Manuale Seicento-Settecento
immaginare; e, nelle figure, l’ardore correggesco è contenuto, quasi castigato nella sobrietà delle pose, dei gesti, dei colori, delle luci. Ludovico
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Luca (1592) Annibale fa opera di sintesi: parte dall’impianto veneto per masse tonali giustapposte ma, seguendo esempi correggeschi, sporge le figure
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invece la tematica fiamminga della natura morta con figure, alla Joachim Beuckelaer, già filtrata, attraverso i Campi, nel Passerotti. V’è
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perfino se stessa (nei finti quadri). Ed imita la poesia: non soltanto perché racconta in figure le cose che la poesia dice in parole, ma perché emula la
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sentimento del reale e il sentimento del divino. Le figure sono presentate l’una accanto all’altra nel modo più semplice: nessuno sfoggio d’invenzione
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figure Michelangiolo (e, nel primo San Matteo dipinto per San Luigi dei Francesi, di Raffaello), la riporta sulla realtà viva, dimostra come, così
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composizione «storica» né nei gesti eroici delle figure. Si fa reale nella realtà concreta dei fatti e delle persone. Vocazione di San Matteo: è la chiamata
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tra dipingere un quadro di fiori e un quadro di figure. La natura morta è legata, in lui, al pensiero della morte: è la presenza delle cose nell
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tendenza naturalistica si manifesta anche nell’intimo legame tra figure e paesaggio nelle composizioni sacre, e nel marcato interesse alla visione
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piani paralleli e successivi che spingono in avanti le figure; non da luogo a larghe stesure di colore, ma si frange in rivoli, filamenti, grumi di
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Anche nei confronti di Annibale ha le sue riserve. In un quadro mitologico, Atalanta e Ippomene, inscrive le due figure in corsa in una precisa
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, nonché nel conseguente ampliarsi, fino a giganteggiare, delle figure, ognuna delle quali esprime uno stato d’animo ben precisato; la luce non dà luogo a
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Guglielmo d’Aquitania (1620)- su diagonali spezzate che si incrociano, a formare linee ascendenti; la volumetria delle figure è data dalle luci
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). «Se nei pennacchi Domenichino dipinge, con precisa diligenza, gli Evangelisti, attenendosi strettamente al principio di poche, colossali figure
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Casino Rospigliosi, in cui le figure statuarie si disponevano come in un bassorilievo antico, e l’affresco, quasi fosse un quadro riportato, era
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figure del Battesimo per San Giovanni dei Fiorentini. Un’opera quasi fuori del tempo, ma che lo pone al fianco del Borromini nell’incipiente
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poetica del realismo. La supera subito nel quarto gruppo: due figure in corsa, quasi volanti, senza alcun nesso compositivo o d’equilibrio, ma
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dal vento e le figure allegoriche dei continenti. Ma si può parlare di allegoria, se l’immagine si dà in modo così immediato e totale da togliere il
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distribuzione delle scene figurate, sono invase da figure in movimento, da ciuffi di verde e di fiori, da nuvole. ln Annibale, la natura entrava solo come
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tomba di Urbano VIII, di cui riprende la struttura piramidale, formata dal papa benedicente, seduto sul sarcofago e fiancheggiato da due figure
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accendono di luce, l’atmosfera vibra, le fronde si agitano, le acque si increspano. Ma è un’evocazione, un miraggio, come sono evocazioni le figure che
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, quasi distrugge le figure, la grazia neo-manieristica delle mosse, i riflessi delle stoffe, i pallori o i rossori improvvisi dei volti: così come
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una troppo facile armonia nello sfumato in cui immerge le sue leziose figure nude; OTTAVIO VANNINI (1585-1643) e CECCO BRAVO (1601-61) non escono da un
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, svoltare, addentrarsi in una profondità breve ma chiaramente scandita dai piani del basamento e dalla situazione delle figure. Giunti al sommo, però
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. Sceglie la via dell’idealizzazione: sviluppa le due figure come due curve opposte ma tangenti all'asse verticale del gruppo, e così equilibra o mette
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