitudine meditativa, che lo porta all’interpretazione profonda del dato, si deve la qualità eccezionalmente alta dei
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, «disse: ‘il signor Poussin è un pittore che lavora di là, mostrando la fronte» (Chantelou). L’immaginazione, che a Bernini serve per rendere più vero
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, magari a vuoto, il meccanismo dell’immaginazione.
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comunicazione visiva, il pennello di Luca-fapresto addirittura anticipa l’immaginazione creativa, anzi ne può fare a meno, ricorrendo all’inesauribile
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insieme ragione e fede, logica e fantasia. Fantasia e non solo immaginazione, perché la logica di Dio non è logica della natura né quella dell’intelligenza
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era quello del monumento berniniano, cioè uno schema fatto apposta per produrre un’emozione visiva e mettere in moto l’immaginazione: il Canova lo
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